La manovra finanziaria 2011 bis, approvata definitivamente in Parlamento pochi giorni fa tra grandi polemiche, introduce molte novità per gli Psicologi liberi professionisti.
Innanzi tutto, viene previsto l’obbligo per il professionista di seguire percorsi di formazione continua permanente. La violazione dell’obbligo determinerà un illecito disciplinare che gli Ordini dovranno sanzionare. Il Codice Deontologico dovrà quindi recepire questo dovere e prevedere sanzioni corrispondenti.
Il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi deve quindi darsi da fare per definire a questo proposito una nuova normativa disciplinare che probabilmente sarà poi sottoposta a referendum presso tutti gli iscritti. Uno dei problemi maggiori sarà quello di rendere compatibile la formazione permanente degli Psicologi con la normativa ECM, che resta comunque in vigore.
Altra importante novità è quella che prevede, al momento del conferimento dell’incarico, l’obbligo di pattuizione scritta del compenso spettante al professionista.
Vedremo in quale modo si darà sostanza a questa previsione, visto che il riferimento citato dalla legge sono le tariffe professionali stabilite con Decreto Ministeriale che la nostra professione non ha mai avuto (il nostro Tariffario, infatti, anche prima di essere rivisto alla luce dei decreti Bersani, non era mai stato approvato formalmente dal ministro).
Ancora, il professionista sarà tenuto a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale. Gli estremi della polizza stipulata per la responsabilità professionale e il relativo massimale devono essere resi noti al cliente al momento dell’assunzione dell’incarico.
Questo passaggio determina un nuovo costo in carico a molti colleghi, visto che ad oggi sono solo 13.000 gli Psicologi assicurati per la Responsabilità Civile professionale dalla CAMPI (www.cassamutuapsicologi.it), libera associazione tra Psicologi che, non avendo alcuna finalità di lucro, riesce a garantire prezzi molto al di sotto di quelli di mercato. Il Consiglio Nazionale e l’Enpap potranno stipulare convenzioni con le compagnie assicurative ma, visti i precedenti, c’è poco da stare tranquilli.
Viene poi ulteriormente liberalizzata la pubblicità avente ad oggetto l’attività professionale, che può essere attuata con ogni mezzo ed ha l’obbligo di essere trasparente, veritiera, corretta e non equivoca, ingannevole o denigratoria.
Altre disposizioni riguardano le sanzioni per i professionisti che evadano l’obbligo di fatturazione*: a quelle amministrative si aggiungerebbe la sospensione dall’esercizio della professione.
Questa pena sarebbe applicata “d’ufficio” dalla Agenzia delle Entrate, anche a fronte della sola contestazione (e non a seguito di un giudizio dibattimentale) di mancata fatturazione e l’Ordine dovrebbe solo prenderne atto e pubblicizzarla, senza che sia consentito al professionista stesso di difendersi (sic!).
Alcune delle innovazioni introdotte dalla nuova finanziaria, poi, non sono applicabili agli Psicologi in quanto la nostra professione rientra tra quelle sanitarie.
Si tratta, per esempio, della nuova, interessante disciplina del tirocinio professionale**, che prevede un equo compenso per i tirocinanti nonché di quella che prevede la separazione delle funzioni amministrative da quelle disciplinari degli Ordini.
L’iscrizione della nostra professione tra quelle “sanitarie”, sancita dal passaggio delle competenza di vigilanza che ci riguardano al relativo ministero, è stato fortemente voluta dal sindacato dei colleghi dipendenti pubblici ed ottenuta qualche anno fa.
Tutte le disposizioni della finanziaria appena deliberata si applicano entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge e quindi saranno operative a settembre prossimo.
Ci sarà, nel frattempo, da prestare la massima attenzione!
Felice D. Torricelli
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NOTE:
*: LEGGE 14 settembre 2011, n. 148, art. 2, comma 5
5. All’articolo 12 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n.471, dopo il comma 2-quinquies, sono inseriti i seguenti:
“2-sexies. Qualora siano state contestate a carico di soggetti iscritti in albi ovvero ad ordini professionali, nel corso di un quinquennio, quattro distinte violazioni dell’obbligo di emettere il documento certificativo dei corrispettivi compiute in giorni diversi, e’ disposta in ogni caso la sanzione accessoria della sospensione dell’iscrizione all’albo o all’ordine per un periodo da tre giorni ad un mese. In caso di recidiva, la sospensione e’ disposta per un periodo da quindici giorni a sei mesi. In deroga all’articolo 19, comma 7, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, il provvedimento di sospensione e’ immediatamente esecutivo. Gli atti di sospensione sono comunicati all’ordine professionale ovvero al soggetto competente alla tenuta dell’albo affinche’ ne sia data pubblicazione sul relativo sito internet. Si applicano le disposizioni dei commi 2-bis e 2-ter.
2-septies. Nel caso in cui le violazioni di cui al comma 2-sexies siano commesse nell’esercizio in forma associata di attivita’professionale, la sanzione accessoria di cui al medesimo comma e’ disposta nei confronti di tutti gli associati.”.
Il testo integrale dell’art. 2 della legge è consultabile a questo indirizzo
**: LEGGE 14 settembre 2011, n. 148, art. 3, comma 5, lettera c)
c) la disciplina del tirocinio per l’accesso alla professione deve conformarsi a criteri che garantiscano l’effettivo svolgimento dell’attività formativa e il suo adeguamento costante all’esigenza di assicurare il miglior esercizio della professione. Al tirocinante dovrà essere corrisposto un equo compenso di natura indennitaria, commisurato al suo concreto apporto. Al fine di accelerare l’accesso al mondo del lavoro, la durata del tirocinio non potrà essere complessivamente superiore a tre anni e potrà essere svolto, in presenza di una apposita convenzione quadro stipulata fra i Consigli Nazionali e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in concomitanza al corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica. Le disposizioni della presente lettera non si applicano alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente.
Il testo integrale dell’art. 3 della legge è consultabile a questo indirizzo
ammazza che brutto Tremorti!!!
quindi il nostro tirocinio restan “a gratis” ? ho capito bene?
fregati e mazziati….così si dice mi pare….
o.0
….mh….sconcerto e sconforto…
Se davvero istituiscono l’obbligo della formazione permanente…mollo tutto e mi cancello dall’Ordine. Ormai tra quote da pagare all’Ordine, assicurazione professionale (che io già faccio), Enpap e tasse non ci guadagno più nemmeno come una commessa al nero. Se poi mi toccherà regalare soldi a chi organizzerà la formazione permanente (col livello di mediocrità degli ECM c’è poco da stare allegri) lascio perdere. Undici anni di formazione, quattordici di pratica professionale…buttare tutto nel cesso sarà dura. Ma vinta non gliela dò, manco per niente.
Mi hai letto nel pensiero, proprio qualche giorno fa, prima di ricevere questa notizia, ho affermato la stessa cosa. Non se ne puo’ piu’!
Qualcuno mi dica chi riesce a guadagnare abbastanza per permettersi anche la formazione permanente visti i prezzi dei corsi……è uno schifo!Nel pubblico, sebbene non sempre di qualità eccellente, molti sono gratuiti, ma per noi che lavoriamo come liberi professionisti è una mazzata in più.
Sono assolutamente d’accordo con Laura. Al di là dei guadagni tipo “commessa a nero”, delle moltissime responsabilità, della mediocrità della formazione che viene offerta con gli ECM…. davvero l’ultima cosa a cui si può pensare è quella che dovremmo fare per professione: saper incontrare ed aiutare le persone.
Forse tanto varrà lasciar perdere e far fare al mercato!!!
Cari colleghi,
non posso che essere d’accordo!
