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Il POS diventa davvero obbligatorio per i liberi professionisti? vediamo come stanno le cose. Le notizie sull’obbligo del POS per i liberi professionisti, che dovrebbe entrare in vigore dal 1 Gennaio 2014, in questi giorni si rincorrono.

C’è un allarme che serpeggia in modo forse ingiustificato, dato che c’è ancora molto da definire prima di attuare l’obbligo.

Proviamo ad approfondire la questione. La norma ‘incriminata’ è contenuta nell’articolo 15, comma 4, del Decreto Legge n. 179 del 18 Ottobre 2012, che dice:

A decorrere dal 1° Gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito.

L’obiettivo dichiarato – credo irrealistico – è la lotta all’evasione. Si ritiene che la disponibilità di metodi di pagamento elettronico da parte dei professionisti e dei commercianti riduca il margine di pagamenti non tracciati e non fatturati, cioè il commercio ‘in nero’.

Ma cos’è esattamente una ‘Carta di Debito’? si tratta di un metodo di pagamento che addebita direttamente sul conto di chi paga. Si differenzia dalla carta di credito perché quest’ultima non addebita direttamente sul conto corrente: il pagamento viene finanziato dall’emittente della carta, che ‘presta’ il denaro per il pagamento. Le carte di debito diffuse attualmente sono di due tipi: il classico bancomat e le carte prepagate o ‘ricaricabili’.

Qual’è il motivo di tanta preoccupazione fra i professionisti?

Sicuramente il costo. Infatti, accettare pagamenti con carte di debito implica essere dotati di una minima strumentazione elettronica. Si va dalla maschera PayPal sul proprio sito o sul proprio smartphone – che accetta carte prepagate e carte di credito – alla famosa macchinetta di cui è dotato ogni negozio per accettare i pagamenti con bancomat.

Quanto può costare tutto questo?

Le attuali offerte commerciali agiscono su tre tipi di costi:

> il costo del dispositivo POS, la ‘macchinetta’ per accettare i pagamenti: almeno 100 euro una tantum
> il costo del canone mensile: le offerte partono da zero, per arrivare anche a 30-40 euro mensili
> il costo delle commissioni, mediamente fra il 2 e il 3% su ogni pagamento, con una punta del 3,4% per PayPal.

Questa operazione è un costo per i professionisti di ogni ordine e grado: che si tratti di redditi minimi o di redditi elevati, occorre mettere in conto almeno 100-150 euro di investimento iniziale, e poi una quota fissa mensile, o percentuale sui pagamenti.

Ed ora veniamo al punto più importante: tutto questo allarme è giustificato? dovremo davvero adeguarci entro fine 2013? per ora no, per due motivi:

Il primo motivo è che i ministeri incaricati non hanno ancora definito con precisione l’obbligo, modi e termini in primis. Il decreto legge impone infatti che il Ministero dello Sviluppo Economico, insieme al Ministero delle Finanze, sentita la banca d’Italia, emanino un decreto ministeriale di attuazione dell’obbligo, che indichi come si deve fare: per quali importi minimi, in che modalità e con che termini occorre adeguarsi.
Ebbene, questo decreto ancora non c’è.

Senza il decreto ministeriale, non sono definiti i modi e i tempi per adeguarsi, e quindi correre ad attivare un contratto per il POS non ha alcun senso, a meno che un professionista non voglia offrire questo servizio per i propri clienti.

Insomma: No decreto attuativo, No POS.

Il secondo motivo è che in ogni caso non sono previste sanzioni per il professionista che non ottempera. L’obbligo esiste, ma ad ora non possono darsi conseguenze dirette se non ci si adegua.

Cosa stanno facendo le associazioni di professionisti?

Alcune categorie professionali si sono attivate per chiedere che i professionisti siano dispensati dall’obbligo di mettere a disposizione questi nuovi strumenti di pagamento elettronico. Anche Altrapsicologia invierà una propria nota presso i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Finanze.

Nel frattempo, le organizzazioni dei professionisti devono però andare anche nell’altra direzione: contrattare con il mercato bancario per avere condizioni agevolate. Gli strumenti di pagamento elettronici sono infatti sempre più diffusi.

Ogni esercizio commerciale oggi possiede un POS non perché sia un obbligo, ma perché si tratta di un servizio ai clienti. Inoltre, queste forme di pagamento sono una garanzia di ricevere subito i soldi.

Non si può pensare che il futuro del professionista sia privo di strumenti di pagamento elettronici: un esempio per tutti sono le prestazioni online, sempre più diffuse, in cui avere a disposizione strumenti di pagamento rapidi e sicuri in luogo del classico bonifico bancario è una garanzia prima di tutto per i professionista.

La vera scommessa per le associazioni di categoria, gli Ordini e le Casse di Previdenza è di ottenere condizioni agevolate e costi minimi per i professionisti.