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Era l’ ottobre del 2010, tutti i colleghi esultavano per la pubblicazione della sospirata legge nazionale 170 che sanciva i diritti degli studenti italiani con DSA, esultavano perchè avevano combattuto, insieme a me, per sostenere quella legge. Nessuno poteva immaginare che, qualche mese dopo, numerosi Dirigenti Scolastici avrebbero iniziato, interpretando immediatamente la legge ed in mancanza di indicazioni diverse, a rifiutare le nostre diagnosi specialistiche sostenendo che: “la sua diagnosi non è più valida, lei non la può fare poiché è uno psicologo privato libero professionista, queste diagnosi le può fare solo il servizio pubblico, lo dice la legge 170 nell’articolo 3, il genitore deve rivolgersi alla UMEE della ASUR o ad un centro accreditato, si faccia accreditare !”. Si faccia accreditare? Facile a dirsi impossibile a farsi: la legge 170 è una legge quadro e, poiché i centri accreditati di diagnosi dsa in Italia non sono mai esistiti, ha demandato alle regioni il compito di attuare la normativa e legiferare rispetto ai nuovi criteri di accreditamento per specialisti o strutture dsa. Le regioni dovevano fare tutto entro sei mesi invece…ci furono tre anni di stallo e gli accreditamenti partono solo ora. Ma lo psicologo non era autorizzato dalla legge 56/89 sull’ordinamento della professione ad effettuare diagnosi di dsa? Ed il paziente non dovrebbe sempre poter scegliere liberamente tra prestazione sanitaria pubblica e privata? Esame di stato, master, corsi di perfezionamento, legge 56 sull’ordinamento della professione,  tutto sembrava cancellato da questo  articolo 3 della legge 170. Numerosi studenti “esodati” si trovarono nella assurda condizione di avere una diagnosi specialistica effettuata da psicologo privato rifiutata ed invalidata dalla scuola e a dover attendere dai sei mesi ai due anni per ottenere la diagnosi dal servizio pubblico. Durante la lunga ed inutile attesa nessuno di loro ebbe garantita la didattica personalizzata né l’uso di strumenti compensativi e dispensativi, alcuni furono bocciati, ci furono ricorsi vinti da parte dei genitori contro gli insegnanti, saltò l’alleanza specialisti scuola famiglia, mi vidi rifiutare dalla scuola tutte le diagnosi di psicopatologia infantile e non solo quelle di dsa… fu un vero disastro. Il danno all’immagine professionale dello psicologo fu enorme, il danno causato agli studenti irreparabile, le famiglie non potevano più scegliere liberamente tra professionisti del servizio pubblico e privato, erano costrette a scegliere il pubblico a costo di attendere anni, restare senza diagnosi e senza intervento da parte della scuola e vedere compromesso il percorso formativo di un figlio intelligente e capace. A febbraio 2011 la situazione era diventata ormai insostenibile, nonostante le ripetute sollecitazioni agli enti preposti nessuno emetteva alcuna norma transitoria che ci permettesse di continuare a fare diagnosi in attesa degli accreditamenti così, con alcuni colleghi “storici” di altre regioni, decidemmo di inviare un esposto ai rispettivi ordini professionali regionali e al CNOP nazionale chiedendo aiuto e sostegno in un momento così assurdo e difficile. Sentivo molti colleghi dire “l’Ordine non fa mai niente, sarà stato tutto inutile”, e invece… stavolta non è stato così ! Il presidente dell’Ordine Psicologi Marche Bernardo Gili, sostenuto dal consiglio dove all’interno erano già presenti membri di altra psicologia, ha risposto immediatamente al mio esposto con un documento inviato a tutte le figure politiche  direttamente coinvolte tra cui il presidente della Regione Marche. Clicca qui per leggere il documento inviato.
Nel prossimo articolo vi diremo com’è andata a finire 🙂

Alessandro Suardi