…quindi mi pare che la strada sia: togliersi dall’ordine, smettere quindi di pagare enpap e assicurazione professionale, non essere obbligati a collezionare crediti ECM, infine “rivendersi” come counsellor o coach e semplificarsi così la vita!
…già…ma che tristezza…comunque qualcosa dobbiamo fare!
L’ennesima mazzata che va ad avvantaggiare le professioni limitrofe non regolamentate.. Una conferma definitiva per chiedere la cancellazione dall’ordine e continuare a promuoversi eliminando l’etichetta “psicologo”.. ormai controproducente e improponibile.. Talvolta mi chiedo cosa mai abbia a che fare il mio lavoro di consulenza e formazione con le istituzioni sanitarie, e come si possa pensare che la nuova generazione di psicologi possa solo immaginare un futuro possibile con questa impostazione…
La formazione obbligatoria la deve garantire l’ordine magari online e quella che ci serve per un orientamento terapeutico o l’altro continuiamo a farcela da soli, per esempio insisto con INGLESE x psicologi e informatica web ecc per psicologi, per esempio come fare le consulenze web insomma cose che servono e che puo’ organizzare online l’ordine Nazionale non solo obblighi parassitari per far campare gli altri in un momento poi in cui si naviga davvero male, vista la crisi che coinvolge tutti e tutto il mondo.
Se non tiriamo fuori gli artigli, non ne verremo mai a galla. Siamo professionisti, abbiamo un ordine…..ma quando e da chi veniamo tutelati?
sono davvero contento! non ci bastavano tutte le ladrate che già subiamo essendo la categoria professionale meno considerata della nazione dal punto di vista dei nostri diritti (grazie all’operato degli ordini regionali e nazionale)! adesso si inventano un’altra modalità per far arricchire i parassiti gravitanti negli ordini, che già fanno e faranno i corsetti inutili ECM!!
sono davvero imbarazzato dallo schifo che fa la mia nazione! alle volte penso sarebbe stato meglio evitarsi 5 anni di università, 1 di tirocinio, 4 di specializzazione in psicoterapia (con relativi tirocini e analisi personale)… in favore di 2 annetti di counseling! così avrei fatto lo stesso lavoro, pagato meglio e senza parassiti che cercano in tutti i modi di succhiarmi il sangue!
Non mi pare che nel tuo caso l’analisi personale abbia avuto molto successo… noi psicologi abbiamo questo atteggiamento di pretesa verso il mondo che dovrebbe per forza apprezzarci e capirci, altrimenti siamo i più bistrattati di tutti. Ma quando mai? tutte le professioni hanno i propri problemi, noi non siamo ne speciali ne particolarmente sfigati rispetto agli altri. Se poi si vuole tirare sempre fuori che è colpa dei counsellor, degli ordini o di mangiafuoco va bene, però un minimo di autocritica potrebbe aiutare… ad esempio, hai mai pensato che chi fa i corsi li fa perché ci sono dei clienti che pagano, e questi clienti sono quelli che dopo aver pagato si lamentano perché il corso non gli ha fatto aumentare il lavoro? hai mai pensato che stare negli ordini non coincide con fare i corsi? che anche altrapsicologia sta negli ordini eppure non fa proprio schifo, se fa uscir fuori sentenze come quella sui counsellor? che il problema della nostra professione non sono i counsellor (che poi, quanto giro di lavoro avranno realmente? secondo me poco e nulla), non sono gli ordini, o i corsi? Il problema degli psicologi è la gente come te, che ragiona ancora come se avesse 15 anni: sparando nel mucchio. Ragiona, somaro!
Al di là dei contenuti, più o meno condivisibili, credo dovresti lavorare su te stesso; mi riferisco alla tua forma di comunicazione decisamente poco assertiva e nettamente aggressiva!Se vuoi continuare questa professione, ti consiglio di imparare a comunicare senza l’utilizzo di insulti, che poco hanno a che fare con le abilità che dovrebbe avere un valido professionista nella figura dello psicologo/psicoterapeuta! In questo spazio possiamo esprimere le nostre opinioni e ribattere quando lo riteniamo opportuno, ma credo che la forma sia fondamentale per poter mantere un livello costruttivo.
Quindi cerchiamo di dialogare con le dovute forme di educazione.
Grazie
La penso proprio come te
Adesso siamo alla follia pura..Già nella nostra professione è un miracolo arrivare ad un compenso dignitoso che ti permetta di vivere.. I costi sono elevatissimi ed io, soddisfatto l’obbligo degli ECM, mi sono ridotta a fare formazione acquistando libri, perchè sono più economici dei corsi che vengono proposti..
Ci mancava solo l’ipotetica denuncia d’ufficio da parte del Ministero delle Entrate.. Messa così la legge, basta che io stia antipatica al mio vicino di casa, che lui può dire alla Finanza ciò che vuole ed io non posso neanche difendermi..
Io vorrei sapere i nostri Ordini come la pensano in proposito, come ritengano sia possibile per uno psicologo fare della clinica serenamente con dei compensi e con delle regole fortemente ingiuste
L’obbligo della formazione permanente è una cosa a mio avviso molto positiva, ripeto a mio avviso perchè stimola a tenersi continuamente aggiornati sui temi in cui si opera.
Ciò che invece reputo assurdo è il costo esorbitante dei corsi, io giusto ora mi iscriverò ad alcuni corsi che mi costano uno stipendio intero e si tratta solo di qualche giornata (circa 150 euro a giornata), se penso che siamo in tanti mi domando quanto si arricchiscono i promotori dei corsi…
L’obbligo alla formazione permanente è già sancito nel codice deontologico (art. 5 ma anche nel 3 si fa menzione al dovere di accrescere le conoscenze sul comportamento umano)! solo che non impone il canale attraverso cui tenrsi aggiornati.
Abbiamo un bellissimo codice deontologico, peccato che in pochi lo leggano, soprattutto prima di legiferare…
Bene, pensavo avessimo toccato il fondo, invece iniziamo anche a scavare. Questa proprio non ci voleva, sembra un’accozzaglia di nuove costose ottemperanze, come se non bastassero quelle che abbiamo già. Temo farò la stessa cosa di laura: buttare tutto nel cesso. Grazie ancora una volta a tutta la gerontocrazia di questo paese alla deriva, per aver “favorito” ancora una volta i giovani.
“Questa pena sarebbe applicata “d’ufficio” dalla Agenzia delle Entrate, anche a fronte della sola contestazione (e non a seguito di un giudizio dibattimentale) di mancata fatturazione e l’Ordine dovrebbe solo prenderne atto e pubblicizzarla, senza che sia consentito al professionista stesso di difendersi (sic!)”
Che coraggio!
Io mi sono beccata un esposto anonimo con seguente segnalazione alla commissione disciplinare per un fatto INESISTENTE! Questo significa che la prossima volta che una qualsiasi persona vorrà farmi del male potrà fare una semplice “contestazione” all’agenzia delle entrate. bella cosa! Orgogliosa di avere studiato anni!!!
Oltretutto che facciamo fatica ad avere pazienti, trovare posti di lavoro retribuiti (perchè tutti pensano di poterci fare lavorare gratis, tra stage e tirocini, altro che porsi il problema di emettere fatture o meno!!! Qua il problema è se veniamo pagti o meno!!!)
adesso sono anche OBBLIGATA ad assicurarmi e fare formazione.
non che prima non la facessi, ma magari potevo decidere di fare un solo corso, oppure di non fare il test ecm finale…
MA CON QUALI SOLDI?!?!?!
Grazie governo, grazie soprattutto all’ordine…grazie
Senza contare che se uno si fa chiamare “Psicologo” è quello sempre che cura i pazzi, mentre i couselor, sono meno malvisti e FORSE, dico forse -perchè non si sa se e quanto lavorino…
PS: se i corsi di formazione costassero meno sarebbe anche carino farne di più…!!!
