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Sempre più frequentemente assistiamo alla comparsa di professioni inventate a tavolino che vorrebbero svolgere in qualche modo l’attività dello psicologo. Come può intervenire l’ordine?

La professione di psicologo è la più esposta a imitazioni e contraffazioni. L’ultima novità è il “counselor filosofico”, attività che mi immagino dovrebbe fornire consulenze alle persone suggerendo letture impegnate di autori che offrono significati su temi filosofici, come il senso della vita, altrimenti il “counseling filosofico” rischia di essere un intervento in ambito psicologico.

Se per uno Stato è fondamentale tutelare la salute dei propri cittadini, allora la salute psicologica richiede il doppio della tutela perché è proprio in momenti di impedimento/difficoltà/patologia che la persona è maggiormente disorientata e, cercando un supporto, può incappare in pseudoscienze o soluzioni improvvisate che possono sottovalutare se non aggravare la condizione di salute.

L’ordine degli psicologi è il nostro punto di riferimento professionale ed è l’istituzione deputata alla tutela della professione e quindi della salute psicologica dei cittadini, come può migliorare questa funzione e rendersi realmente utile?

L’attività di tutela è affidata dalla legge al consiglio dell’ordine (legge 56/89, art. 12 lettera h –  “vigila per la tutela del titolo professionale e svolge le attività dirette a impedire l’esercizio abusivo della professione”).

Eppure questa funzione generalmente non è mai stata pienamente svolta dal consiglio dell’Ordine, lasciando così che l’attività di tutela della professione fosse limitata alle denunce di casi eclatanti che giungevano quasi casualmente, oppure a qualcuno che si inventava denunce inconsistenti andando a complicare il quadro giuridico della professione.

Essendo votati all’innovazione e non accettando lo stato delle cose ma orientandoci al miglioramento continui, gli ordini della Lombardia, Lazio, Marche e Piemonte hanno istituito per la prima volta una commissione apposita: la Commissione Tutela”.
La strada intrapresa ci pare più che corretta ma c’è ancora tanto da fare!

tutela professionale

In Lombardia, questa commissione ha operato in modo abbastanza autonomo dal consiglio istruendo i casi per il presidente dell’Ordine. Possiamo fare meglio!

Per recepire completamente quanto indicato dalla nostra legge istitutiva e allinearci, la Commissione Tutela dovrebbe assumere un ruolo molto più ampio e determinante per il consiglio dell’Ordine e per l’Ordine stesso, valorizzando finalmente la tutela della professione come uno dei principali motivi dell’esistenza dell’ordine stesso.

La tutela deve diventare una funzione dell’ordine con la stessa dignità della deontologia:

così come per i procedimenti deontologici è coinvolto tutto il consiglio, anche per la tutela della professione devono essere coinvolti tutti i consiglieri eletti e votati dagli psicologi e dalle psicologhe (come prescrive la nostra legge), diventando così una delle principali attività dell’ordine e non essere relegata ad una funzione residua.

Con la formalizzazione della Commissione Tutela in modo da coinvolgere tutto il consiglio nelle attività di tutela della professione, si avrebbe come conseguenza naturale che le attività di tutela diverrebbero parte fondamentale del funzionamento dell’ordine, accelerando il riconoscimento del valore della psicologia nella nostra società.

Ma le innovazioni non si fermano qui!

In Lombardia stiamo redigendo un regolamento della Commissione Tutela (il primo in Italia) che può divenire esempio per tutti gli altri Ordini per la gestione della tutela della professione di psicologo.

Il regolamento istituzionalizza la Commissione Tutela, rendendola una realtà che da oggi sarà sempre presente, indipendentemente da chi vince le elezioni.

Inoltre, il regolamento attribuisce alla commissione tre attività principali:

  1. Istruire le segnalazioni che giungono dai colleghi e cittadini (che possono trasformarsi in denunce o diffide)
  2. Rispondere ai quesiti che giungono all’Ordine sull’argomento
  3. Svolge attività di studio e di promozione della tutela della professione di psicologo.

In pratica, la commissione agirà non solo ricevendo le segnalazioni ma anche stimolandole, oltre a informare psicologi e cittadini, approfondendo temi specifici che possono generare dubbi circa la legittimità dell’utilizzo di strumenti in ambito psicologico.

L’auspicio è che in futuro questa modalità di lavoro sia adottata da tutti gli ordini italiani e la tutela e valorizzazione della professione di psicologo diventi realmente una delle principali attività dei consiglieri votati dai propri colleghi e colleghe.