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Rieccoci puntuali a raccontare cosa succede durante i consigli dell’Ordine Psicologi Piemonte. Ma questa volta sedetevi, prendete un forte respiro, e solo dopo, molto dopo, procedete a leggere questa cronaca. Lo spettacolo è stato a dir poco pietoso. Degno della peggior politica che tanto ci nausea.

Dopo la scomparsa del Prof. Blandino, già vicepresidente, entra al suo posto Elisabetta Cairo, appartenente al gruppo di minoranza Insieme per la Psicologia (Cultura & Professione). Si doveva procedere, come da ordine del giorno, alla nomina del nuovo vicepresidente che, come da accordi presi (sotto banco), avrebbe dovuto essere Alessandro Zennaro, appartenente alla maggioranza Aupi di Barcucci & C. Tutto era quindi stato deciso e concordato in camera caritatis e, forse, era stato questo il motivo – la necessità di definire questi accordi – per il quale era saltato il precedente consiglio, senza peraltro avvisare gli iscritti che vi si erano recati.

Ad apertura consiglio succede l’impensabile. Il gruppo di minoranza Insieme per la Psicologia (Cultura & Professione), con un tempismo a dir poco perfetto, richiede con una mozione d’ordine, l’inserimento al punto 3 di una mozione di sfiducia delle 3 attuali cariche rimanenti. Dichiara che tutto il gruppo Insieme per la psicologia – che ricordiamo aver acquistato un elemento in più con la recente scomparsa del Prof. Blandino –  più un consigliere della maggioranza (Littizzetto), condividono questa azione. E’ il ribaltone. Saltati tutti gli accordi, la maggioranza Aupi di Barcucci & c si ritrova di colpo in minoranza, e il gruppo Insieme per la psicologia si avventa sulla sua preda.

A fronte di questa richiesta, a nome del presidente, viene chiesta una sospensione del consiglio. Si vuole verificare se la richiesta di cambiamento dell’Ordine del giorno, con inserimento al punto 3 della mozione del gruppo Insieme per la Psicologia, sia legittima oppure no.

Riemergono dopo mezz’ora.  La sostanza è questa: per il gruppo Aupi di Barcucci & c la richiesta non è legittima, per il gruppo Insieme per la Psicologia lo è. Come se ne esce?

Si fa una votazione sull’inserimento della mozione: 8 voti del gruppo Insieme per la psicologia, 7 voti il gruppo Aupi. Quindi è passata? No! Il presidente asserisce che questa tipologia di votazione richiede, da regolamento, l’unanimità dei consiglieri e non la maggioranza semplice quindi, per lui, nulla di fatto.Ma quale regolamento” si chiede qualcuno, “Noi non abbiamo un regolamento!”. 

Si scaldano gli animi,  si sospende nuovamente il consiglio ma,  prima di rientrare negli uffici privati per discutere il da farsi, il presidente si premura di avvertire il pubblico presente, che ciò che viene detto in consiglio non deve andare in rete come citazione letterale di sue parole e che, se ciò succedesse, si tutelerà per vie legali. Piccolo particolare, i consigli vengono registrati e trascritti, tali verbali sono già pubblici per legge, per cui chiunque volesse potrebbe richiederli al nostro Ordine.

Si rientra e ci si ritrova al punto di partenza. “Il regolamento di altri Ordini parla chiaro” dice qualcuno, “Di quali Ordini?” si domanda, “Di quello dello Puglia”, “Ma quello della Lombardia dice invece il contrario, che se c’è la maggioranza semplice questa cosa è possibile” asserisce qualcun altro. La sostanza, triste sostanza, è che l’Ordine Piemonte, governato da sette anni dalle stesse persone, dagli stessi gruppi, dagli stessi poteri, diviso tra scuole di psicoterapia, sindacato dipendenti pubblici (Aupi) e docenti univesitari, non sono stati capaci, chissà se per dolo o per colpa, di darsi un regolamento. Praticamente una Casa delle libertà, ovviamente, le loro.

Ma torniamo all’enpasse. Il presidente, prima, si rifiuta di procedere alla votazione chiedendo di passare la mano al componente anziano del consiglio, poi, quando gli si fa notare che non può rifiutarsi di ottemperare alle sue funzioni, fa la controproposta: mettere a verbale che questa eventuale votazione avviene contro la sua volontà, in quanto tale votazione, a suo modo di vedere, è illegittima.

La situazione si sblocca: si procede a votare. Che passa con la nuova maggioranza 8 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti; ma si vota anche che tale mozione verrà discussa e votata al prossimo consiglio del 6 maggio.

Di qui in poi, si procede con la votazione dei seguenti punti:

–       approvazione del bilancio consuntivo 2012: che la nuova maggioranza non approva

–       Stampa del White paper sulla psicologia sanitaria: che la nuova maggioranza non approva

–       Impegno di spesa dei momenti formativi per i farmacisti all’interno della convenzione con Ordine dei farmacisti (3000 euro): che la nuova maggioranza non approva

–       Impegno di spesa per 2 nuovi seminari forma mentis: che la nuova maggioranza non approva

Il consiglio si chiude così, tutto rimandato al 6 maggio.

Questa che avete letto, è la cronaca di ciò a cui abbiamo assistito. Una cronaca che crediamo racconti in modo molto chiaro e netto che le battaglie che vengono combattute in questo consiglio, sono sterili battaglie di potere, opportunismi di parte e poco altro.

 Uno spettacolo indegno insomma, quando la fuori, oltre le mura del fortino di via San Quintino, c’è un intera comunità che chiede ben altro che queste bieche lotte di potere. Se questa è la politica professionale, bene cari colleghi, fate bene a starne lontani.

Il 6 maggio, ovviamente, saremo nuovamente presenti, per informarvi sugli sviluppi della situazione, ma intanto, cosa ne pensate di questa situazione che vi abbiamo raccontato?