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Di tutti gli Ordini regionali e delle loro situazioni al limite del credibile, la più surreale è quella che sta attraversando l’Ordine Abruzzo.

La riassumeremo in breve: da qualche mese la maggioranza che sosteneva la presidenza di Giuseppe Bontempo, nata solo un anno fa, si è sgretolata.

I FATTI E LE DIMISSIONI DELLE CARICHE.

Una lunga serie di vicende ha reso sempre più evidente l’inadeguatezza di Bontempo nel ruolo di Presidente. AltraPsicologia le ha puntualmente segnalate e i Colleghi abruzzesi le conoscono bene.

Infine si è arrivati alle esasperate dimissioni di Vicepresidente e Tesoriere, facenti parte della stessa maggioranza del Presidente.

A quel punto, 10 consiglieri su 15 hanno chiesto le dimissioni del presidente Bontempo.

Alla base di questa vera e propria rivolta ci sono varie contestazioni, tutte gravi, ma che si possono riassumere in due questioni: l’accentramento prepotente di tutte le decisioni da parte del presidente e il suo modo intollerabilmente approssimativo di gestire l’Ordine, sia sotto il profilo politico che dell’amministrazione.

In Abruzzo, AltraPsicologia è sempre stata forza costruttiva di minoranza: abbiamo accettato il nostro ruolo, abbiamo fatto opposizione in modo gentile, trasparente e chiaro.

Siamo stati spettatori di questo ridicolo teatrino di una maggioranza incollata con lo scotch, che si è frantumata pochi mesi dopo aver eletto Presidente, Vicepresidente, Tesoriere e Segretario.

Ora, giustamente, Vicepresidente e Tesoriere hanno deciso di non tollerare più e di dimettersi, chiedendo le dimissioni del Presidente.

UN ORDINE ALLO SBANDO.

In un Paese normale, in un Ente normale, con soli 5 voti su 15 il Presidente si sarebbe dimesso immediatamente.

Senza il voto favorevole del Consiglio, la gestione ordinaria non è più possibile. Ad esempio non si può provvedere a iscrizioni, cancellazioni, trasferimenti degli Iscritti, pagamento degli stipendi dei dipendenti e dei fornitori, rapporti con la Regione e con le ASL.

Un presidente senza una maggioranza non ha nemmeno il numero legale per tenere validamente i consigli.

Andare avanti senza una maggioranza è insensato – oltre che antidemocratico.

Eppure, incredibilmente, con sprezzo del pericolo, dell’istituzione e perfino della propria dignità, il presidente Bontempo ha deciso di restare attaccato alla sua poltrona.

Ormai senza nocchiere, senza nostromo e senza equipaggio, guida un vascello fantasma ed è un Presidente solo sulla carta.

PAURA PER LA MAGGIORANZA DEL CNOP?

Qualcuno sostiene che dietro questa sua grottesca ostinazione, ci siano interessi che vanno oltre quelli abruzzesi.

Infatti, dopo la messa in discussione del consiglio della Puglia sotto i colpi dei giudici di Bari, il ribaltone traballante dell’Ordine del Molise e il tribunale di Catanzaro a fare le pulci all’Ordine Calabria – se venisse meno anche l’Abruzzo, la malferma maggioranza che regge il CNOP potrebbe avere problemi di equilibrio.

Specie dopo che il raggruppamento sostenuto dalla stessa maggioranza che regge il CNOP ha registrato una sonora batosta elettorale alle elezioni ENPAP.

LA FOLLE CORSA VERSO IL COMMISSARIAMENTO.

Noi, da spettatori di minoranza in Abruzzo, abbiamo atteso, abbiamo chiesto, abbiamo proposto.

Abbiamo sperato che non si volesse far affondare in modo così sconsiderato questa nave, per il bene dell’immagine pubblica della Categoria.

Tutto inutile.

In una sorta di esaltazione, l’ex presidente Bontempo non solo non intende mollare, ma sta volutamente guidando la nave contro gli scogli per farla affondare.

Bontempo sta cercando, in tutti i modi, di far commissariare l’Ordine, invocando, davanti al Ministero della Salute, la sua inamovibilità.

Invece che ammettere la propria sconfitta, e a questo punto il proprio fallimento politico, dimettersi e permettere alla nuova maggioranza di 10 consiglieri che attualmente si è formata di eleggere un nuovo presidente nuove Cariche, il fu-presidente tiene in ostaggio tutti i Colleghi abruzzesi e se ne sta asserragliato nella sua torre.

Nessuno dei suoi compagni di partito o di avventura sembra riuscire a convincerlo. Dove sono i vari “sostenitori” di Bontempo, dentro e fuori dall’Abruzzo?

Perché non fanno una telefonata al loro sodale, per dargli il consiglio di salvare almeno il buon nome dell’Ordine degli Psicologi, e la sua stessa faccia?

DIMISSIONI, RAPIDAMENTE E SENZA PIÙ SCONTI.

Questo è il primo articolo in cui raccontiamo a livello nazionale i fatti dell’Abruzzo. Non avremmo voluto farlo ma non abbiamo altra scelta.

Se non se ne esce, ce ne saranno altri. Non vogliamo essere costretti ad affondare la nave a cannonate, per non aggiungere altri danni di reputazione alla categoria dopo quelli delle elezioni pugliesi.

Ma non possiamo nemmeno attendere ancora. La situazione deve risolversi. Gli psicologi non possono nuovamente finire sui giornali per i comportamenti istituzionali assolutamente assurdi di alcuni personaggi.

 

Per cui la nostra richiesta, pubblica e chiara, ora è una sola:
Giuseppe Bontempo, dimettiti!