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AP considera la formazione postuniversitaria in Psicoterapia, sia essa privata o pubblica, un’opportunità per sviluppare competenze specifiche e trasversali, decisive per la funzione sociale degli psicologi-psicoterapeuti.
AP è altresì convinta che nel territorio nazionale operino ottime Scuole di specializzazione in Psicoterapia, di diversi orientamenti teorici.

Chiarito ciò, affermiamo pure che l’organizzazione generale del sistema formativo in Psicoterapia è ad oggi in crisi ed incapace di garantire qualità e tutela a specializzandi e clienti finali. Alcuni dati oggettivi:

  • per essere riconosciute dal MIUR le Scuole devono produrre degli incartamenti più su aspetti quantitativi (leggi normativa), che su aspetti qualitativi ed etici. Una volta riconosciute, non hanno più significativo monitoraggio. L’attuale sistema MIUR non è quindi capace di dare garanzie in entrata ne, tanto meno, in itinere;
  • ad oggi abbiamo circa 275 Scuole private, riconosciute dal MIUR, a fronte di un mercato del lavoro che offre pochissime opportunità ai giovani Psicoterapeuti, ed a fronte di concorsi per Dirigente Psicoterapeuta praticamente inesistente (ricordiamo che per Dirigente Psicologo necessita Scuola universitaria ). E nonostante ciò, continuano a nascere come funghi…
  • le Scuole sono divenute aziende a tutti gli effetti, che vendono “prodotti formativi” fuori controllo. La qualità spesso deve fare i conti con i bilanci. Il diminuito numero di specializzandi, anche a fronte dell’aumento di offerta in Psicoterapia, ha condotto diverse Scuole a proporre formazioni parallele a counselor, reflector, pedagogisti clinici, ecc… con l’inevitabile risultato di squalificare il titolo di psicologo e di psicoterapeuta ;
  • i tirocini non sono garantiti ed anzi spesso a pagamento; capita che i docenti di spicco vengano sostituiti dalle seconde, se non terze, linee; gli altri orientamenti alle volte vengono taciuti e neppure gli aspetti pratici di avvio alla professione vengono trattati; alcune volte ci sono aumenti significativi di iscrizione da un anno all’altro; ecc…

Un cambiamento a lungo termine sarebbe opportuno attraverso una riforma globale del sistema formativo postuniversitario che preveda con il massimo rigore, e con il minimo di burocrazia, il controllo dei percorsi formativi individuali.
I cambiamenti a breve e medio termine passano invece attraverso il recupero dell’etica ed il riassetto organizzativo delle scuole.

AP propone per il breve-medio termine, per questa materia, le seguenti idee ed azioni pratiche:

  • elaborazione e sottoscrizione da parte delle Scuole di una Carta Etica elaborata e condivisa con TUTTI i soggetti delle scena: esperti, docenti, allievi, ex allievi, comitati degli utenti finali. Tale documento dovrebbe diventare uno strumento di accreditamento monitorabile da chiunque e principio di qualità. AP, intanto, ha preparato una sua Carta Etica (link)
  • implementazione di un sistema di valutazione della qualità della formazione da parte degli specializzandi, gestito a livello centrale (questionario unico per tutte le scuole, dati elaborati centralmente, magari anche attraverso l’utilizzo di un questionario on line sul sito del CNOP), i cui risultati dovrebbero essere pubblici, consultabili anche on line, in modo da fornire un chiaro riscontro sulla qualità della formazione e uno strumento utile a scegliere per chi intende iscriversi ad una scuola. Questo strumento di valutazione riprenderebbe, ovviamente, i principi enunciati nella Carta Etica.
  • accorpamento delle scuole convergenti secondo i principali paradigmi seguendo modelli organizzativi di tipo confederativo affinché le principali correnti delle psicoanalisi, del cognitivismo, della gruppoanalisi, sistemico-familiari, e così via, utilizzando riferimenti internazionali, si riuniscano in fondazioni scientifiche più grandi e riconoscibili che organizzano anche la didattica. Esiste infatti la possibilità di non disperdere le esperienze e le storie/identità delle singole realtà formative contemperando i percorsi formativi della singola scuola con il paradigma di riferimento più generale. Questo consentirebbe la presenza di docenti più selezionati e qualificati (e non le seconde e terze linee); una maggiore incisività organizzativa in merito ai tirocini e alle altre esperienze formative pratiche; la possibilità di realizzare progetti di ricerca e altri progetti coordinati dalla fondazione di riferimento.
  • stanziamento obbligatorio del 5% del bilancio della singola scuola o organizzazione-fondazione per progetti di ricerca, interni o condivisi con altri, nell’ambito della psicoterapia, e creazione, in collaborazione col MIUR, di un archivio nazionale unico di tutte le ricerche prodotte dalle fondazioni. Sarebbe possibile in tal modo interfacciare l’enorme produzione scientifica così prodotta con le altre istituzioni nazionali ed internazionali di ricerca in psicoterapia, realizzando finalmente una centrale di esperienza, pensiero e cultura di livello. Sarebbe anche possibile monitorare la qualità delle singole fondazioni attraverso le sue specifiche produzioni scientifiche.

Per il lungo termine:

  • revisione e ricontrattazione col MIUR dei criteri di valutazione dei percorsi formativi secondo modalità qualitative.