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Entro la fine del 2019 dovrebbero aver luogo le elezioni per il rinnovo dei consigli degli Ordini Regionali degli Psicologi. Prima che tutto scivoli – e confido che non avvenga in modo inutilmente conflittuale – nella bagarre elettorale, vorrei fare un appello a tutti coloro che oggi sono impegnati nel ruolo di consiglieri e Presidenti di Ordini.

Questo mio editoriale vuole essere un chiaro e fermo invito a procedere con le elezioni, giacché due anni di proroga e le voci di tentativi di ulteriori proroghe stanno trasformando gli Ordini in un impero in decadenza.

Ma la questione è aperta anche sul METODO con cui votare. La definizione di tale metodo è in corso in questo periodo nel CNOP. E siccome tutto si sta svolgendo con la consueta mancanza di trasparenza, non ho altro modo di far sentire la voce di Altrapsicologia se non con questo pubblico appello.

Altrapsicologia auspica senza compromessi il voto elettronico da casa.

La legge Lorenzin  (3/2018) prevede fra l’altro “la possibilità per gli Ordini delle professioni sanitarie di stabilire che le votazioni abbiano luogo con modalità telematiche“. Alcuni Ordini regionali stanno già procedendo con pareri legali a supporto dell’applicabilità di questa possibilità anche agli Ordini degli Psicologi.

Il voto elettronico da casa è la soluzione migliore per diverse ragioni: per favorire la partecipazione, per agevolare enormemente gli iscritti, per garantire una maggiore sicurezza, e per conseguire un risparmio anche dell’80% rispetto al voto tradizionale al seggio e per corrispondenza.

Il voto telematico non è una novità nelle pubbliche amministrazioni italiane. Istituzioni pubbliche lo hanno già utilizzato per importanti occasioni elettorali, come la nomina dei componenti le Commissioni di valutazione universitaria mediante il sistema CINECA.

E non è una novità nemmeno per gli psicologi. Le ultime elezioni ENPAP del 2017 si sono svolte interamente con voto telematico.

Vorrei in particolare soffermarmi sulle elezioni ENPAP.

(1) Il voto elettronico è stato adottato su autorizzazione ministeriale, mediante un Regolamento Elettorale approvato dal Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero dell’Economia e Finanze.

(2) I 50.000 iscritti ENPAP hanno potuto votare comodamente dalla propria casa o studio attraverso un qualunque computer o smartphone connesso ad internet.

(3) La procedura è stata gestita in totale trasparenza da una società specializzata, selezionata mediante le procedure previste dal Codice degli Appalti.

(4) Le credenziali inviate tramite PEC hanno garantito la personalità del voto.

(5) Il sistema crittografico ne ha garantito la segretezza, impedendo qualunque possibilità di collegare l’identità del votante con la preferenza espressa.

(6) Le procedure si sono svolte correttamente, efficacemente e velocemente. Hanno visto un incremento sostanziale della partecipazione, e una grande soddisfazione espressa da tutti gli iscritti per la comodità e la rapidità della procedura di voto.

(7) Non ci sono stati contenziosi o ricorsi: segno che la procedura adottata è stato considerata affidabile e sicura anche dai candidati non eletti.

Con le ultime elezioni ENPAP ci si è allontanati molto dall’epoca delle diligenze postali.

Ricordo il voto per corrispondenza come fosse un’altra epoca, dal sapore antico. Per votare occorreva recarsi fisicamente in un capoluogo della regione di residenza, oppure intavolare complicati quanto antiquati scambi epistolari di plichi cartacei con tanto di autentica della firma, della durata di settimane. Con schede votate che viaggiavano in giro per l’Italia, affidate a sconosciuti corrieri.

Ma quel che più conta, il voto elettronico ha consentito un enorme risparmio.

Dal Bilancio Consuntivo ENPAP 2018: “per le elezioni del 2017 si sono complessivamente sostenuti oneri per 175mila Euro rispetto al milione e 118mila Euro per le elezioni del 2013, con una riduzione dell’84,38%. Risparmio che è possibile impiegare per altre finalità in favore degli Iscritti.”

Un risparmio di quasi 1 milione di euro: da 175 mila euro a fronte di 1 milione e 118 mila euro. In cambio di una procedura molto più comoda, sicura e veloce. Un risultato impressionante.

Sono a conoscenza che alcuni Ordini Regionali hanno già raccolto preventivi per il voto elettronico. Da queste preliminari indagini di mercato emerge una prospettiva di risparmio analoga a quella realizzata da ENPAP.

Un possibile danno erariale?

Avere a disposizione una tale possibilità di risparmio e non adottarla porrebbe inevitabilmente profili di danno erariale. Perché l’economicità è un principio cardine per l’azione delle Pubbliche Amministrazioni. Come potrebbe un amministratore di denaro pubblico, avendo a disposizione un modo per svolgere le elezioni risparmiando fino a 6-8 volte e con risultato analogo se non migliore, non adottarlo?

Un modo per liberare risorse per la comunità professionale.

Credo però che, al di là della condotta del buon amministratore, l’argomento più importante per adottare il voto elettronico sia questo: permetterebbe di liberare risorse economiche a favore degli iscritti e della professione.

Confidando che questo mio appello venga positivamente accolto dagli Ordini Regionali e dal Consiglio Nazionale, attendiamo con pazienza gli sviluppi della vicenda.