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E se non viene nessuno?

Al massimo si fa aperitivo in tre!

Questo quello che pensavamo noi organizzatori durante la riunione che ha preceduto l’evento, organizzata presso la “Pasticceria Dolci Pensieri”. Un posto intimo: alla proprietaria avevamo chiesto di riservarci qualche sedia, più che altro per scaramanzia.

Una ventina di partecipanti ci ha stupito. Clima sereno. Sembrava ci conoscessimo tutti da sempre. Già da quel giorno avevamo intuito che qualche collega aspettava proprio un’occasione come questa da prendere al volo.

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Appena abbiamo lanciato il modulo di prenotazione per AP/DP live, in meno di tre ore, avevamo esaurito la disponibilità di posti che lo Smart Hub ci aveva riservato.

Più di 70 prenotazioni in totale, il posto poteva accoglierne solo 35, 

ci siamo stretti un po’ per entrare in 40.

A rompere il ghiaccio i due moderatori, Ada Moscarella e Luca Pezzullo, che hanno spiegato i retroscena della nascita dell’ormai famoso gruppo Facebook “Diventare Psicologo: tutto ciò che si deve davvero sapere!”, i principi base sui quali si fonda e gli obbiettivi verso i quali si dirige.

I loro interventi hanno fatto da corollario per quello del Presidente Federico Zanon che, attraverso il racconto di storie di successo non convenzionali, ha aperto il varco alla presentazione di AltraPsicologia in Toscana ed ha illustrato punto per punto cosa intendiamo per “informazione, tutela e promozione”.

Tutto però resterebbe sterile, auto poietico e anche contraddittorio, se non affondasse le sue radici nella partecipazione.

Senza partecipazione AltraPsicologia muore

(ed è giusto che sia così).

Partecipazione: delizia e dolore, fonte di ammirazione e timore di chi pensa a lei come un miraggio perché si sente, forse da troppo tempo, circondato dal deserto.

I dati non incoraggiano di certo.

Uno studio fatto ai fini di tesi magistrale da Arturo Mugnai, presentato in parte durante l’incontro, ci ricorda che gli Psicologi Toscani, oltre a non andare a votare alle elezioni dei loro organi di governo, non partecipano nemmeno ad eventi che riguardano la loro professione ( il 78% del campione, in 4 anni, ha preso parte a meno di 5 eventi).

È questo il terreno su cui sappiamo di camminare.

A torto o a ragione, per i Toscani, i colleghi non paiono essere percepiti come una risorsa.

Eppure a quell’evento si sono prenotati in più di 70!

IMG_4628Eppure è bastato dare ai partecipanti, suddivisi in gruppi, stimoli generici su cui lavorare per vedere che tutti hanno collaborato insieme con passione. Inoltre, cosa decisamente rilevante, gli spunti di riflessione più significativi sono arrivati durante le restituzioni in plenaria, proprio da quei colleghi che si presume siano percepiti solo come concorrenti in un mercato ormai saturo e privo di sbocchi occupazionali.

Era proprio quello che immaginavo, complimenti”  

Dovremmo riproporla in altre sedi, davvero molto utile”

Non vedevamo l’ora di vedere una cosa del genere”

Questi alcuni dei feedback a fine giornata.

Sembra il lieto fine di una festa, e forse un po’ così è stato. Durante l’aperitivo eravamo stanchi ma felici di aver vissuto insieme questa esperienza.

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E adesso?

Si riparte, puntando ancora una volta sulla PARTECIPAZIONE come motore di CAMBIAMENTO REALE.

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#PsicologiSulPezzo

… stay tuned 😉


«La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria
soltanto a patto che si trasformi, da “democrazia di spettatori passivi”, in “democrazia di partecipanti attivi”, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private».

Erich Fromm, Avere o essere?, 1976