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Questo è l’epilogo dell’incredibile vicenda dell’Ordine Psicologi Abruzzo, commissariato per mano del suo stesso Presidente, di cui avevamo già raccontato a Marzo 2021 (https://bit.ly/3lnlEy4).

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I FATTI (per come li conosciamo)

Le ultime elezioni del 2019 vedono alla guida dell’Ordine Abruzzo, a stretta maggioranza (8 consiglieri su 15), una lista civica vicina alla galassia AUPI, guidata da Giuseppe Bontempo che viene nominato presidente.

Questa maggioranza sta incollata con lo scotch: non è un gruppo, è un mero aggregato elettorale. E infatti inizia a creparsi pochi mesi dopo.

Altrapsicologia, che ha sette consiglieri ed è quindi in minoranza, viene contattata da un gruppo di tre componenti della maggioranza di Bontempo.

Si dichiarano stanchi e frustrati per le angherie che il presidente Bontempo sembra riservare loro, e per l’opacità della sua gestione.

Le narrazioni delle persone sono tutte vere e tutte false. Sono narrazioni.

A volte conviene rivolgersi ai fatti, per capirci qualcosa.

E in Abruzzo i fatti sono chiari: qualcosa non funziona.

Iscrizioni, sospensioni e cancellazioni sembra siano state gestite per mano esclusiva del Presidente, nonostante la legge 56 prescriva che siano funzioni in capo al Consiglio.

La gestione dei fondi non è chiara e l’area Amministrazione Trasparente, dove per obbligo di legge dovrebbero essere pubblicate le informazioni sulla gestione economica dell’ente, risulta miseramente carente (ne avevamo scritto già a gennaio 2021: “un’area trasparenza che esprime trascuratezza” https://bit.ly/3tFnZrC)

Fatto molto grave, in quasi due anni di attività il Consiglio non istruisce nemmeno una delle segnalazioni deontologiche presentate (sembra ce ne siano 17 in coda).

Questo andazzo culmina, nel 2021, con la mancata approvazione del bilancio consuntivo a oltre quattro mesi dal termine.

Sono evidenti i segni di una patologia nell’amministrazione presieduta da Bontempo e dalla sua traballante maggioranza.

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PRESIDENTE SFIDUCIATO E NUOVE MAGGIORANZE

Ad un certo punto appare evidente che il Presidente non ha più la sua maggioranza.

Questo significa per lui non poter più deliberare ciò che vuole.

Per far fronte alla situazione, un gruppo di 10 consiglieri su 15 si palesa e si dichiara disponibile a guidare l’Ordine su nuovi presupposti.

A condizione però che Bontempo lasci la Presidenza.

In questi casi, normalmente si fa un passo indietro. Lo fanno quasi tutti. Ma lui no.

Pur di fronte alla sfiducia dei suoi stessi ex-consiglieri, e sostenuto solo da un terzo del consiglio, Bontempo decide di restare aggrappato al suo trono di cartone.

Non solo.

Avendo perso il controllo della nave, pare intenzionato a lanciarla sugli scogli pur di non lasciarla in mano al nuovo equipaggio.

Sembra infatti mettere in atto una serie di atti preordinati a inscenare il dramma di un Ente che non funziona per colpa dei consiglieri.

Iniziano le convocazioni improvvise a orari assurdi (dalle 22.00 alle 22.30), senza tenere conto delle disponibilità dei consiglieri, con sedute condotte in modo illogico, o meglio con la logica di cercare di dimostrare che sta andando tutto a rotoli.

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BONTEMPO CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO UNA PRIMA VOLTA

E dopo aver collezionato, o costruito, un po’ di prove del fatto che l’Ordine che lui stesso presiede non funziona, si rivolge al Ministero della Salute, e chiede il proprio ‘auto-commissariamento’ una prima volta.

Il ministero svolge le proprie indagini, avvalendosi del CNOP.

Verificato che l’Ente può funzionare, che c’è un gruppo di consiglieri disponibile a provvedere alle attività, il CNOP rilascia al ministero il parere di NON procedere al commissariamento.

Si tenta quindi un rimpasto delle cariche, anche con il supporto responsabile del gruppo abruzzese di Altrapsicologia.

Ma anche in questo frangente, contro tutto e tutti, Bontempo resta saldamente al suo posto e non manifesta alcun atteggiamento collaborativo.

In preda ad una febbre che francamente ancora non riesco a decifrare, prosegue imperterrito nella sua folle corsa per far schiantare la nave contro gli scogli.

A nulla valgono i continui tentativi, tutti documentati da parte dei consiglieri, di procedere regolarmente con le attività istituzionali dell’Ordine: l’intera coreografia sembra montata ad arte per andare verso il commissariamento.

