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Ne avevo parlato in QUESTO ARTICOLO, dei tutor non-psicologi. Sembrava di essere usciti dalla discussione con l’accordo di considerare delle modifiche, di chiedere pure un parere legale. Ma la faccenda si ripresenta uguale, come i peperoni.

La proposta giunge dall’interno dell’Ordine Psicologi Veneto, da alcuni consiglieri che hanno incontrato rappresentanti dell’Università di Padova. Non tutor qualsiasi, ma ricercatori e docenti universitari afferenti ad alcune classi di insegnamento.

Se ne era discusso il 28 maggio e sembrava che la maggioranza dei consiglieri trovasse critico il fatto che a formare un futuro professionista con l’obiettivo dell’Esame di Stato e dell’iscrizione all’Ordine, fosse una persona non iscritta. Che gli insegna, se non fa la professione? chiaro, è una provocazione: docenti e ricercatori in Psicologia hanno sicuramente molto da dire. Ma ci sono aspetti – squisitamente professionali – che richiedono l’abitudine alla pratica del mestiere. Ad esempio: come può essere che un tutor non-psicologo, che non è soggetto al Codice Deontologico, passare una pratica rispettosa della norma-cardine degli psicologi?

Ma il 2 Luglio, la sorpresa: di nuovo all’Ordine del Giorno, l’argomento viene ripresentato del tutto uguale. Di nuovo, senza minimamente prendere in considerazione le indicazioni dei consiglieri, la convenzione viene ripresentata alla discussione con le stesse clausole: ancora tutor non-psicologi.

Nel frattempo, ci siamo informati: non è vero che altri ordini lo fanno. In Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, i consiglieri e presidenti che abbiamo interpellato ci hanno guardato come fossimo marziani. Nessun tutor non-psicologo, nella loro contea. Ci mancherebbe.

Ma nel frattempo, è successo che pure alcuni consiglieri dell’Ordine Veneto sembrano aver cambiato idea: qualcuno sulla proposta sembra essersi intenerito ed oggi, quasi quasi, voterebbe a favore.

Con quale argomento?

Si sostiene ancora che il prossimo anno potrebbero essersi 200 tirocinanti privi di una sede per svolgere tirocinio, e che l’apertura a tutor non-psicologi all’Università potrebbe risolvere.

Praticamente, come dire che se in una battaglia restano a terra un sacco di feriti rispetto ai medici, si può ammettere che qualche soldato semplice – o al limite qualche infermiere – possa mettersi ad intervenire chirurgicamente. Voglio dire: è pericoloso affermare che, per ottenere un certo obiettivo, vale la pena di impiegare come strumento la violazione di norme generali.

Del resto è tutto da dimostrare che l’apertura ai tutor non-psicologi possa risolvere il problema dei tirocini, che dura da secoli ed ha un radicamento saldo nell’abitudine a sfornare migliaia e migliaia di laureati. Che provengono dall’Università, fra l’altro.

Ed è la stessa università che gestisce le convenzioni con i singoli enti che possono ospitare tirocinanti. Fra i requisiti richiesti per essere sede di tirocinio – pensa un po’ – c’è quello primario di avere degli psicologi iscritti all’albo che vi lavorano dentro. Ovviamente, dico io.

Dove sono questi elenchi? chi rende pubbliche le sedi di tirocinio? a ben cercare nel sito dell’Università di Padova, l’elenco si trova: ECCOLO. Non sembra del tutto completo – un consigliere nota che la propria struttura, sede di tirocinio, non è in elenco – ma è un punto di partenza.

Molti anni fa, il neo-laureato trovava ad accoglierlo in segreteria di Facoltà un libretto, annualmente aggiornato, con tutte le sedi di tirocinio convenzionate, con tanto di descrizione, indirizzo e recapito telefonico. Con la dicitura che tutte le ASL erano automaticamente sede di tirocinio, purché vi fosse la disponibilità di un tutor psicologo.

Ecco, basterebbe poco per affrontare la questione in modo corretto. Eppure si insiste, qui all’Ordine. Si spinge, per approvare questa faccenda dei tutor non-psicologi. E quando sento qualcuno che spinge con insistenza, mi chiedo sempre perché.

Alla fine però prevale una posizione ragionevole: si rinnova di un anno la vecchia convenzione. Per stavolta i tutor non-psicologi non ci saranno. La rogna l’affronterà fra un anno il nuovo consiglio dell’Ordine, giacché questo scade a Dicembre: festeggeremo con il panettone.