image_pdfimage_print

Vi ricordate il Corso sulla Psicologia dell’Emergenza promosso dall’Ordine Emilia Romagna? Quanti di voi hanno partecipato? E quanti avrebbero voluto farlo e non ci sono riusciti? E oggi, qual è la situazione dei colleghi che hanno partecipato? Come utilizzano le competenze acquisite?

Un po’ di cronistoria dall’interno del Consiglio   

  • settembre 2016 il Consiglio dell’Ordine decide di attivare un Tavolo Tecnico sulla Psicologia dell’Emergenza che coinvolgerà la Presidente, tre Consiglieri e i rappresentanti delle Associazioni SIPEM e Psicologi per i Popoli;
  • novembre 2016 la Presidente ci informa che si è tenuta la prima riunione del tavolo tecnico e che è stata inviata una newsletter agli iscritti per comprendere il grado di interesse dei colleghi;
  • dicembre 2016 la Presidente riferisce al consiglio che circa 500 colleghi psicologi hanno manifestato interesse al percorso. Si programma pertanto la realizzazione di un primo incontro informativo (in un cinema vista la grande affluenza)
  • gennaio 2017 il Consiglio approva, all’unanimità, i contenuti del percorso formativo sulla Psicologia dell’Emergenza. Nello stesso incontro, dopo la approvazione sui contenuti del percorso, la Presidente riferisce di aver preso contatti con l’Agenzia regionale di Protezione Civile per definire una convenzione. Nasce una discussione in Consiglio sulle modalità di gestione del percorso. Sono stato l’unico consigliere presente ad evidenziare carenze e lacune organizzative. Ho fatto notare come fosse indispensabile che i colleghi – prima di partecipare alla formazione! – fossero messi a conoscenza dei contenuti dell’accordo e quindi anche del loro futuro impegno. Ho evidenziato come non fossero chiare e formalizzate le modalità per la successiva gestione dei colleghi partecipanti e come non ci fosse chiarezza rispetto ai compiti dell’Ordine stesso. Al momento della decisione sul protocollo di intesa ho deciso – unico voto diverso dagli altri – di astenermi in quanto, al di là dei contenuti formativi e degli obiettivi generali che condividevo, per me era chiaro che qualcosa non stava funzionando nel verso giusto nella organizzazione.

Nei mesi successivi il corso prende corpo e oltre 200 colleghi impegnano il proprio tempo, i propri soldi e le proprie energie per garantire la propria presenza a tutti gli incontri (non sono praticamente ammesse assenze!)

  • maggio 2017 si dovrebbe parlare della situazione in Consiglio ma la Presidente comunica che manca ancora un accordo con la Protezione Civile e che si deve rinviare la organizzazione dell’incontro formativo realizzato dalla Protezione Civile stessa per gli iscritti;
  • giugno 2017, su mia richiesta di aggiornamenti, la Presidente ci informa che ci dovrebbe essere (forse a luglio) un incontro con la Protezione Civile e che intanto sta cercando altre strade per eventuali collaborazioni tra gli iscritti e altri Enti (???)

INTANTO I COLLEGHI INIZIANO A MANIFESTARE IL PROPRIO MALCONTENTO   

Siamo a ottobre 2017 e iniziano ad arrivare diversi commenti da parte di colleghi che hanno partecipato al percorso formativo. Riporto gli stralci di alcune comunicazioni:

“ Purtroppo l’esperienza non è stata delle migliori perché, come ti dicevo, è finito tutto con un buco nell’acqua. Era partito tutto con un gran entusiasmo da parte di tutti noi ma appena arrivati si è parlato di costi che avremmo dovuto sostenere (tuta, scarpe ecc..). Costi che avremmo tutti sostenuto perché comunque non ci si aspettava che l’ordine pagasse per tutti. Successivamente si è parlato della convenzione con la protezione civile che sembrava praticamente pronta per essere firmata..la convenzione ci avrebbe permesso di essere tutelati dalla legge e di poter prendere giorni dal lavoro per partire per le varie zone, senza rischiare di perdere il lavoro. A quel punto siamo partiti con la formazione specifica che, secondo il mio parere, ha visto coinvolte troppe persone che avevano si e no 20 minuti per parlare dei loro argomenti. Troppi concetti riassunti senza approfondire nulla e la parte pratica è stata spesso carente. Alla fine dell’ultimo incontro si è saputo che la convenzione non si poteva fare perché l’ordine non è un’associazione e tali convenzioni, se non ho capito male, possono essere sottoscritte solo con associazioni. Hanno perciò parlato di un elenco di tutte le persone formate sull’emergenza al quale si sarebbe attinto solo nel momento in cui non ci fosse stata disponibilità da parte delle associazioni di volontariato. In ogni caso saremmo stati contattati per il corso con la protezione civile. L’unica cosa che ci avrebbe fornito l’ordine è la pettorina da restituire nel caso non avessimo più voluto far parte della squadra. Non credo ci sia altro da dire..solo una grande delusione”

