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Possiamo partire da oggi, 10 Dicembre 2005, una data storica, per la prima volta da quando è stato istituito l’albo degli psicologi, questi scendono in piazza per denunciare lo stato di abbandono e di sfascio nel quale versa la psicologia italiana.

L’assenza di una politica ordinistica che tuteli la professione e la formazione professionale, i continui assalti alle basi stesse dell’ordinamento psicologico italiano ivi compreso il furto della specializzazione in psicologia clinica da parte delle facoltà di medicina, come oggi hanno avuto, e in futuro avranno una risposta dura e compatta di tutti gli psicologi che amano questa professione e intendono tutelarne il futuro.
Una nuova stagione di confronto si apre dunque con oggi, e di lotta politica tesa ad affermare con decisione e fermezza che non si può sopravvivere gestendo lo status quo senza avere in animo il futuro della professione. Il momento è particolarmente propizio per lanciare un confronto nella categoria e arrivare compatti a formulare una piattaforma generale sui problemi immediati e sulle prospettive future degli psicologi italiani.
Nei prossimi mesi, ogni volta che apparirà necessario, si potranno organizzare presidi di informazione nelle università e in altri luoghi per mantenere viva con la nostra protesta l’indignazione per lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la psicologia nel nostro paese. E certamente saranno mesi importanti, in una Italia impegnata per il rinnovo del parlamento e del governo, per portare a conoscenza dei politici la piattaforma della quale parlavo sopra.
Occorrerà mettere l’accento su:
– Formazione universitaria e post-laurea.
– Democrazia degli Ordini regionali e nazionale.
– Nomenclatore-tariffario.
– Questione pensionistica.
– Nuove prospettive professionali per gli psicologi.
– Altro ancora.
La mobilitazione di tutte le risorse della categoria dovrà accompagnare ogni iniziativa di lotta e di confronto con le istituzioni.
Ciò che abbiamo di fronte è l’occasione di far crescere un grande movimento di rinnovamento che attraverso i diversi passaggi democratici potrebbe portare finalmente alla maturazione di una nuova identità professionale.