Allora che istituiscano la figura dello psicologo di base oltre il medico di base!!!
Che dire…tra ENPAP, CAMPI, tasse e spese per lo studio…se devo anche metterci una formazione continua alle loro regole, anch’io mi cancello dall’ordine e faccio altro. Con quello che ho guadagnato in questi 15 anni di lavoro come libera professionista non sono neppure sicura di essere riuscita ad ammortizzare le spese della formazione che ho già fatto (univerità, tirocinio, specializzazione, analisi…)! Figuriamoci essere obbligata a fare una formazione che mi prenderà tempo (che devo sottrarre al lavoro) soldi (che non ho così in abbondanza) per farli a chi organizza questi corsi…dal contenuto discutibile.
ma basta basta basta…non se ne può veramente più……ma allora lo dicessero chiaro e tondo così ce ne andiamo tutti all’estero dove per lo meno siamo trattati con rispetto….invece che essere trattati come poveri imbecilli che lavorano gratis e pagano pagano pagano….con quali soldi poi!!!…a mala pena riesco a pagare l’enpap e l’ordine sanguisuga…..e intanto ai piani “alti” dell’ordine si aumentano lo stipendio e intanto in barba alle lamentele e alle richieste civili,. in completa tirannia sempre l’ordine cambia sede…. e ora pure questo…e noi??? e noi PAGHIAMO!!!!mi chiedo a che serve parlarne…..tanto verba volant….noi ci lamentiamo e loro fanno cmq il loro porco comodo: tanto siamo solo parole!!!
Io ho solo due domande:
1) Cosa c’entra la legge finanziaria con le sanzioni d’ufficio (sospensione dall’esercizio della professione!) ai professionisti?
2) Cosa c’entra l’Ordine degli Psicologi con l’etica fiscale degli iscritti?
Queste norme non passeranno mai.
Il mio pensiero è perfettamente allineato con quello di chi ha scritto prima di me. Per pretendere che i liberi professionisti paghino un’assicurazione per i rischi professionali e una formazione continua, bisognerebbe prima creare ambiti in cui poter lavorare, guadagnare, pagare la previdenza, e almeno riuscire a sopravvivere.
E’ incredibile, invece di ottenere maggiori agevolazioni e spazi nel sociale e nella sanità, l’Ordine Nazionale non è stato capace nemmeno di scongiurare un grave peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita degli iscritti.
Se le cose stanno così, ho un altro buon motivo per cancellarmi dall’Albo entro l’anno. Posso tutelare meglio me stessa e i miei diritti cambiando etichetta alla mia professione.
E comunque, nessuno protesta mai veramente, nessuno è disposto a scendere in piazza come fanno tutte le altre categorie per negoziare con il Governo. Sempre solo chiacchiere sui blog, a casa, comodamente seduti davanti al pc!
Con l’obbligo della formazione (anche) per i liberi professionisti, gli psicologi camperanno almeno di formazione: io faccio un corso a te, ‘che tu lo fai a me! Poi ci sarà un gran fiorire di meta-corsi di formazione, ossia di formazione su come fare formazione, e meta-meta-corsi, formazione su come fare formazione su come fare formazione… In pratica una catena di Sant’Antonio della formazione, con gli Ordini ridotti a controllare che gli iscritti facciano i corsi e raccolgano i punti! Ma che bellezza! Che gioia!
Visto che al Governo non hanno le palle per far fuori gli ordini professionali, li fanno morire inducendo gli iscritti a mollarli! Questo sì che è rilanciare l’economia e lo sviluppo!
PS Nei corsi di formazione cerchiamo di prevedere SEMPRE una pausa break con spuntino (ovviamente offerto dall’ente formativo): se il corso non darà lavoro, almeno ci sfamerà!
CNOP, se ci sei batti un colpo!!!!!! Ma che ci stai a fare??!!! Dì qualcosa a tutela della professione, dai che se ti sforzi ce la fai!!!!!!!!
Condivido. Questo si chiama autofagia, è proprio l’esempio di dove ci porta la creatività commerciale e markettara, esattamente all’ennesima bolla speculativa. Questa mentalità porta solo bolle di sapone. Invece di pensare che la nostra sia una professione rivolta alla società civile, l’indicazione è autosfruttarci sempre più e soprattutto continuare a pagare così l’economia continua a girare. Si, ma quale economia? Ormai stiamo raschiando il barile, il welfare “famigliare” andrà esaurendosi e quando i soldi del nonnino che finanzia il master sull’alienazione parentale (!) della nipotina saranno finiti potremo tranquillamente scomparire senza colpo ferire.
ma questo è esattamente l’opposto della liberalizzazione. Tutta pappa per le scuolette che si moltiplicheranno come funghi saprofiti. Concordo con i colleghi che meditano di lasciare l’ordine.
Scusate ma c’è qualcuno che ci rappresenta nelle commissioni che si permettono di “interferire”con norme per la nostra professione di Psicologi ???? perchè attribuire norme di altre professioni senza conoscere la nostra il livello in cui operiamo è come gettare fango sul Ordine, composto da noi che operiamo ogni giorno.
Cancellarsi è una reazione che scatta anche a me (chi me lo ha fatto fare di studiare 11 anni in corso d’opera) pe approdare all’impossibilità dimuoveri privatamente, dato l’interferre di chi opera nel pubblico con regole completamente diverse ma soprattutto che non hano la più pallida idea di cosa significhi operare nel privato!!
Scusate farebbero prima a cancellare tutti gli ordini alla faccia della salute e dell competenze a prendersene carico:)
E allora!?! Lasciamolo in massa questo Ordine professionale (e di conseguenza l’Enpap). Una protesta dimostrativa. Facciamo una prova e vediamo come se la cavano baroni e baronetti senza i soldi sborsati dalla base. Vediamo se avranno ancora tanto potere senza di noi… se l’ente di previdenza potrà ancora permettersi di scialacquare i nostri risparmi pensionistici continuando ad assumere personale amministrativo e quindi ad acquistare palazzi sempre più grandi per farcelo stare dentro: noi a malapena riusciamo a procurarci lavoro mentre segretarie ed impiegati negli Ordini e nell’Enpap hanno un posto a tempo indeterminato, lo stipendio fisso e i contributi assicurati ogni mese. E proviamoci!!! Che paura c’è, se si cambia idea ci si può sempre iscrivere di nuovo, no?
concordo pienamente lasciamo l’ordine! in massa…
Concordo con te…abbiamo superato ogni limite di umana sopportazione (ok che siamo psicologi ma basta equipararci ad un gregge di percore). Direi che è il momento di mobilitarci con un’azione forte, diretta ed efficace. Scriviamo un manifesto sintetico, rendiamolo pubblico ai media e non paghiamo più la tassa all’Ordine in massa per protesta. Volendo si potrebbero coinvolgere in una eventuale dimostrazione i tirocinanti e gli specializzandi che potrebbero incrociare le braccia per un po’ nei vari servizi. Per quanto riguarda le scadenze fiscali nessun problema non si paga in massa per un anno o due al massimo poi c’è una piccola penale. Anzi potremmo destinare la quota a qualcosa di diverso (qualche azione di solidarietà che ne dite? Si potrebbe individuare qualche associazione e donare i 150 Euro o quanti sono per qualcosa di utile).
