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Si fa molto parlare, ultimamente, dell’informazione – o dis-informazione – che gli Ordini concedono ai loro iscritti, soprattutto perché, in vista delle prossime elezioni, risulta importante per i candidati poter presentare il proprio programma elettorale che descriva con chiarezza a tutti i votanti gli scopi che ci si propone di raggiungere una volta eletti (è bene chiarire, a titolo informativo, che qualsiasi psicologo iscritto all’Ordine si può candidare alle imminenti elezioni).

D’altro canto, è altrettanto vero che tutti e 50.000 gli psicologi iscritti ai vari Ordini regionali hanno il diritto di poter conoscere i vari candidati ed i loro progetti, dal momento che non stiamo affatto parlando di notizie commerciali, ma di informative elettorali di comune interesse per tutti noi.

Fiduciosa nel corretto adempimento del compito istituzionale di ciascun Ordine mi sono quindi attivata – come Altra Psicologia – per avere i vari indirizzari regionali e di seguito desidero esporre la rosea situazione che ho avuto modo di esperire sulla pelle.
Indignata, anzi, di fronte a tanta sfiducia nei nostri Ordini, voglio dimostrare come essi siano talmente zelanti nel fornire informazioni che addirittura, di fronte ad una richiesta semplice come quella di inviare via mail l’elenco completo degli iscritti (nota bene: elenco con dati pubblici), non si limitano affatto a dare una sola risposta, bensì molte, sfoggiando tutta una pletora di soluzioni diverse e contrastanti. E pensare che qualcuno si lamenta che in Italia sta sparendo la libertà di espressione…

Ma vediamo un po’ nel dettaglio…
In molte segreterie mi è stato chiesto per quale motivo volessi tale elenco (chiarisco che mi ero comunque qualificata come psicologa iscritta all’Ordine dell’Emilia-Romagna, non come segretaria dell’assicurazione Tal dei Tali che vuole vendere polizze a professionisti o cose simili). Non sottraendomi al dovere di chiarimenti, specifico che faccio parte di un’associazione che ha esponenti in varie parti d’Italia e che, per le prossime elezioni, desidererebbe presentare candidati; conseguentemente e logicamente, vorrebbe rendere noto ai colleghi il proprio programma elettorale. La motivazione è semplice e chiara. La risposta un po’ meno…

A questo punto del nostro breve, ma quanto mai avventuroso viaggio nei piccoli gironi infernali della burocrazia – eppure, qualcuno che di gironi infernali se ne intendeva, aveva già avvertito: “perdete ogni speranza, o Voi ch’entrate”… – qualche gentile segretaria viene colta da confusione temporanea sul ruolo dell’Ordine e mi ribatte, con una lieve inflessione della voce che tradisce una certa agitazione, che c’è un problema di privacy.
Un po’ perplessa della risposta, mi permetto di replicare che non capisco il problema, visto che l’Albo, e perciò i nominativi, sono dati pubblici.
Sbigottiti dalla prontezza della replica, ma incapaci di controbattere di fronte a cotanto rigore logico, mi viene risposto che è necessario fare una formale richiesta scritta, comprensiva di motivazione, che sarà sottoposta all’attenzione di chi di dovere (il che equivale a dire che le proposte elettorali dei singoli candidati devono passare al vaglio dell’attuale consigliatura in carico. Corretto, non trovate?)

Da segnalare, per particolare efficienza, alcuni Ordini, che non si accontentano di ciò, ma pretendono un documento con carta intestata (Bolzano) o la specificazione che i nominativi saranno utilizzati solo per la motivazione esplicitata (e fin qui può essere comprensibile) e per una sola volta -e se volessi fare due invii elettorali? Col sudore alla fronte inizio già ad immaginarmi una scena, stile film di spionaggio, in cui l’incauto agente speciale, una volta scoperto, è costretto ad ingoiare il foglietto con le informazioni segrete, affinché non cadano in mano del nemico. 50000 indirizzi sono decisamente più di un pasto completo…-, come nel caso dell’Abruzzo e della Toscana, fino ad arrivare addirittura a richiedermi la fotocopia di un documento d’identità (Campania).

