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Cambio di governo, cambio di gestione, cambio di ‘regole’.

Non siamo qui per discutere chi, cosa, quando e come; se è meglio uno o se è meglio un altro. Quello che ci preme è la nostra sopravvivenza professionale e, perché no, anche fisica, dal momento che, fino ad oggi, ben pochi sono gli psicologi al disotto dei quarantacinque anni in grado di testimoniare la propria  tranquillità economica e professionale.
Voglio discutere con voi la questione della proposta relativa all’eliminazione dei minimi tariffari.
Attenzione, non che questo ci interessi, dal momento che – lo dico per chi ancora non lo sapesse – noi il tariffario non lo abbiamo!!!
La proposta in questione è diretta a tutelare gli utenti e a garantire – sembra – una maggiore accessibilità agli specialisti da parte di chiunque. Ben venga il proposito – del resto, lo sappiamo, noi psicologi siamo tanto preoccupati del benessere e della tranquillità del prossimo, che spesso dimentichiamo la nostra – ma come potrebbe evolvere la situazione se si giungesse realmente all’eliminazione del minimo?
Poco ci interessa dei medici e degli avvocati, che, fortunati loro, non hanno certo il problema di qualificarsi di fronte ad un possibile parco utenti. Quello che ci preme è la nostra professione, la nostra professionalità e – perché no? – il nostro futuro futuribile, quello cioè che ci consenta di vedere un domani fatto di progetti, matrimoni, pargoli e cani che scodinzolano in un giardinetto.
Spostiamo per un attimo l’attenzione allo scenario che si prospetta in modo sistematico e un po’ rigido, se vogliamo, ma quantomeno chiaro.

PRO:

  • La psicoterapia potrà essere accessibile anche a quelle fasce di utenza meno fortunate che, in questa circostanza, potranno scegliere il professionista a cui rivolgersi senza doversi ‘accontentare’ – perdonatemi la licenza poetica – dell’unico proposto.
  • La nostra professione subirà uno slancio ed una maggiore diffusione sul territorio superando – finalmente – l’inedia dimostrata da anni ed anni di lavoro (lavoro?) di promozione inconcludente da parte degli ordini professionali.
  • La ben nota ‘richiesta sommersa’ si espliciterà in quanto la nostra fama di ‘professionisti esosi’ verrà superata da un mercato aperto e concorrenziale che darà posto a tutti.

Tuttavia la psicologia in quanto scienza non si esaurisce nella psicoterapia. E allora cerchiamo di analizzare i pro che deriverebbero agli altri ambiti applicativi della psicologia se il minimo tariffario venisse realmente abolito:
………… ……….. ……. Accidenti, forse sono limitata, ma non trovo particolari ‘pro’. Anzi, ad essere del tutto sincera, non ne trovo affatto!

Allora spostiamoci sul versante dei ‘contro’ partendo proprio dalla branca più conosciuta dell’ambito psicologico: la psicoterapia.

CONTRO:

  • L’eliminazione del tariffario minimo, non garantirebbe in ogni caso all’utente la serietà del professionista, esattamente come non la garantisce oggi la presenza dello stesso. La differenza sostanziale starebbe nel fatto che, con molta probabilità, le prestazioni verrebbero abbassate del loro livello economico fino a rasentare una vendita al dettaglio di tecniche simile all’ingresso concorrenziale del mercato cinese nell’abbigliamento. Immaginiamo noi stessi a seguire giornate intere di psicoterapie a dieci euro l’ora. Si abbassa la tariffa e aumentano gli accessi, ma la mole di lavoro resta la stessa ed essendo io una psicologa del lavoro, come posso pensare che a lungo andare non scenda il livello di motivazione e, conseguentemente, scada la qualità del servizio? Del resto siamo esseri umani, e ciò sarebbe una naturale conseguenza. Naturale e possibile: è ovvio non scientificamente certa.

Ma spostiamoci ora su altri versanti

  • La richiesta di somministrazione di test per la selezione del personale potrebbe far aprire uno scenario piuttosto inquietante dove le aziende che richiedono questa specificità potrebbero fare il seguente discorso: vorrei un 16pf per 250 persone. Lo Studio Pinco Panco mi mette tre euro a test. Voi potete farmi di meno?
  • Le perizie di parte, dove molti colleghi svolgono la loro prestazione d’opera, sarebbero la gioia di molti. Immagino già lo slogan: ‘PERIZIE GRATIS PER TUTTI!!!’ E poi in piccolo ‘ci pagate solo le spese di segreteria’ – che a quel punto avrebbero tutto il diritto di essere esose, tanto non godono della ‘tutela’ di un tariffario….
  • La psicologia dello sport, dove la disponibilità del professionista giunge talvolta ad essere di 24 ore su 24, potrebbe veder precipitare i già miseri compensi in baratri profondi.
  • Per quanto riguarda la formazione professionale e post universitaria svolta in forma privatistica, sebbene un eliminazione del minimo tariffario potrebbe rivelarsi utile per una maggiore richiesta da parte delle strutture (ovviamente si abbasserebbero i costi di gestione), aprirebbe quella che io chiamerei ‘caccia al professionista povero’ che, pur di lavorare (come tutti noi vorremmo), si troverebbe costretto ad accettare tariffe inferiori ai 30 euro lordi l’ora, per giungere a ‘cibarsi’ di onori e gloria.

 E va bene, lo ammetto: una disquisizione sterile, dal momento che noi, come ho già detto, IL TARIFFARIO NON LO ABBIAMO! Tuttavia un punto di partenza per riflettere su quello che potremmo fare, su quello che potremmo trovarci a vivere e, ultimo ma non ultimo, su quello che, come comunità professionale, potremmo proporre per elevare la qualità e l’immagine della nostra professione.