Avevo già deciso di cancellarmi dall’Albo entro la fine dell’anno, ma si può fare anche come dici tu: restare iscritti senza pagare la tassa per protesta. L’unico problema sarebbe che se resto iscritta devo anche pagare l’Enpap. Comunque se si vuol fare qualcosa per manifestare il nostro dissenso rispetto alla politca del nulla sempre adottata dal CNOP e da molti Ordini regionali, io ci sto sicuramente. Mi coinvolgo!!! Altro che defilarmi come pensano alcuni di AP solo perchè non mi interessa il loro modo blando di opporsi al sistema (ammesso che ancora si possa definire opposizione). Magari sarà solo il canto di un cigno morente, ma pur sempre un modo dignitoso di morire. Sulla possibilità di coinvolgere tirocinanti e specializzandi invece sono scettica: ancora hanno troppe speranze di potercela fare meglio degli altri (del resto anche io la pensavo così alla loro età), ma se si riesce in questa impresa sarebbe grandioso. Cominciamo subito: c’è qualcun altro in questo blog disposta a unirsi a questa protesta?
Cara Donatella,
se vuoi davvero compiere un atto di protesta, io comincerei a farlo a cuore aperto, firmandosi per nome e cognome, come fanno “quelli di AP” da anni.
AP non pensa nulla di te, perché non sappiamo nemmeno chi sei.
Quanto alle azioni di protesta che proponi (cancellarti da Ordine ed ENPAP), nessuno di vieta di farlo davvero, e comunicarlo a tutti (clienti e colleghi) in modo motivato.
Altrapsicologia ha compiuto in questi anni azioni importanti. Ma più le azioni sono importanti e più richiedono passione, volontà, conoscenza del contesto normativo e sociale in cui ci si muove (già… gli psicologi non sono soli al centro dell’universo!), e organizzazione.
E ovviamente, facendo si sbaglia.
Vuoi sapere il mio nome e cognome? Finora non hai chiesto a nessuno in particolare di qualificarsi, nemmeno se la pensavano più o meno come me. Ma è bastato fare un piccolo commento su AP ed è scattata l’esigenza di conoscermi. Perchè Federico, spiegami! C’è un post scritto da un altro rappresentante di AP a proposito della sentenza sul counseling, in cui afferma che nel blog tanti dicono di voler cambiare le cose, ma poi alla fine solo AP si dà da fare per modificare lo stato dei fatti. A questa dichiarazione mi riferivo quando ho detto di non volermi defilare da qualsiasi forma di protesta come pensano alcuni di AP. Solo che a me il modo in cui fa opposizione AP non interessa, sono disposta a coinvolgermi se si prende una posizione dura e netta nei confronti degli Ordini, e se si decide di manifestare a livello nazionale. Quel giorno saprai chi sono. Non posso attendere altri 15 anni prima di vedere qualche piccolo risultato regionale o nazionale. E non preoccuparti per la mia clientela, sono una persona onesta, e la informerò se dovessi decidere di cancellarmi dall’Albo. Se non fossi onesta, oggi sarei Consigliere del mio Ordine regionale, e non mi converrebbe scrivere certe cose su un blog
Cara Donatella,
Altrapsicologia mette a disposizione uno spazio commenti a bassa moderazione, lasciando che anche le voci di dissenso possano liberamente esprimersi in un sito privato, molto frequentato e quindi molto visibile.
Mi pare che non sia così strano se ci permettiamo di intervenire per replicare a commenti che ci riguardano.
Invece, l’incoraggiamento a presentarsi per nome e cognome quando si propone una forma di protesta è rivolto a te come può esserlo a chiunque: Altrapsicologia lo ha sempre fatto. Sapete chi siamo, cosa facciamo e che ruolo abbiamo nelle istituzioni (Ordini ed ENPAP). Sapete cosa fanno le persone che avete eletto, perché noi per primi vi informiamo e rendiamo conto del nostro operato ai nostri sostenitori.
Lanciare iniziative di protesta può essere un ottimo modo di esprimere il proprio ruolo di cittadini, Altrapsicologia ha diverse azioni eclatanti al suo attivo. Ma continuare ad annunciarne a spot sull’onda dell’indignazione, salvo poi non far seguire pensieri, azioni, valutazioni di fattibilità, serve soltanto a far sentire tutti più impotenti e più arrabbiati.
Io credo che la via non sia quella di abbattere a colpi d’ascia ogni cosa che ci troviamo davanti, anche perché è impossibile: la professione di psicologo e le sue istituzioni (Ordini ed ENPAP) sono fortemente inseriti in un tessuto economico e normativo generale. La nostra è una fra altre decine di professioni riconosciute, che hanno fra loro problemi simili.
Ordini ed ENPAP, che lo si voglia ammettere o meno, non sono il nemico contro cui scagliarci ogni volta che il governo fa qualcosa che non ci piace, ma possono essere il veicolo attraverso cui difendere i nostri interessi. E fortunatamente, su questo veicolo ci possono salire tutti, perché sono gli iscritti a decidere ed eleggere i propri rappresentanti e qualunque psicologo può essere eletto.
Basta guardare il nostro parlamento italiano, che con questo sistema elettorale non eleggiamo più direttamente, oppure gli organi amministrativi dell’INPS, nominati e non eletti, per capire che privilegio abbiamo ancora: quello di poter scrivere nome e cognome della persona di cui di fidiamo per gestire gli aspetti politici e previdenziali della nostra professione, o quello di farlo noi stessi.
Un privilegio che perderemo, se continuiamo a prendercela con le uniche istituzioni che possiamo realmente gestire.
Federico Zanon
scusate ma per quelle centinaia di persone iscritte all’albo ma che non esercitano come devono fare? se cancellano^?
PESSIMISMO E FASTIDIO
Non posso che essere d’accordo con i colleghi. Ormai tra spese dello studio, Enpap, Ordine e tasse varie….una baby – sitter senza esperienza guadagna di più! Per non parlare di quanto abbiamo investito, in tempo e denaro, nel percorso che ci ha portato a diventare psicoterapeuti. E ancora, per continuare a formarci (cosa assolutamente sacrosanta, per carità) dobbiamo anche continuare a spendere? Con quali garanzie di avere nuovi sbocchi o aperture in campo professionale? La sanità è praticamente off limits, non ci sono più soldi, restano a casa parecchi colleghi; la scuola…non ne parliamo, non hanno più neanche i soldi per l’attività didattica di base, figuriamoci se li trovano per lo psicologo; il sociale, terzo settore, cooperative, associazioni varie si fondano sul volontariato…
Tempo fa si era ventilata l’abolizione degli ordini, hanno già cambiato idea? Io l’avrei appoggiata….
A me non è chiara una cosa:
“Al tirocinante
dovra’ essere corrisposto un equo compenso di natura indennitaria,
commisurato al suo concreto apporto. Al fine di accelerare l’accesso
al mondo del lavoro, la durata del tirocinio non potra’ essere
complessivamente superiore a tre anni e potra’ essere svolto, in
presenza di una apposita convenzione quadro stipulata fra i Consigli
Nazionali e il Ministero dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca, in
concomitanza al corso di studio per il conseguimento della laurea di
primo livello o della laurea magistrale o specialistica.”
Qui si parla di tirocinio retribuito per il conseguimento della laurea…ma per me che frequento una scuola di psicoterapia il tirocinio continuerà ad essere gratuito???
“Al tirocinante dovrà essere corrisposto un equo compenso di natura indennitaria, commisurato al suo concreto apporto.” Perché questa cosa non è valida per i laureati in psicologia? I laureati in medicina se fanno la specializzazione-‘tirocinio’ percepiscono uno stipendio di 1600 euro! E anche i medici fanno parte delle professioni ‘sanitarie’! Noi psicologi, oltre a non percepire alcuna indennità di tirocinio, per fare la specializzazione dobbiamo pagare 3.600 euro l’anno se bastano più le spese di Psicoterapia, viaggi, pernottamenti. E’ una ingiustizia! Rispetto ai medici siamo considerati di serie B. Ditemi che sono in errore :)!
