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Un piccolo libro scritto da Francesca Pardi e illustrato da Altan (vignettista dell’Espresso e papà di Pimpa), uscito da poco, fa discutere tutti: politici, comuni cittadini, psicologi. Anche sul sito dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL) è apparso un comunicato intitolato “Il libro proibito” e firmato dal Presidente Mauro Grimoldi, membro del Direttivo di AltraPsicologia.

La storia prende il nome dal suo protagonista, Piccolo Uovo, il quale non se la sente di nascere perché non sa dove andrà finire. Inizia così un viaggio che lo porterà a conoscere i diversi tipi di famiglia, compresa quella formata da una coppia di pinguini maschi omosessuali che accudiscono con cure amorevoli i propri cuccioli. L’intento è di educare i bambini, ma anche i più grandi, alla legittimità e al rispetto delle differenze. Un assessore del Comune di Milano auspica la diffusione del testo nei servizi educativi cittadini.

Apriti cielo. Accostare la parole “famiglia” e “omosessuali” per molti in Italia è sconcertante e scoppiano subito le polemiche. Piccolo Uovo viene etichettato come un libro ideologico che va contro la Costituzione, la quale parla esplicitamente di “famiglia fondata sul matrimonio” e basta. Non conta se la realtà dei fatti, oggi in Italia, sia un’altra. Movimenti politici estremisti vorrebbero addirittura il rogo dei volumetti di Altan.

Siamo alle solite. Tra gli autori dei commenti agli articoli pubblicati in rete e sui social network ritornano le dispute di sempre legate all’omosessualità: natura vs contronatura, malattia vs salute mentale, morale vs amorale, ecc., ecc.

Ciascuno dice la sua, benissimo, ma cosa hanno da dire gli psicologi?

Nessuno può negare che la componente affettiva sia uno degli elementi essenziali che definiscono il sentirsi parte di una famiglia, altrimenti si finisce per usare questo termine (con le sue valenze anche giuridiche) come un “contenitore vuoto”. Inoltre, da decenni ormai che la comunità scientifica internazionale considera l’omosessualità una “variante naturale del comportamento sessuale umano”, per usare le parole stesse dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Secondo il Presidente OPL Mauro Grimoldi Piccolo Uovo non è un libro politico, non parla di sesso ai bambini ed è ridicolo che possa condizionare le scelte sessuali future. E’ un libro attuale che racconta di genitori unici, di famiglie ricostituite, di genitori adottivi e anche omosessuali. Insomma è la realtà di oggi. E così commenta le reazioni avverse alla favola illustrata da Altan:

“Il rifiuto del diverso e di ciò che viene da fuori corrisponde in psicoanalisi ad una posizione regressiva, profondamente difensiva e fondamentalmente spaventata. Nelle polemiche di questi giorni traspare più che altro questo: la paura degli adulti. Una paura che si trasforma in rabbia e produce immagini sopite di forni e pire roventi che ardono questa volta innocui libri per bambini, in un novello e inquietante Fahrenheit 451.”

Sul tema dell’omosessualità l’Ordine degli Psicologi della Lombardia si era già espresso, questa volta in riferimento alla psicoterapia con persone omosessuali, grazie al lavoro dei Consiglieri di AltraPsicologia che insieme agli altri soci dell’associazione hanno sempre guardato con grande criticità alle cosiddette “terapie riparative dell’omosessualità”, ancora oggi promosse e praticate da alcuni psicoterapeuti.

Il comunicato OPL sul “libro proibito” avviene, infatti, in continuità con la delibera OPL del 12 maggio 2010 che ha formalmente sancito che “qualunque corrente psicoterapeutica mirata a condizionare i propri clienti verso l’eterosessualità o verso l’omosessualità è contraria alla deontologia professionale ed al rispetto dei diritti dei propri pazienti”.

Per meglio orientare i colleghi nel lavoro clinico con pazienti omosessuali, senza correre il rischio di infrangere le norme deontologiche, il progetto Tutoring di OPL ha previsto nell’autunno del 2011 un’occasione di formazione e confronto tra colleghi sul tema della psicoterapia con pazienti lesbiche che ha avuto una grande successo, come documentato sul sito dell’ente lombardo.

Da tutte queste prese di posizione e iniziative, emerge chiaramente l’orientamento dei soci di AltraPsicologia eletti nei Consigli degli Ordini. Ognuno è libero di avere le opinioni personali che crede, ma nella prassi psicologica e psicoterapeutica esiste un valore intangibile che è la dignità di tutti e di ciascuno, nessuno escluso, sancito anche dal codice deontologico che non ammette discriminazioni di nessun tipo.

E se questo venisse insegnato anche ai bambini attraverso una favola illustrata, perché no?