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Credo siano passati almeno due anni da quella mattina in cui, in attesa dell’arrivo del didatta, a scuola di specializzazione, ho ascoltato una storia incredibile.

Una collega si era recata, come tutti gli anni ormai, all’ufficio formazione dell’ASL di Salerno per ritirare i documenti necessari allo svolgimento delle ore di tirocinio per la specializzazione in psicoterapia.

Solo che questa volta, invece dei soliti moduli, si era sentita dire che doveva pagare per poterlo svolgere.

Dapprima un moto di sorpresa, seguito immediatamente da autentica incredulità quando si sentì specificare la cifra.

Per svolgere il tirocinio presso l’ASL di Salerno avrebbe dovuto sborsare 5 euro per ogni ora. Per quell’anno dalla scuola erano richieste 130 ore. Il conto è presto fatto: per lavorare gratis bisogna pagare 650 euro.

SEICENTOCINQUANTA.

ASL = Ancora Soldi per Lavorare…

Al che la mia collega pensa di essere capitata in una candid camera, si guarda attorno, purtroppo non appare né Umberto Smaila né Teo Teocoli e allora, più scettica di San Tommaso, chiede di poter leggere la delibera dove è scritto tutto ciò.

Noi ascoltatori di questa favola surreale chiediamo in coro di poter vedere codesto incredibile documento. Ed eccolo infine, ella fruga nella sua elegantissima borsa e ce lo mostra!

E’ tutto vero. E’ tutto incredibilmente vero! Qualcuno ha avuto davvero il coraggio di mettere nero su bianco una decisione del genere!

Mostriamo il documento alla segretaria della nostra scuola e l’istituto, semplicemente, decide di non rinnovare la convenzione.

Una mattina come un’altra, quella, e una storia di ordinario sopruso sulla pelle degli psicologi, come tante, troppe, se ne sentono qui in Campania (QUI Alessandra Bianco ci fa un resoconto completo della situazione dei tirocini a pagamento nella nostra regione)

Ma due anni fa non ci ho dato peso. Un breve moto di indignazione e basta, non mi interessavo d’altro che non fosse il mio orticello.

No, non un buon esempio.

Potrei dirvi che ero giovane, inesperta; potrei lanciarmi in discorsi disfattisti sul fatto che tanto non cambia niente o lamentarmi di quanto la psicologia non conti nulla.

No. Non mi giustificherò.

HO SBAGLIATO. E gravemente.

E ora che anche l’ASL di Caserta chiede soldi alle scuole di specializzazione per accettare i tirocinanti, con ulteriore aggravio sulle spalle degli studenti, la colpa è assolutamente anche mia.

Perché è esattamente questo quello che accade quando con lo sguardo non si fissa più lontano della punta del proprio naso. Non ho denunciato. Non mi sono ribellata, non ho chiamato alla protesta altri con me.

E come me, nessun altro…o forse qualcuno, lasciato da solo in mezzo al deserto.

Così ora tutti pensano che gli psicologi sono pronti ad accettare questo ennesimo sopruso.

«E l’Ordine che fa?» mi chiederete.

L’Ordine è l’espressione di quello che noi facciamo.

Se ci disinteressiamo della politica professionale, non aspettiamoci che la politica si interessi a noi. Se non ci occupiamo della nostra professione, non aspettiamoci che la politica se ne preoccupi. Se non ci impegniamo per promuovere la nostra professione e per difenderla dagli abusi, non aspettiamoci che la politica lo faccia al posto nostro. Perché se crediamo di non far parte della politica della nostra professione, non aspettiamoci di avere futuro.

Autore: Ada Moscarella

Sin da subito, già durante il mio percorso universitario, ho fatto di tutto per fare esperienza diretta in diversi contesti. Questo mi ha aiutato a scegliere con più consapevolezza il mio percorso, che si è concentrato sulla clinica, sulla psicodiagnosi e sulla formazione. 
Negli anni da studente fuorisede all’Aquila ho imparato quanto la condivisione e il lavoro di gruppo siano le principali fonti di speranza e creatività per il professionista. Ho portato questa ferma convinzione anche nella mia vita professionale: sono Tesoriere dell’Associazione Psicologi Campani e Socio Fondatore e VicePresidente dell’Associazione LeGaMi. Gestisco inoltre un blog molto seguito dove racconto la vita dello psicologo libero professionista (#senzacamice). Amo i sistemi, le connessioni: sono costantemente e tenacemente alla ricerca di possibilità. Dalla mia adolescenza un po’ nerd, ho conservato la passione per la matematica, la tecnologia e soprattutto la narrazione. Credo nell’autenticità come base di ogni relazione e nelle relazioni come generatrici di speranza.