(1600 euro al mese i laureati in medicina! La so con certezza questa cosa perché una mia cara amica laureata in medicina ha finito ora la specializzazione. In quattro anni sono la bellezza di 76800 euro! E non penso che sappiano di medicina più di quanto noi sappiamo di psicologia :). La sinistra qualche anno fa ha raddoppiato il compenso per gli specializzandi in medicina! Bel modo di risolvere le ingiustizie! Ora questo governo, che ha introdotto giustamente l’indennità obbligatoria a quanto pare per i tirocinanti, che fa? Lascia fuori i titocinanti futuri psicologi!!! Che bello!!!!
@ Francesca Focante
si, mai sai quanti specializzandi in medicina ci sono per ogni specialità? prova a chiedere alla tua amica in quanti erano nel suo anno come specializzandi, per quanto ne so io non ci sono centinaia di specializzandi inmedicina in giro per le ASL, ma ci sono un numero preciso di posti per le diverse specializzazioni finanziate di anno in anno, e c’è una selezione più che ferrea per entrare…
io comincio a credere che il problema sia che siamo una professione troppo inflazionata… siamo 80.000 psicologi in Italia, circa, con un reddito medio di 14.000 euro… come facciamo a risultare credibili?
Scusate un po’ ma cosa pretendete che facciano gli Ordini, i sindacati le associazioni o altro ancora? Non lo capite che sono impotenti di fronte a scelte che vengono dall’alto?
Forse non ve ne siete accorti ma dopo il trattato di Lisbona siamo diventati schiavi dell’UE anzi della Commissione Europea, una cricca di nominati, non di eletti e dobbiamo fare quello che ci dicono di fare.
Il Governo italiano non conta più niente, con l’ultima manovra per poco non autorizzavano i licenziamenti, con la prossima sicuramente taglieranno gli stipendi e non ci saranno partiti che possano opporsi e sarà molto presto.
Probabilmente l’UE ci imporrà di togliere gli Ordini e liberalizzare, non so ancora se sarà un bene o un male però non potremo opporci a quanto vorranno fare.
Andate a vedere chi ha responsabilità alla base quando l’apice della piramide è molto distante ed è quello che da le direttive.
Se le mie parole suonano prive di significato andate un po’ su youtube e digitate le parole trattato di lisbona così vi fate un’idea di ciò che dico.
Il trattato di Lisbona è del 2007, gli Ordini invece ci sono da vent’anni e non hanno mai fatto nulla di positivo per gli iscritti, nemmeno quando la crisi non c’era, e l’Europa non era ancora unita. Hanno solo incassato soldi e creato un’élite di psicologi che ha determinato, con la propria inerzia, la mancata affermazione della categoria nel Paese. Guarda negli altri Paesi dell’UE…e dimmi se la condizione professionale degli psicologi è la stessa che in Italia. Perfino in Spagna lo psicologo è una figura riconosciuta come essenziale nella società quanto il medico di base. Tu parli di oggi, come se fossimo nati adesso, svegliati Faganello siamo sul mercato da un bel pezzo! Solo che non ci sono ambiti lavorativi in cui operare, nella sanità pubblica praticamente non esistiamo. In Italia andare da uno psicologo privato, questo sconosciuto, è un lusso che pochi si possono permettere. E si deve sempre ricordare la differenza abissale tra la situazione economica del Nord e del Centro-Sud, che ovviamente si ripercuote sulle possibilità occupazionali degli psicologi a seconda dell’area geografica in cui vivono. 16 anni che sono iscritta e mi tocca ancora sentire che ci sono colleghi che lavorano nelle carceri come precari a 5 euro l’ora, o altri che per restare iscritti all’Ordine lavorano nei call center. Ma in quale altro Paese sviluppato succedono cose come queste? Di che piramide stai parlando? Noi non esistiamo proprio! Dal giorno in cui abbiamo ottenuto di poterci iscrivere a un Albo, siamo diventati solo limoni da spremere. Magari l’UE li cancellasse questi maledetti Ordini (tutti) che governano il nostro Paese e lo rendono miserabile. Magari, oltre al nostro, sparisse l’Ordine dei medici, che protegge tutti quei rifiuti umani che hanno devastato l’esistenza di tanti pazienti (vedi il caso di questi giorni a Palermo, quello della clinica S.ta Rita a Milano di cui non si parla più, e moltissimi altri) e nonostante tutto continuano a lavorare. Gli Ordini sono stati e sono la nostra rovina! Chiediamone a gran voce l’abolizione!
Cara Donatella, scusa la precisione ma il trattato di Lisbona è entrato in vigore il 1 dicembre del 2009 e non nel 2007 come dici tu.
Allora ti dico un po’ il mio punto di vista su cosa andrebbe fatto:
1- ingresso alla facoltà aperto a pochi (non più di 150)
2- specializzazioni solo pubbliche aperte a pochissimi
L’abolizione degli ordini se la fanno è meglio, ma non è una cosa fondamentale.
Ciò su cui non sono d’accordo è che la colpa sia di chi sta ora agli ordini perchè ti ripeto loro sono impotenti o quasi di fronte a certe decisioni.
Capisco la tua rabbia ma magari vatti a leggere qualche libro interessante di Marco Della Luna che è sia Avvocato che psicologo.
A parte i medici le altre professioni non se la passano tanto meglio di noi, credete che gli avvocati giovani siano ricchi? e gli architetti? e i biologi? Tanto per citare alcune categorie note.
Purtroppo noi psicologi non siamo rappresentati in Parlamento, sarebbe ora che si candidasse qualche psicologo in politica in modo da poterlo votare (basta che non sia nella Lega o nel PDL).
Una facoltà per pochi intimi? E dimmi, quali doti personali dovranno dimostrare di avere i 150 prescelti? O meglio, quale livello di raccomandazione politica sarà sufficiente per poter rientrare nella ristrettissima rosa di aspiranti psicologi?
Ma come vengono fuori ancora certe idee?
Che mi importa come se la passano i giovani avvocati! Ha idea di quanti siano ogni anno i giovani laureati in giurisprudenza? Saranno almeno 30.000, niente di paragonabile con i laureati in psicologia (dopo 20 anni saremo 80.000 iscritti in tutto), eppure hanno molte opportunità di lavoro, mentre noi quasi nessuna.
L’abolizione degli Ordini è fondamentale!
Ma fai parte di un Ordine? Conosci da vicino qualcuno che è consigliere? Perchè ti impietosiscono così tanto? Non sono impotenti…lo so per esperienza diretta!
Se mi candidassi io in politica per rappresentarti in Parlamento mi voteresti? Ti assicuro che non sono della Lega e tanto meno del PdL
completamente d’accordo con Davide, io qualche anno fa dopo essermi laureata, fatto il tirocinio e l’esame di stato avrei voluto scrivere una lettera al preside di facoltà in cui chiedergli che senso aveva permettere a circa 1500 persone l’anno (solo nella mia facoltà) di laurearsi in psicologia se il mercato del lavoro non era assolutamente in grado di assorbire questa professione.
Dietro il principio di libertà di scelta nel percorso di studio ci siamo tirati (e ci stiamo tirando) la zappa sui piedi… inutile secondo me nascondersi dietro il fantasma della necessità di raccomandazioni per entrare in facoltà a numero chiuso, esistono sicuramente anche quelle (è l’italiana maniera), ma conosco molte persone più che valide che non avevano assolutamente alcun tipo di raccomandazione e sono entrate a medicina come ad odontoiatria. Decidere una selettività all’entrata permetterebbe di evitare il diffondersi della sensazione che più volte mi sono sentita riportare da amici e colleghi che “sembra che chi non sappia cosa fare scelga di fare psicologia”.
