Consiglio Nazionale: perchè non dare la presidenza a …

Nuova occasione mancata all’elezione del Consiglio Nazionale degli Psicologi. Una proposta rivoluzionaria: perché non dare la presidenza al leader dei teletubbies?

Il 9 giugno si sono svolte, come ogni quadriennio, le elezioni delle cariche al Consiglio Nazionale dell’ordine degli Psicologi. Data l’importanza dell’evento, il consesso si è riunito presso il Ministero della Giustizia in Roma, alla presenza di tutti i presidenti degli ordini regionali. In qualità di presidente della seconda regione per numero di psicologi, che in Lombardia superano quota 13 mila, il Dott. Mauro Grimoldi ha fatto un’affermazione sconcertante dichiarando: “sono stato tentato di proporre una candidatura che mi avrebbe certo esposto all’accusa di eccessivo idealismo, di estremismo e forse persino di eversione, che tuttavia non sarebbe stata priva di un suo intrinseco valore. Si tratterebbe di Tinky Winky, il leader carismatico del gruppo dei pupazzi Teletubbies.” Il Dott. Grimoldi, stimato professionista, così risponde alla domanda se la sua non sia da considerarsi una semplice provocazione: “vi prego di sospendere il giudizio anche se, mi rendo conto, il fatto di non avere portato avanti questa linea politica è un’arma che ho consegnato nelle mani dei detrattori di una posizione coraggiosa”.

Andrew Davenport, cognitivista inglese “scrive i miei testi” pare abbia affermato il Dott. Winky per amore dell’iperbole e gratitudine verso il suo maestro in un’intervista divenuta poi giustamente celebre. Suo, va rammentato poiché troppo spesso molti hanno voluto attribuirsene il merito, è quel “tante coccole!” che rappresenta la summa di una teorizzazione che dietro l’apparente semplicità delle affermazioni di principio cela una riflessione di rara profondità.

Eppure il Dott. Winky, celebre professionista che non esita tuttavia a farsi chiamare “Tinky”, di certo avrebbe avuto il merito di saper portare i difficili temi della politica professionale in tutte le case. Straordinariamente trasparente nella comunicazione, Tinky Winky si è guadagnato grande notorietà quando ha comunicato alla comunità scientifica la decisione di non pronunciare mai più di due parole di seguito, sconvolgendo il paludato mondo accademico. A molti ha ricordato l’ultimo Lacan, che si dice si esprimesse annodando pezzi di corda: “non dico mai più di due parole di seguito” –ha sostenuto Winky in un’intervista- “perché non ho niente da dire”. L’esatto opposto dell’odioso gergo della politica.

Nessuno come lui avrebbe potuto avvicinare alla politica professionale i giovani e giovanissimi, anche se nuove riforme dell’ordinamento universitario dovessero spostare l’età minima dei colleghi a prima della fase della verbalizzazione. Tinky Winky è pronto per le nuove sfide che la modernità ci propone.

Chi poi è addetto ai apprezza la straordinaria coesione della “squadra” con cui il nostro si presenta. Mai e poi mai si potrà verificare che i quattro teletubbies perdano di compattezza dopo anni passati a dividere la stessa tubbiepappa; sono esperienze che segnano, creando legami indissolubili il cui valore di lealtà e fedeltà si apprezza particolarmente in politica, diventando le basi per una effettiva governabilità negli anni dell’Ordine nazionale. Si sarebbe anche potuto pensare, i uno scenario visionario, che, avendo i numeri, si potessero insediare anche Dipsy, Lala e Po sugli altri scranni dell’istituzione.

I detrattori sosterranno che Tinky Winky non sia rappresentativo di un contesto in cui il 91% degli psicologi sono donne. Ha senso rimandare al mittente l’accusa di sessismo. Piuttosto va rimarcato come i tentativi di screditare politicamente Tinky Winky accusandolo di omosessualità (a chi dubiti prego di cercare Teletubbies su Wikipedia, sezione “controversie”) abbiano solo infine dimostrato la grande statura morale dello statista in viola, che non si è mai abbassato a rispondere alle accuse se non con uno sferzante “ciao-ciao”, che, all’indomani dell’attacco politico, è suonato tagliente e non privo di connotazioni critiche verso chi si sia prestato a stratagemmi centrati su sterili attacchi personali, aventi, come già avvenuto con Berlusconi e Marrazzo, al centro sempre e solo il pruriginoso tema del sesso.

Dice Grimoldi: “L’unica ragione per cui mi sono astenuto dal proporre Tinky Winky era la certezza che non fosse in regola con il pagamento delle quote annuali di iscrizione all’Ordine degli Psicologi. Ho verificato: è un evasore totale”. Frode o un pensiero libero da condizionamenti? Semplice svista o capacità di un’autonomia di giudizio che molti gli invidiano? Egli è rimasto -saggiamente- ai margini delle pastoie ordinistiche, e già non pochi sussurrano tra i corridoi degli Ordini Regionali che l’ondata di cancellazioni cui tutti stiamo assistendo sia generata da un fenomeno di contagio innescato dall’atto di ribellione di questo visionario trendsetter del terzo millennio.”

Il fatto che gli sia stato impedito di esercitare il diritto, pur costituzionalmente sancito, di essere candidato a rappresentare i colleghi è però grave, specie se si considera che si tratta di un mero fatto amministrativo, e che quindi ancora una volta nel Bel Paese ci tocca dare atto di una vittoria della burocrazia. Ma lacci e lacciuoli istituzionali non ci hanno ancora impedito il libero pensiero e la libera rifessione.

E’ quindi infine stato eletto Luigi Palma, alla seconda consigliatura all’Ordine Nazionale, un uomo pragmatico e in grado di fare bene, ma certo meno idealista e sognatore del pupazzo viola.