mi sembra che all’inizio lei (la Presidente, ndr) avesse detto che voleva costituire una taskforce di psicologi dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna che avrebbe collaborato con la Croce Rossa Italiana e con la Protezione Civile e che in tal senso esistevano già degli accordi (non so di quale natura, se verbali o scritti) o pensava esistessero perché l’ultima riunione ci ha detto che in realtà così non era e che non se ne faceva più nulla. Disse che se volevamo potevamo collaborare con le due organizzazioni già esistenti (Psicologia per i popoli e l’altra di cui non ricordo il nome) che si occupavano di Psicologia delle Emergenze e che comunque la credibilità del corso come esperienza formativa rimaneva visto il monte ore che vi avevamo dedicato. Ci hanno anche mandato una mail per scaricare l’attestato di partecipazione. Io penso di no averla neanche salvato l’attestato. Ne sono uscita molto amareggiata perché sono stati molto rigidi con le frequenze (non potevamo sgarrare per più di mezz’ora)”

un corso che non ha raggiunto la formazione e la qualità dei contenuti attesi e che sarebbe invece stato possibile raggiungere dato il monte ore di partecipazione ampio e l’esperienza sul campo dei relatori ( i cui interventi risultavano purtroppo ripetitivi, superficiali e scoordinati tra loro)”

.. io entusiasta mi iscrissi al corso e l’ho seguito senza mai una assenza (quindi anche con bronchite e febbre).Dissero infatti che le assenze consentite erano solo mezz’ora al giorno. Comunque il corso e’ stato interessante ma molto superficiale e frettoloso, ma per onesta’ devo dire che la presidente ce lo disse” questo: “corso vi darà solo le basi, I requisiti minimi per poter poi operare sul campo. Inoltre ci disse all’inizio che dovevamo essere convinti di partecipare al corso perché poi saremmo stati inseriti nell’equipe di psicologi dell’emergenza dell’ordine. Poi le cose sono cambiate. Prima era stata paventata l’ ipotesi di una convenzione con la protezione civile, poi saltata..penso che la questione fosse il rimborso delle giornate lavorative perse (sia come dipendente sia come libero pr.). Poi tutto è andato complicandosi..durante una delle ultime giornate c’è stata una discussione tra la presidente e noi proprio sulla disorganizzazione.” “Alla fine doveva esserci un ultima data con la protezione civile di cui a tutt’oggi nulla si sa. E una fantomatica convenzione con la protezione civile nazionale di cui nulla si sa.”

…io mi ero illusa fosse un corso più esaustivo e che poi ci sarebbe stata una volontà di proseguire..io davvero non comprendo come quasi 200 psicologi provenienti dall’intera regione, disponibili poi a farsi il mazzo( passami il termine) siano stati lasciati cosi’..sprecati..senza un minimo di cura..che spreco”.

Alla luce di come sono state gestite le cose dalla Presidente e dalla maggioranza dei colleghi consiglieri non mi pare difficile comprendere che diversi colleghi possano essersi sentiti ingannati. Nel momento in cui a inizio percorso si fa riferimento a convenzioni con la Protezione Civile che poi si rivelano nei fatti sostanzialmente tutte da impostare; nel momento in cui non ci si preoccupa di costruire preventivamente ad una esperienza formativa di questo tipo l’adeguato contesto istituzionale; nel momento in cui non si presta ascolto (per motivi che andrebbero chiesti alla maggioranza) a chi anche in Consiglio evidenzia errori nel processo di costruzione dell’iniziativa cercando di tutelare sia i colleghi che il Consiglio stesso… che altro risultato ci si poteva attendere?

Purtroppo però a farne le spese sono stati ancora una volta i colleghi che hanno dedicato tempo, risorse, energie e anche soldi per partecipare a questo percorso. Al momento, nel bilancio preventivo 2018, è prevista una giornata di completamento del percorso. Quali esiti darà? Sulla base di quali accordi con la Protezione Civile o con altri soggetti? Con quale tutela e organizzazione per i colleghi che si sono formati? Nulla di tutto questo pare essere ad oggi definito. Vi terrò comunque come sempre informati.

Gabriele Raimondi