E’ vero individuare dei criteri adeguati non sarebbe facile e non credo che debbano essere relativi a delle doti personali (se con ciò intendi capacità di empatia, etc.), forse bisognerebbe individuare degli altri indicatori di valutazione e non credo sia una cosa impossibile
Un ultima cosa… non sono convinta del fatto che il problema per gli psicologi italiani siano gli ordini in quanto istituzioni, ma il modo in cui essi operano, dovrebbero tutelare e incentivare la professionalità degli iscritti, invece non è così.. ok manca una rappresentanza politica, ma non penso proprio che la presenza di più psicologi in parlamento farebbe muovere le cose in altra direzione, dobbiamo prima di tutto definire degli ambiti di professionalità specifici ed evitare gli individualismi così come la lotta di classe… non sono d’accordo nè con chi dice vinca il migliore nè con chi proprina la filosofia di un pò di pane per tutti e nessuno muore di fame, mi spiace, ma in entrambi i casi non credo andremo molto lontano!
“non sono convinta del fatto che il problema per gli psicologi italiani siano gli ordini in quanto istituzioni, ma il modo in cui essi operano, dovrebbero tutelare e incentivare la professionalità degli iscritti, invece non è così..”
Hai detto niente!!! Cara Annalisa, ma di cosa pensi abbiamo parlato finora? Dovresti chiederti a questo punto chi sono le persone, anzi i colleghi, che operano all’interno degli Ordini, e perchè non tutelano e non incentivano la nostra professione come dovrebbero fare.
Se continuate a vedere gli Ordini come entità astratte invece di organismi manovrati secondo le intenzioni ben precise di pochi individui assolutamente non rappresentativi della categoria (si tratta per lo più di dipendenti pubblici, mentre la stragrande maggioranza degli iscritti sono liberi professionisti), non potrete mai cogliere le responsabilità che hanno nei nostri confronti e della professione.
Si vede che non ti è mai capitato di sederti a un tavolo di Consiglio, e forse non hai mai nemmeno lavorato in qualche istituzione pubblica, se non sai come vanno le cose in certi posti. Prova a candidarti come Consigliere regionale alle prossime elezioni, metti la testa dentro all’istituzione e vedi che aria tira, poi mi saprai dire.
Per quanto riguarda il discorso del numero chiuso in facoltà, io non sono d’accordo! Quando mi sono iscritta a Psicologia, oltre 20 anni fa, sapevo che non c’erano grandi possibilità occupazionali. Anche se eravamo in pochi, la situazione era già allora precaria. Avrei potuto scegliere altro, ma non ho voluto! Anche quando ti sei iscritta tu suppongo che la situazione non fosse florida, eppure hai intrapreso lo stesso questa strada. Perchè devi togliere la possibilità di studiare psicologia a molte altre persone, mentre tu ti sei liberamente e consapevolmente laureata in una materia che in Italia non ha sbocchi professionali? Allora, sarebbe invece più giusto abolire gli Ordini, perchè gli iscritti sono obbligati a versare una quota pur non lavorando (idem dicasi per l’ente previdenziale). Niente lavoro, niente previdenza, niente Ordine. Trovo molto fascista questo pensiero: “io ormai mi sono laureata…adesso potete anche chiudere le porte della facoltà perchè tanto non c’è più posto per nessuno!”. Ci manca solo questo in Italia! Già tagliano sull’istruzione dei bambini e dei giovani perchè rimangano dei poveri ignoranti senza cervello, togliamo anche la libertà di scegliere cosa vogliamo studiare ed essere da grandi e “qualcuno” avrà presto raggiunto il suo obiettivo
Replico qui al messaggio che AP mi ha rivolto e che potete leggere più sù:
io invece non vedo l’ora di poter abbattere a colpi d’ascia le istituzioni (Ordini ed ENPAP), e non la ritengo una cosa impossibile nel prossimo futuro. Nel mio piccolo sarà come la caduta del muro di Berlino!
Forse queste istituzioni non saranno il vostro nemico, ma sicuramente sono il mio, se poi vogliamo includere anche il Governo tra i nemici degli italiani mi trovate d’accordissimo.
I miei interessi finora non sono mai stati tutelati da nessuno, quel che è certo invece è che le mie potenzialità e capacità non hanno trovato uno sbocco lavorativo adeguato che mi possa garantire soddisfazione personale e futuro sereno, così come accade alla gran parte degli psicologi italiani al di sotto dei 50 anni.
A chi spreca un pò del suo tempo ogni anno per dare un’occhiata ai bilanci consuntivi del proprio Ordine, non saranno sfuggite le voci su nuove assunzioni di personale amministrativo (anche se poi gli uffici sono aperti al pubblico due o tre mattine a settimana), acquisto o affitto di nuovi immobili perchè le stanze sono diventate troppo piccole (anche se dentro quegli uffici non ci mette mai piede nessuno tranne le segretarie e i Consiglieri), rimborsi spese per corsi e seminari (albergo e pasti al ristorante compresi) frequentati dai Consiglieri, pubblicazione di libri scritti dai Consiglieri, sponsorizzazioni di convegni i cui relatori sono i Consiglieri, e non continuo oltre perchè l’elenco dei privilegi è lungo.
E comunque su questo “veicolo” che dovrebbe difendere i nostri interessi e promuovere la nostra professione nelle istituzioni pubbliche e private, non è vero che ci possono salire tutti: un pò per colpa degli iscritti che non vanno a votare (e sono incredibilmente troppi), ma soprattutto perchè i posti d’onore sono difesi strenuamente da chi ci si siede da un ventennio.
Se qualcuno di AP è riuscito a sedere intorno ai tavoli che contano (si fa per dire, visto che come categoria per il Governo e per il pubblico non esistiamo) lo deve solo a noi che vi abbiamo votati, perchè abbiamo creduto ai vostri programmi di cambiamento radicale. Se ora difendete l’indifendibile e usate toni molto moderati in un momento di crisi gravissima come quella che stiamo attraversando, non costituite più un’alternativa interessante agli occhi degli elettori
Oggi piove, governo ladro!
No! Piove sempre sul bagnato…è il commento più adatto
Io ritengo da sempre che l’unica via d’uscita (ovvero la sopravvivenza) per il singolo professionista sia l’individualismo operativo, tale da permettere una forte differenziazione sul mercato. Non credo assolutamente nell’esigenza di elaborare scelte comuni sulla base di un ideale coesione di categoria; credo che le condizioni estreme che stiamo vivendo siano incompatibili con un’idea di comunità coesa e collaborativa e che non si possa sopravvivere sul mercato senza una forte competizione e differenziazione interna.. La cooperazione è utile con le altre professionalità ma non certo tra colleghi.. Credo che gli psicologi italiani siano poveri perchè vittime del pensiero unico, di un sistema culturale (di matrice tanto cattolica quanto comunista) che scoraggia la competizione, la pianificazione strategica, l’individualismo e la cultura d’impresa, favorendo l’accentramento del potere.. Credo che chi ha ‘scelto’ la strada più trafficata della psicoterapia e non ottiene risultati debba anzitutto assumersi la responsabilità di non aver capito le regole del mercato, di esser caduto nella fossa del conformismo, di essersi lasciato suggestionare dal potere accademico.. Credo che ognuno di noi potrà valutare liberamente se appartenere ad un ordine è ancora conveniente nel suo caso specifico..
Interessante, soprattutto innovativo!! I vecchi sistemici prescrivevano il sintomo come strategia paradossale (vecchi metodi in disuso, per fortuna), tu mi sembra che per curare il malato gli consigli una buona dose di sodomia (passiva!). Una bella dose di individualismo, di neoliberismo reaganiano, e di finanza creativa ce la vogliamo mettere?! Ma si, continuiamo così, facciamoci del male! Il mondo sta crepando e crollando rovinosamente su questi presupposti e tu li riproponi come ricetta per la “competitività” e la “differenziazione sul mercato”. Mi viene la pelle d’oca per l’emozione.