Pur in questo clima di sospetto quasi (quasi) generale, tengo a rimarcare alcune ulteriori differenze che contraddistinguono un Ordine dall’altro (e ci mancherebbe che le procedure fossero unificate su intero territorio nazionale! E dove finisce la creatività e la soggettività che noi psicologi tanto sosteniamo e sollecitiamo?).
A fronte, infatti, di Ordini che inviano gratuitamente l’indirizzario, si trovano altri che richiedono un contributo spese. E anche qui ci troviamo innanzi a calcoli decisamente fantasiosi e dalle logiche imponderabili, considerato che si va dai 9,6 Euro dell’Umbria ai 243, 78 (!!!) del Piemonte. Ma si sa, siamo nel paese della finanza creativa…
Non solo: mentre alcuni inviano l’albo in formato Excel, altri lo possono inviare solo in formato cartaceo o, addirittura, solo in etichette adesive. Per fortuna che c’è chi, invece, ti dà persino la scelta tra i vari formati!

Vorrei porre in particolar modo la vostra gentile attenzione sulla logica perversa dell’Ordine siciliano che, pur inviando a pagamento le etichette adesive, addirittura interpreta (beh, siamo psicologi) la legge sulla privacy e ne deduce che tale legge “ci impedisce di passare gli indirizzi su CD”. A me la spiegazione rimane un po’ sibillina, ma sicuramente sarà perché non ho sufficiente conoscenza della legge. Come dire: la legge sulla privacy non tutela il contenuto dei dati diffusi, quanto la modalità di diffusione. Mah…

Giunti a tal punto, alcune domande sorgono spontanee:

  • perché pagare per un file inviato via mail a costo, quindi, zero?
  • e, se necessario pagare, perché allora alcuni Ordini danno questo servizio gratuitamente?
  • perché queste differenze fra un Ordine e l’altro?
  • Forse qualche Ordine ha più bisogno di soldi di un altro? Se è questa la ragione, scusate se mi viene un po’ da ridere di fronte al paradosso che una regione come la Basilicata lo fornisca direttamente su Internet, mentre una ricca come il Piemonte richieda ben 243, 78 Euro!!!

Comunque, vorrei mandare un messaggio di speranza: non perdiamo la fiducia, poiché in mezzo a tanta confusione, un po’ di chiarezza ci giunge. Infatti, in preda allo smarrimento per tante diversità (e tanto incomprensibili e ingiustificabili) ho ritrovato un barlume di fiducia di fronte all’atteggiamento assoluto, monolitico e incontestabilmente definito del Friuli Venezia Giulia che mi scrive “lo scrivente Ordine comunica che non fornisce tale servizio ai richiedenti. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia può mettere a disposizione l’elenco degli psicologi e degli psicoterapeuti ai richiedenti interessati, presso la propria sede di Piazza Niccolò Tommaseo n. 2 a Trieste, per la relativa consultazione”.
Questo sì che è fornire un servizio agli utenti!

Piuttosto, se qualcuno di voi va in vacanza nella bella e ventosa città (scusate, ma io soffro di rinite) potrebbe farmi il favore di ricopiare diligentemente tutti gli indirizzi?!? Una brillante soluzione, soprattutto per coloro che, in vista delle elezioni, hanno sicuramente ampio tempo a disposizione per svolgere un certosino lavoro da amanuense.

Per dovere di cronaca, ci tengo a chiarire che la formale richiesta scritta è solo il primo passo per ottenere l’accesso (tutt’altro che garantito) a tali pubblici dati. Una volta escluse le regioni che chiedono un contributo economico e quelle di cui già possedevo l’elenco degli iscritti, ho inviato, via posta elettronica, la domanda con relativa spiegazione delle motivazioni a otto regioni il 22/9/05 (Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Veneto), a una il 4/10/05 (Sardegna) e ad un’altra l’11/10/05 (Trento. Non sono riuscita a trovarli prima). Fino ad ora, solo 3 regioni mi hanno risposto: la Puglia, inviandomi subito quanto richiesto, il Friuli Venezia Giulia, negandomelo, come già sopra chiarito e, infine, la Toscana, mandandomi unicamente gli indirizzi degli iscritti che hanno dato l’autorizzazione alla diffusione dei dati personali. Quest’ultima, in pratica, con la scusa dell’assenso o meno che ciascuno dà alla “comunicazione commerciale”, diffonde un indirizzario limitato e ristretto, anche in caso di utilizzo, come chiaramente indicato, a fini elettorali. Chissà se anche gli attuali consiglieri non potranno avere accesso a tali dati…

Infine, le altre regioni non hanno ancora risposto. Rimango, ovviamente, in ansiosa e fiduciosa attesa… good night and good luck!

Chiara Santi