Gli Psicologi e il Governo delle Donne Fugate

Al CNOP confermato Palma presidente ed ancora una volta elette 4 cariche di area AUPI, nessuna donna e nessun progetto. Evidentemente sono proprio soddisfatti di come vanno le cose.

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La Nota Ufficiale sul sito del Consiglio Nazionale è secca:

09/06/2010 – Rinnovo del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi per il quadriennio 2010-2014. Si è tenuta oggi presso la “Sala Rossa” del Ministero di Giustizia la seduta di insediamento e l’elezione delle cariche sociali del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi per il quadriennio 2010-2014. Riconfermato Presidente Giuseppe Luigi Palma, Vicepresidente Antonio Telesca, Segretario Paolo Barcucci, Tesoriere Girolamo Baldassarre.

Elette, ancora una volta, 4 cariche di area sindacale (il sindacato di cui si parla è quell’AUPI che da più di 20 anni ha il governo della professione in mano e a cui possono essere tranquillamente imputate buona parte delle tante disgrazie della nostra categoria) con il marchio della continuità rispetto al passato.

Ancora una volta elette 4 cariche solo tra gli uomini: forse all’AUPI mancano le donne? Nella nostra professione sono quasi l’80%, le colleghe: come giustifica – ancora una volta – la loro totale assenza ai vertici del Consiglio Nazionale il Sindacato che l’ha voluto?

Elette le cariche del CNOP, poi, con la solita maggioranza solo nominale, prodotta, cioè, non dalla maggioranza dei colleghi ma dalla maggioranza delle poltrone. Il meccanismo di voto in CNOP è infatti frutto del più netto corporativismo salva-casta: i presidenti degli ordini regionali votano non in ragione degli iscritti che rappresentano (il Lazio circa 16.000, la Val d’Aosta meno di 150) ma con la regola “una poltrona-un voto”. L’AUPI, quindi, pur rappresentando una percentuale ormai irrisoria di colleghi (sono circa 5.000 i colleghi dipendenti, in calo da un decennio, su 75.000 Psicologi italiani. E, di questi 5000, gli iscritti all’AUPI sono meno del 20%) controlla il novero più ampio delle regioni, soprattutto quelle più piccole, in cui il rapporto diretto tra i candidati AUPI – ben radicati nei loro scranni ASL – e i colleghi speranzosi è più semplice. Questo gli assicura da più di 20 anni, appunto, il governo delle politiche nazionali degli Psicologi. Le 3 regioni più grandi (Lazio 16.000 iscritti, Lombardia 13.000, veneto 9.000) rappresentano da sole circa il 50% degli iscritti e sono regioni in cui l’apparato sindacale non è in grado di garantire la copertura del territorio con i suoi contatti “porta a porta” e quindi non è neanche rappresentato in consiglio dell’ordine regionale.

AltraPsicologia, al solito, ha messo a disposizione di un progetto condiviso le competenze dei suoi membri ed ha sacrificato la possibilità di avere “poltrone” per una causa di maggiore valore, quale avrebbe potuto essere un Governo Unitario della professione, una nuova gestione che vedesse finalmente rappresentate le forze giovani della categoria, le donne, la necessità di rilancio e tutela delle nostre competenze al di fuori degli arroccamenti dei colleghi dipendenti del SSN che da sempre hanno diretto unilateralmente le cose.

A questo scopo, nonostante l’elevatissimo livello di curriculum che il Candidato di AltraPsicologia portava (il collega Roberto Bonanomi, tesoriere dell’OPL) abbiamo rinunciato a sostenerne la candidatura quale rappresentante nazionale dei Triennalisti per favorire la creazione di una collaborazione organica tra le regioni non controllate dall’AUPI (eletta poi la collega Floriana Angelucci quale rappresentante dei Triennalisti) e abbiamo poi sostenuto un programma di “Grande Coalizione” che vedesse insieme tutte le forze della professione, AUPI e NON AUPI intorno a pochi temi concreti:

1. Tutela della professione (definizione degli Atti Tipici della professione, tutela dagli abusi, sostegno all’art. 21 c.d., ecc.);

2. Formazione e mercato del lavoro (sinergie con l’Università per percorsi formativi coerenti con il mercato, definizione di numeri programmati nei Corsi di laurea, superamento della triennale, strategie per la retribuzione dei percorsi di tirocinio);

3. Professione e politiche sanitarie nazionali e regionali (campagne per la Psicologia come “professione della salute e del benessere”, battaglie per l’accreditamento o il convenzionamento non solo della psicoterapia me della Psicologia)

4. Professione e rapporti con l’Agenzia delle Entrate (Adeguamento degli Studi di settore);

5. Organizzazione interna CNOP (Promuovere la funzione di coordinamento del Cnop, Messa in rete delle conoscenze/competenze/esperienze degli ordini territoriali e delle loro buone prassi, Consulenze centralizzate per gli Ordini Regionali (legali, fiscali, ecc.), Equità nella rappresentanza attraverso l’introduzione, su alcuni temi, del voto ponderato, in modo che tutti i colleghi abbiano lo stesso potere di delega; Riorganizzazione e redistribuzione delle risorse economiche a favore degli ordini piccoli; Quota di iscrizione unica su tutto il territorio nazionale).

Non c’è stato nulla da fare: l’Aupi non ha voluto recedere di un passo ed ha voluto confermare il “suo” Presidente. Evidentemente sono veramente soddisfatti di come vanno le cose e “del profilo che ha fin ora dimostrato l’alta ed illuminata presidenza di Palma”, come ha avuto a dire qualcuno.

Ora, non è che i presidenti di molte delle regioni non riferibili all’AUPI si siano dimostrati animati da spirito sostanzialmente più costruttivo, in questa vicenda (come in molte altre del passato): anche loro hanno mirato a garantirsi poltrone senza far emergere la concreta disponibilità a rinunciare a ruoli di potere per sostenere un progetto più ampio della professione.

Che dire? Saremo ad informarvi puntualmente delle decisioni prese e non prese al CNOP, ora che un rappresentante di AP è al suo interno. E speriamo che la Psicologia italiana resista fino alla prossima tornata.