Ma si, magari qualche fesso ci crede davvero che i problemi degli psicologi risiedono nel non aver capito bene le regole del markeTTing, e non perché sono di media formati male e poco calati nei problemi sociali (che se vogliamo può essere inteso solo come un problema di markeTTing, ma solo da chi non ha studiato).
Mi manca poco per terminare i 5 anni di formazione per la laurea e poi dover fare tirocinio, ma leggendo tutti i vostri commenti da persone inserite nel settore mi viene in mente una semplice considerazione: i problemi che esponete sono uguali a chi in tanti settori si espone con la libera professione. La differenza sta negli anni “spesi” per raggiungere il proprio obiettivo.Questo è di una tristezza incredibile.
Tutti nella stessa barca. Mi pento sempre più di aver scelto psicologia…
Caro Aristogatto nel mio lavoro di consulente e formatore non ho certo la pretesa di curare alcun malato, a meno che non vogliamo considerare malati gli psicologi (il che è tristemente plausibile).
Il mio intervento era rivolto ai liberi professionisti, che certo non potranno mai sopravvivere senza conoscere le nuove regole del gioco e senza acquisire competenze trasversali ad ogni professione..
Sostenere che i problemi di posizionamento provengano da una scarsa preparazione specialistica (per quelli che credono che quella psicoterapeutica sia una formazione specialistica e non generalista) è a mio parere una grossa balla.. da sempre, in ogni professione, chi si realizza ed ha successo è chi ha più coraggio, credibilità, maggiore autonomia di pensiero (indice di riferimento interno) e maggiori competenze trasversali, oltre che passione e autostima ovviamente, in sintesi è chi può realmente essere un esempio per gli altri. Non è di certo chi ha studiato di più o chi è rimasto più a lungo intrappolato nei sistemi accademici (o vero chi ha fatto tutti i compitini prescritti dall’alto, per poi pretendere riconoscimento).
Una volta questi erano i principi per il successo e la prosperità, oggi sono i presupposti per la sopravvivenza, che di questi tempi significa differenza tra la vita e la morte fisica.. è chiaro a tutti che solo un’esigua minoranza di giovani colleghi potrà mangiare con le sue competenze professionali, chi pensate che saranno.. i più secchioni? i lamentosi che pretendono? i SuperPsicoPatologi? Gli PsicoPolitici? Le povertà gruppali condivise a cassa comune? Oppure chi si assume la responsabilità di comunicare al mondo il suo percorso, la sua differenza e i suoi servizi a bassa concorrenza e quindi ad alto valore aggiunto e non ha paura della notorietà..
La psicoterapeuta Satir usava un’espressione che a me è servita moltissimo nel lavoro “il mondo non è quello che dovrebbe essere ma è quello che è”, è una frase di una tale chiarezza e semplicità che suscita rabbia negli inguaribili romantici, incastrati nella complessità e nell’ideologia, è un concetto inaccettabile finchè si è intrappolati in una dimensione nevrotica.. Sarà forse questo un limite evidente degli psicologi? il problema di chi non si chiede perchè mai una persona dovrebbe rivolgersi a lui (e pagarlo) per migliorare la propria vita se lui stesso conduce una vita di merda di cui si lamenta, di chi pretende di condurre le persone dove lui stesso non è mai arrivato.. La vera differenza oggi è nella credibilità individuale, nel conoscere se stessi e il proprio percorso di vita, dimostrarlo e comunicarlo al mondo senza troppe inibizioni.. laddove invece la massa di colleghi continua a pretendere di poter guidare gli altri, di elevare lo stato delle persone rimanendo nell’anonimato e nella mediocrità rassicurante, magari sostenuta dall’idea del posto fisso.. La psicologia è in crisi perchè dominata dalla debolezza, dalla falsità, dalle ideologie, dai microinteressi di categoria e dalla nevrosi, e il mondo se ne sta accorgendo (basta saper osservare dove si spostano le ricchezze, ovvero dove la gente ‘decide’ di investire) .. Ma è solo il mio parere, dato dalla mia esperienza soggettiva..
Premesso che una buona analisi farebbe bene anche ai formatori, quella del malato era una metafora… non so se s’era capito. Un conto è acquisire le sacrosante competenze abilitanti trasversali ed un altro è aderire alla visione del mondo del “si salvi chi può” che in fondo in fondo tu ci propini col tuo dire.
“Premesso che una buona analisi farebbe bene anche ai formatori”
ne consegue fare un po’ di aula e confrontarsi con il mondo aziendale farebbe molto ma molto bene ai clinici 🙂
Cavolo, se sei un formatore dichiaro subito di voler essere formato da te!
Dalla mia esperienza soggettiva è raro trovare uno psicologo interessato alla libertà di formazione e di comunicazione!
Ieri sera ho visto il nuovo film di Cronenberg: A Dangerous Method, nel quale appare evidente come la psicoanalisi sia figlia delle lotte di potere, così come molta psicologia non è interessata al cliente/paziente.
Sono spesso sistemi di potere che non sfuggono alla teoria delle èlite, la teoria che è stata formulata in politica da Gaetano Mosca, per cui i successori sono scelti dalla èlite e non cambia mai nulla.
Penso che quello che dici, e lo dici in un italiano bellissimo, sia libertà condensata.
Beh si forse una ‘buona analisi’ farebbe bene a molti (e male ad altrettanti), se condotta da quel terapeuta su un milione che sa essere credibile, congruente, libero, indipendente, autorevole e autentico. Non rimane che cercare di convincere il mondo che sottomettersi a tempo indeterminato (e a cadenza almeno settimanale) al club aristocratico degli analisti (vale anche per gli psicologi e per tutti i sistemi ordinistici) è la via più sostenibile per il miglioramento. La vedo dura ma rispetto la tua opinione anche se personalmente non credo in un futuro possibile per la cosiddetta ‘analisi’ (notate che al livello di comunicazione la parola stessa può far ‘gelare il sangue’, di certo non avvicina, ce ne vuole di sofferenza per trovare la Motiv-Azione). Lungi da me cercare di convincere i colleghi a seguire la mia strada, la differenziazione è un valore troppo prezioso per essere messo a servizio della concorrenza..
Ma che fate? Conversazione fra di voi? Non scrive più nessuno da quando vi siete lanciati in queste disquisizioni, che saranno anche interessanti per voi, ma per nulla pratiche. Dov’è finita la discussione di qualche giorno fa? Quali iniziative dovevamo intraprendere?
Oh scusa Donatella se ti abbiamo distolto dalla tua rivoluzione di ottobre, procedi pure e facci sapere coma va.
P.S. la tua azione in fondo è la dimostrazione di quanto afferma André: psicologa efficiente, che rompe gli schemi, che incontra gli umori del “mercato”, e soprattutto individualista………….
Vai, prosegui così, siamo tutti con te!
E’ difficile rompere gli schemi perché si viene risucchiati dal proprio di schema, direi schemone!
Donatella scusa ma immagino che tu saprai valutare cosa è più opportuno fare nel tuo caso specifico, non si può certo pretendere un’azione congiunta di autosospensione dall’ordine, non abbiamo tutti le stesse esigenze, ognuno avrà le sue buone ragioni per compiere le sue scelte.. se ritieni più opportuno per te sospendere l’iscrizione all’ordine sarebbe cosí difficile farlo assumendotene la piena responsabilità, a prescindere da quello che fanno tutti gli altri?
Ecco…le discussioni sui blog finiscono sempre così, a tarallucci e vino tra un paio di accaniti logorroici. Infatti raramente vi partecipo!
Ma che cavolo c’entra quello che farò io secondo le mie esigenze? Ma li avete letti gli interventi di tutti gli altri colleghi?
Scrivete quello che vi pare!
Aristogatto dei miei stivali…ci hai ammorbato per giorni con i tuoi commenti pseudo-sarcastici, che probabilmente a te sembrano brillanti, invece sono insensati e noiosi, nessuno ti risponde infatti.
