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La notizia dell’obbligo ECM per tutti gli psicologi a partire dal 2020 arriva dal CNOP, attraverso una news datata 22 febbraio 2019 che cade dal nulla.

[LEGGI COMUNICATO CNOP SU ECM]

Il testo è rassicurante: #StateSereni, gli ECM vi saranno lievi. Per darvi un contentino gli cambieremo pure il nome: Educazione Continua in Sanità invece che in Medicina. Sai che sollievo.

Al di là del merito della questione ECM, su cui Altrapsicologia è sempre stata critica (QUI UN APPROFONDIMENTO), è il metodo che proprio non va.

IL LEGGENDARIO METODO CNOP

Opacità, mancanza di confronto, carenza nel processo decisionale, nessun documento a supporto: questi gli ingredienti che caratterizzano il ‘Metodo CNOP’.

Lo abbiamo visto poche settimane fa con il parere sul Ddl Pillon, che ha procurato alla categoria una figuraccia epocale nazionale e internazionale.

Lo abbiamo visto con i molteplici pareri rilasciati sulle professioni fake senza passare dal Consiglio, che ci sono costati una nota del Ministero della Salute.

E lo stiamo vedendo in questi giorni, con il segreto di pulcinella del regolamento elettorale: tutti sanno della sua esistenza, ma tutti negano. E così non viene mai discusso in consiglio.

IL METODO CNOP APPLICATO ALLA FORMAZIONE CONTINUA.

Anche la formazione continua è stata gestita malamente. Da oltre sei anni, 100.000 psicologi sono in attesa di un Regolamento che dica chiaramente come devono assolvere l’obbligo di formazione continua stabilito dalla legge.

La normativa che impone la formazione obbligatoria per tutti i professionisti risale infatti al 2011. Il DL 138/2011 e il DPR 137/2013 prescrivono che ciascuna categoria organizzi la formazione continua dei propri professionisti con un Regolamento specifico approvato dal Ministero vigilante.

Molte categorie hanno svolto tutto l’iter e sono già al sesto anno di esercizio. Gli psicologi invece brancolano nel buio.

Con molto ritardo, il 27 gennaio 2018 il CNOP aveva approvato un Regolamento per la Formazione Continua [LEGGI IL REGOLAMENTO 2018].

Poi non si era saputo più nulla.

Fino al 23 febbraio 2019, quando il CNOP ha pubblicato la lieta novella del passaggio a ECM dal 2020 [LEGGI COMUNICATO CNOP SU ECM]. In evidente contrasto con quanto fatto appena un anno prima.

Cosa è successo in mezzo? Quali novità hanno fatto cambiare idea al CNOP? Non si sa.

Nessuna modifica normativa è intervenuta. Non può essere chiamata in causa la Legge 3/2018 citata nella news, perché è dell’11 Gennaio 2018, mentre il Regolamento è stato approvato 16 giorni dopo, il 27 gennaio 2018.

Nulla è stato condiviso fra i presidenti regionali in seno al Consiglio Nazionale, almeno stando ai tre presidenti di Lazio, Marche e Piemonte.

Per cui nulla giustifica la posizione contenuta nella news. A meno che non ci siano cose che noi comuni mortali non sappiamo…

IL GIALLO DELLE LETTERE MISTERIOSE

Il mistero si infittisce quando su Facebook – luogo istituzionale per eccellenza – compaiono in questi giorni due commenti.

Uno è di Roberto Calvani, presidente dell’Ordine Friuli Venezia Giulia:

L’altro del CNOP stesso, sulla pagina ufficiale e in risposta ad un collega:

Chiaramente, il diniego del Ministero della Salute al regolamento presentato modificherebbe radicalmente lo scenario. E la lettera di Agenas sulle modalità di espletamento degli obblighi ECM potrebbe esserne diretta conseguenza. Strana, ma possibile.

Due notizie del genere avrebbero dovuto sicuramente essere comunicate ai presidenti regionali. A maggior ragione perché il giorno prima della pubblicazione della news, si era svolta la riunione del CNOP.

Ebbene, a quanto riferito dai presidenti di Lazio, Piemonte e Marche non è stato comunicato assolutamente nulla. Nè risulta nulla nella documentazione fornita per la riunione.

RIASSUMENDO:

(1) 100.000 professionisti appesi da anni in attesa di sapere come ottemperare all’obbligo di formazione continua

(2) un regolamento inviato al Ministero nel 2018 e di cui non si sa nulla, salvo poi scoprire su Facebook che sarebbe stato rigettato. Rigetto del quale non è stata data alcuna notizia al Consiglio del CNOP.

(3) una news del CNOP – che ha lo stesso statuto giuridico del pettegolezzo di una comare -pubblicata mentre si stava svolgendo un Consiglio, che annuncia con nonchalance un passaggio epocale per l’intera categoria.

(4) una misteriosa lettera dell’Agenas, agenzia pubblica che non ha alcun potere normativo, prescritto o interpretativo delle norme, mai trasmessa ai componenti del Consiglio Nazionale, che indicherebbe addirittura la data di inizio dell’ECM per tutti gli psicologi.

Se non fosse tutto vero, sembrerebbe un romanzo di Pennac.

CONCLUSIONI

Nel metodo e nel merito, la condotta del CNOP sulla formazione continua degli psicologi lascia interdetti.

Una questione di tale portata e complessità viene notiziata attraverso aggiornamenti informali, senza prima essere affrontata nella sede opportuna del Consiglio Nazionale.

Si ha notizia di scambi istituzionali con il Ministero su Facebook e non in consiglio. Esistono lettere misteriose di cui alcuni presidenti regionali conoscono l’esistenza, e altri no.

Se la direzione è di far coincidere la formazione continua degli psicologi con il sistema ECM, deve trattarsi di una decisione concertata e deliberata ufficialmente nel CNOP, mediante un apposito Regolamento da inviare poi al Ministero della Salute per approvazione. Con piena assunzione della responsabilità politica di tale scelta.

Stiamo cercando di esercitare tutta la tolleranza possibile verso il CNOP, nella speranza che a forza di infilare strafalcioni qualcuno si ravveda. Ma gli psicologi non meritano questo pressappochismo nel trattare le loro questioni più importanti.