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L’iniziativa NO-ECM lanciata da Altrapsicologia poco più di un mese fa ha avuto riscontri positivi: oltre 2000 mail inviate dai colleghi ai loro Ordini di appartenenza e al CNOP, più di 10.000 visite al sito dedicato. Il dibattito si è acceso, ma la faccenda è ancora lontana dall’essere chiarita.

RISCHIO NOIA. C’era il rischio concreto che a fronte di un comunicato del CNOP in cui si raccontavano le magnifiche sorti e progressive dello scivolamento della professione tutta verso gli ECM, nessuno dicesse nulla.

L’iniziativa NO-ECM ha voluto riaccendere il dibattito, e infatti molte associazioni hanno preso posizione, e i colleghi hanno avviato un confronto acceso su un tema importante. C’è chi preferirebbe annoiarsi, non avere alcuna opposizione, ma l’esperienza dei paesi sviluppati ci insegna che la democrazia è dibattito.

FORMAZIONE CONTINUA? SI, GRAZIE! Va chiarito che il nostro scopo non è di evitare la formazione continua, come dei novelli Pierino che vogliono marinare la scuola. Il chiarimento è doveroso perché i più disattenti o maliziosi hanno capito le cose a modo loro. Altrapsicologia sostiene che gli ECM presi tout-court non sono il migliore dei mondi possibili per gli psicologi, e che serve un nostro sistema certificato di formazione continua. Il sistema ECM può essere una parte, ma non il tutto.

NO-ECM: PERCHE’? Non solo ECM, per varie ragioni: (1) perché ECM è un sistema nato sul sanitario e sul pubblico e taglierebbe fuori interi settori della psicologia (2) perché può generare costi aggiuntivi sul singolo libero professionista (3) perché gli psicologi già fanno formazione continua e devono solo recuperare e formalizzare le proprie pratiche virtuose in un sistema certificabile (4) perché esiste già un regolamento per la formazione continua redatto ai sensi del DPR 137/2012 e vogliamo sapere che fine ha fatto.

CHI HA BRINDATO AGLI ECM? Gli psicologi no di certo. Dal dibattito pubblico è emerso che non sono per nulla felici della prospettiva del sistema ECM allargato in modo indiscriminato a tutti, specialmente ai liberi professionisti. Lo hanno espresso aderendo alla nostra iniziativa, commentando, discutendo. Vogliamo far finta di nulla? benissimo. L’importante è sapere che gli elettori che rappresenti non sono d’accordo con le tue iniziative e te lo scrivono. Questa è democrazia, il resto è noia.

E ORA? beh, tocca a noi, a tutti. Se vogliamo davvero che la nostra sia una professione unita, dobbiamo accettare che le decisioni si prendono con metodi democratici, che deve esistere un confronto interno e che le posizioni vanno maturate attraverso un’ottica partecipativa. Altre professioni lo hanno fatto e Altrapsicologia di certo non lascerà cadere nel vuoto questo tema: nei prossimi mesi organizzeremo dibattiti e momenti di confronto aperti a chiunque voglia autenticamente confrontarsi.

E intanto i colleghi ci scrivono: Bene, ma io adesso gli ECM li devo raccogliere o no? mi sta arrivando un sacco di pubblicità di corsi!“.

RISPONDERE NON E’ FACILE. Avvocati e colleghi ben più illustri di me si sono cimentati in pareri legali e spiegazioni. Il sunto che ne possiamo trarre è questo:

  • (1) ESISTE UN OBBLIGO ALLA FORMAZIONE CONTINUA, per tutti i professionisti italiani. La sua espressione più piena e compiuta è nel DPR 137/2012. Che dice che ogni professione deve organizzarsi il proprio regolamento per la formazione continua a partire dall’Organo di massima rappresentanza. Nel nostro caso è il CNOP.
  • (2) PER GLI PSICOLOGI, IL REGOLAMENTO ESISTE MA IL MINISTERO DELLA SALUTE NON L’HA ANCORA APPROVATO. Dopo l’invio al Ministero della Salute nel 2013, del nostro Regolamento per la formazione continua in psicologia redatto ai sensi del DPR 137/2012 non se ne è saputo più nulla. L’esistenza di un Regolamento già inviato all’approvazione del Ministero non è una cosa da nulla: la sua modifica a rigore dovrebbe implicare (1) una risposta negativa del Ministero, (2) una nuova delibera del CNOP che modifichi il vecchio regolamento secondo le indicazioni ministeriali, e quindi (3) un nuovo passaggio al Ministero. Insomma, da qualche parte il CNOP una delibera la dovrà pure assumere, con tutte le responsabilità connesse.
  • (3) PROFESSIONE SANITARIA = ECM? Ad un certo punto è spuntata l’idea di un automatismo fra vigilanza sulla professione da parte del Ministero della Salute e formazione continua mediante ECM. Ora, tralascio tutti i discorsi tecnici e chiedo solo una cosa: dove sta scritto? in quale norma dello Stato? Il Decreto legislativo 502/1992, da cui tutto l’ECM originò nel Dicembre del 1992, non parla affatto di ‘professioni sanitarie’, ma di SSN, di strutture private accreditate, e di operatori che lavorano in sanità (articol0 16).

CONCLUSIONI? Chi fosse in cerca di risposte sul futuro della formazione continua degli psicologi, deve sapere che in questo momento nessuno è in grado di darne di definitive. Alcune cose sono però certe:

(1) la regolamentazione della formazione continua non si fa con i comunicati stampa, fossero pure quelli del padreterno, ma con le norme dello Stato e le delibere del CNOP: oggi mancano pezzi importanti di regolamentazione, come anche ci ricorda l’ex presidente CNOP Pin Luigi Palma, nella sua Lettera Aperta di chiarimenti al CNOP sulla questione ECM

(2) Gli psicologi e le loro Associazioni hanno tutto il diritto di partecipare attivamente alle decisioni da prendere sulle questioni che interessano la categoria. Il dibattito è democrazia e non un orpello inutile.