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Senza girarci intorno con le parole, scrivo questo post in uno stato di franca incazzatura, e prego chi lo leggerà di tenerne conto e di fare la tara a quanto segue.

Abbiamo appena saputo che il Presidente del nostro ente di previdenza, l’ENPAP, Arcicasa (AUPI-Costruire Previdenza) risulta indagato per truffa aggravata nella nota inchiesta relativa alla compravendita del palazzo in via della Stamperia a Roma. E la cosa, diversamente da molti colleghi che esprimono una sorta di sterile e vendicativa soddisfazione, non mi fa affatto piacere. Io provo vergogna, mi vergogno profondamente, come psicologo e come professionista appartenente ad una categoria che esprime una classe dirigente come questa.

Amministrare le istituzioni per un mero esercizio di potere e farlo occupandole militarmente troppo a lungo fa male alla salute di chi si specializza in questo esercizio, fa malissimo soprattutto ai cittadini amministrati. Ed inoltre getta discredito ad una professione che certamente già non gode di grande prestigio sociale.

In un altro post segnalavo la catastrofe culturale del nostro paese nel quale sembra essersi compiuta una sorta d’identificazione metafisica tra sfruttatore e sfruttato. Detto in altri termini, una sindrome di stoccolma di proporzioni ontologiche per la quale per un verso si è realizzata una totale anestetizzazione della coscienza politica e civica, della partecipazione democratica, per un altro verso la complicità psicologica dello sfruttato verso l’opportunismo dello sfruttatore è diventata talmente profonda da disinnescare qualunque conseguenza dell’indignazione pubblica, in genere transitoria e impotente.

Gli individui che OVUNQUE s’insediano parassitariamente nelle istituzioni con queste premesse, sentendosi impuniti e non controllati da alcuno, e che si ritrovano coinvolti in scandali, indagini e robette del genere, sono di fatto trascinati da meccanismi di ordinario abbrutimento, di adesione collusiva a consuetudini an-etiche che prima o poi diventano seri problemi giudiziari. Non so se sia questo il caso del Dr. Arcicasa, mi auguro per lui e per noi che non vi sia nulla a suo (e nostro) carico, anche se temo il peggio.

Gli unici antidoti a questo andazzo sono da un lato attivare dei meccanismi virtuosi di controllo, di trasparenza e di garanzia, da parte degli amministrati e dall’altro andare a votare una classe dirigente alternativa e più virtuosa e mandare a casa la vecchia.

Nessuno dei due antidoti è stato mai assunto dagli psicologi, i quali da un lato delegano da sempre passivamente (mosciamente) la loro rappresentanza e quando va bene riescono solo ad esprimere una lamentatio o il solito sfogo rabbioso pantoclastico e qualunquistico quasi sempre privo di qualunque logica e fondamento informativo e dall’altro continuano imperterriti ad astenersi alle votazioni in una indegna percentuale bulgara del 75-80%. Praticamente dei totali irresponsabili.

Ed allora, non sono arrabbiato solo col Presidente Arcicasa che al momento si ritrova in una faccenda giudiziaria e che per questo motivo merita solo la mia umana compassione e che ci trascina tutti nel discredito e nella vergogna, non sono solo MOLTO arrabbiato con l’associazione che lo esprime come nostro rappresentante (l’AUPI, lo storico sindacato dei colleghi pubblici), io sono letteralmente incazzato con il 75-80% dei colleghi che non va a votare e che fa finta cha questi fatti non riguardino loro e soprattutto che lascia il comando della nostra categoria alle solite consorterie e clientele (che con meno del 5% di pacchetti di voti governano tutto e tutti).

E’ all’ingavia di questi grandi numeri che bisogna assegnare la responsabilità di questa umiliante vicenda. Una evidente complicità che ritengo inaccettabile. Basta con i soliti idioti portatori d’acqua con le orecchie di cui siamo stracolmi come categoria.  E dunque colleghi:

  1. Cominciate ad informarvi
  2. Cominciate a partecipare
  3. Cominciate ad uscire dalle logiche clientelari e raddrizzate la schiena (e le natiche) se vi riesce.
  4. Piantatela di esaurire in inutili sfoghi rabbiosi pantoclastici e qualunquistici la vostra indignazione
  5. Alzate le terghe e scomodatevi per andare a votare

Adesso non avete più scuse