Ciao e divertitevi!!!
Salve, scusate la tastiera non mi segue e ripropongo il mio intervento corretto (l’altro si può cancellare!!!)
accidenti che inversione o devizione o intrecci di complessità si sono diretti i discorsi e riflessioni!!!
Mi cancello, ci cancelliamo da Ordine e Enpap oppure mi autodifferenzio da tutti con competenze trasversali allo sbaffo di Enti Ordini e Politici….oppure ci scanniamo tra diverse vedute delle problematiche che ci portiamo dietro come professionisti e psicologi dunque vai….con chi sta in processi accademici di formazione specialistica per decenni (dopo la laurea) che a quanto leggo da alcuni si incaglierebbero in conformismi oppure risuonano interventi di chi tra noi forma altri colleghi, difendendo l’importanza (sacrosanta) di continuo aggiornamento o direi apertura a nuovi spazi in cui metterci in campo e…come psicologi ne abbiamo davvero tanti!!! forse, pensateci, molto più dei medici le loro neuroendoscopicheorgancistiche reificazioni riduttive di benessere malessere e crescita personale o forse solo al cospetto di vecchie e logore visioni di mercato (che rende davvero molto entrarci) delle multinazionali di farmaci da un lato, o del bissness di assicurazioni…direi ben certi nei loto diritti compresi quelli di tirocinio pagati molto bene….e noi? noi psicologi siamo cruciali e abbiamo più competenze di tanti medici psichiatri che pretendono di oscurarci e ricoprire TUTTI i posti pubblici senza sapere nulla di relazione e di sofferenza psicologica, che non sia una descrizione esteriore, dall’altra nel privato dominano sempre loro!! Come mai? ma mi chiederei, e vi chiederei, per aprire un dibattito che sia da detonatore: è proficuo per tutti noi solipsisticamente combattere nel privato la propria peculiarità ed essenza da soli o innescare lo stesso detonatore tra noi, non per distruggere Enti Ordini colleghi e neppure medici ma per discriminare chi siamo e il potenziale che possiamo mettere in campo, anche in questa “difficile” crisi per trasformarla (lo sappiamo bene) in novità e soluzioni inpensate prima, creative dissinnescando il loop in negativo che si irrigidisce, e continua a girare a vuoto, su vecchie logore e obsolete modalità di affrontare le difficoltà, e per noi, la sofferenza umana. E noi riusciamo a farlo, a proporlo, questo potenziale, ad esserci così??? Per scardinare ciò che non è più utile a nessuno!!!
Ma no no dai basta discussioni, che la psicologia in Italia va benissimo….siete voi che non volete capire insomma! Cattivelli di miei colleghi!!! L’Ordine ha raggiunto risultati incredibili, l’Enpap è un supporto fondamentale per il nostro futuro…. Insomma perchè non volete guardare la realtà? Perchè vi lamentate? Sono solo percezioni distorte!!! Insomma…Vi servono forse un paio di decenni di analisi? Basta criticare, anche il nostro Governo sta facendo cose magnifiche, i locali sono pieni, la gente va in vacanza, l’economia gira benissimo e non c’è disoccupazione. Basta protestare su su dai dai testa china, profilo basso e mano al portafoglio…Su su su ragazzuoli mica mi volete cedere proprio adesso? eh insomma! Che qui molti hanno il SUV da cambiare…
Dunque a chi sostiene che se avessimo psicologi in Parlamento non cambierebbe nulla vorrei dire quanto mi disse un mio professore ovvero che la legge dell’89 sulla figura dello psicologo l’ha promossa un medico che aveva il figlio psicologo altrimenti ora saremmo alla stregua di astrologi chiropratici optometristi, ora esagero ma insomma una figura non riconosciuta.
I test di ingresso sarebbero test normali come dappertutto, crocette su 80 domande a scelta multipla come fanno dappertutto e dove non ci possono essere raccomandazioni.
“…, crocette su 80 domande a scelta multipla come fanno dappertutto e dove non ci possono essere raccomandazioni..”
Non ci possono essere raccomandazioni??? AHHH AHHH AHHH AHHH
Ma allora non guardi nemmeno il telegiornale?!?
@ donatella: hai ragione non sono mai stata seduta in un Consiglio, ma lavoro (da precaria e sicuramente a termine) in un ente pubblico, ciononostante conosco perlomeno i consiglieri del mio ordine regionale, che fatalità non lavorano (perlomeno non tutti) in enti pubblici, anzi il mio capo mi dice spesso che il problema è proprio che questo, che sono persone che cercano di sistemare per prima cosa loro stesse… ma queste sono opinioni che a mio parere lasciano il tempo che trovano esattamente come “il non ci rappresentano perché sono dipendenti pubblici”…
su questo punto rispondo anche a Davide, non credo sia la rappresentanza politica e basta che potrebbe risolvere i problemi di una categoria bistrattata, il primo passaggio dovrebbe essere (ma questo è solo il mio parere) il creare un senso di coesione che vada oltre l’appartenenza alle singole parrocchie, altrimenti per assurdo ci potremmo trovare con una rappresentanza parlamentare anche cospicua che “ops non ci rappresenta”
un ultima cosa Donatella il libero accesso alle facoltà non permette alle persone di realizzarsi “perché hanno seguito le loro passioni”, ma ne aumenta il senso di frustrazione e la difficoltà a crearsi delle alternative. Io sapevo che “fare la psicologa” non sarebbe stato facile, non pensavo però sarebbe stato quasi impossibile e così oneroso dal punto di vista economico. Credo sia necessario e doveroso che questo lo sappiano le matricole o chi si appresta a fare questo percorso… nel frattempo io è vero mi sono laureata, ma in una facoltà che non mi ha in alcun modo preparato al mercato del lavoro, mettere un numero chiuso non vuol dire a mio parere limitare le scelte delle persone ma evitare che delle persone “buttino via” il loro tempo frequentando delle facoltà che non danno nessuno sbocco.
Informare sulle difficoltà cui si va incontro intraprendendo un corso di laurea in psicologia mi va benissimo, limitare la libertà di scelta degli altri no!!!
dopo tanti anni sono diventata d’accordo sul numero chiuso per la formazione, o come si dice sul numero programmato, in base alla capacità del mercato di assorbire i laureati.
questo sarebbe rispettoso verso tutti, studenti, psicologi e clienti.
sono d’accordo con l’abolizione degli ordini, di tutti gli ordini.
sapete qual è il loro reale mandato normativo?
non di sviluppare gli iscritti, che pure lo pagano, ma per tutelare i clienti degli iscritti e perché non lo pagano loro l’ordine?
perché non si fa una tassa sui clienti per finanziare un ente che tuteli i clienti stessi, invece di rompere le scatole ai professionisti, illudendoli che ci si occupa anche di loro. vessandoli a pagare qualcosa che d’avvero poco li riguarda.
poi saranno i professionisti stessi che si faranno le loro libere associazioni per capire come gestirsi in rapporto ad una domanda. questo è libero mercato SERIO. non alla guerra come alla guerra di cui ho letto sopra.
non lo dico come polemica ma come dato vero. andatevi a leggere le leggi.
quanto al numero chiuso, certo ci sarebbe da capire come si fanno i test per stabilire chi entra e chi no. convengo che ci sono dimensioni standardizzate che fanno un pò ridire, comunque, una selezione forse ridarebbe alla lunga anche credibilità a questa professione.
Scusatemi, ma a me non è chiara la questione dei tirocini. Sono una laureanda (corso magistrale LM-51), e dopo la laurea dovrò fare le 1000 ore di tirocinio per accedere all’albo. Mi chiedo: questo tirocinio dovrà essere retribuito stando alla nuova normativa? O meglio, come dovrebbero essere le cose stando alle nuove disposizioni?
Grazie!