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BONTEMPO CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO UNA SECONDA VOLTA

E così, dopo altri mesi di Ordine nel pantano, Bontempo chiede nuovamente il proprio ‘auto-commissariamento’.

Attenzione, il passaggio è importante: è il Presidente che chiede il commissariamento dell’Ordine. Il Presidente e nessun altro.

I consiglieri vorrebbero evitarlo e restano disponibili a gestire l’Ordine, pur ponendo condizioni di partecipazione e trasparenza nella gestione.

Con la sua insistenza, Bontempo ottiene nuovamente l’attenzione del Ministero, che nuovamente chiede parere al CNOP.

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VERSO IL COMMISSARIAMENTO

A questo punto i giochi sono fatti.

Sia chiaro: non è cambiato assolutamente niente dalla prima richiesta di commissariamento, e dal primo parere (negativo) rilasciato solo poche settimane prima dal CNOP.

L’ordine è perfettamente uguale. Funzionava male prima, funziona male adesso.

Però, stavolta, il CNOP rilascia parere favorevole al commissariamento.

In questa occasione, i 6 presidenti di Altrapsicologia in CNOP esprimono voto contrario al commissariamento, sia perché una maggioranza di consiglieri abruzzesi si dichiara disponibile a proseguire, sia perché i malfunzionamenti addotti da Bontempo sono presenti fin dall’inizio, non è cambiato nulla, e non si vede perché pochi mesi prima sia stato fornito parere contrario a commissariare mentre oggi è favorevole.

Deliberato dal CNOP il parere favorevole, tutte le pietre rotolano rapidamente a valle: il Ministero delibera il commissariamento, e viene nominato commissario Pin Luigi Palma con l’incarico di portare l’ordine a nuove elezioni.

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DOPO IL COMMISSARIAMENTO: COSA SUCCEDERÀ?

Succederà che molti nodi arriveranno al pettine.

Intanto, il Commissario dell’ordine Abruzzo dovrà portare a nuove elezioni entro 90 giorni. Questo comporterà un disallineamento nelle elezioni degli ordini, che in teoria avrebbe dovuto essere stato corretto dalla legge 3/2018.

Il disallineamento potrebbe portare ad una proroga di tutte le attuali consiliature, una prassi nefasta e antidemocratica, quanto ormai consueta, per i nostri Ordini.

Inoltre si pone il problema della modalità di voto, perché pochi mesi fa il CNOP ha deliberato all’unanimità di svolgere tutte le successive elezioni con voto elettronico, e il Presidente Lazzari si era espressamente impegnato in CNOP ad approvare un regolamento per il voto elettronico prima di qualunque altra elezioni per gli Ordini, ma al momento sta di nuovo tutto fermo.

I più maligni complottisti stanno già sussurrando che Bontempo sia la pedina sacrificale di un piano più generale, ordito con il preciso scopo di generare il caos e prolungare per anni l’attuale governo degli Ordini e del CNOP.

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RESPONSABILITÀ

Dove sta la colpa? Come nella migliore tradizione, ora tutti la scaricano sugli altri.

Il residuo del gruppetto di maggioranza di Bontempo riesce perfino a concepire l’ardito teorema che sarebbe colpa di Altrapsicologia, che in tutto questo è invece rimasta alla finestra ad aspettare la fine della loro zuffa, ed ha accettato di partecipare ad un rimpasto solo quando si è posto il problema di evitare lo schianto della nave.

La matassa è così intricata da funzionare come un proiettivo: ciascuno ci vede quel che vuole.

Io ci vedo un Presidente che, proseguendo senza dimettersi nonostante l’evidenza di non avere più una maggioranza, e spingendo deliberatamente l’Ente verso il commissariamento solo per non cedere il controllo ad una nuova maggioranza, ha fallito come Presidente, come guida, come attore politico di una comunità professionale.

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CONCLUSIONI

Mi permetto, in conclusione, un fermo giudizio su tutta questa vicenda.

È successo qualcosa che non deve mai succedere: un Capitano fallito che sfracella la nave sugli scogli con tutto l’equipaggio, pur di non lasciare il comando.

Oppure, se vogliamo una metafora meno truce, un ragazzino che si porta via il pallone perché gli altri non fanno come vuole lui.

Oppure ancora, un padre rabbioso incapace di riconoscere l’esistenza dei figli e di passare loro il testimone.

Ma queste sono tutte metafore romantiche.

Io spero che la realtà non sia invece peggiore.

Spero che i complottisti abbiano torto.

Spero che tutto questo non sia un piano preordinato, ordito da fuori, per generare un effetto a catena sull’allineamento delle elezioni di tutti gli Ordini e prorogare così gli attuali mandati.

Non sarebbe la prima volta e non ce ne meraviglieremmo.

Qualunque sia la verità, una cosa è certa: questi sono Padri che non vorremmo mai avere.