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Proprio di oggi (14/12/2012) le dichiarazioni del Papa su unioni omosessuali, eutanasia, divorzio. Nulla di nuovo, il Pontefice purtroppo svolge delle evidenti e maldestre invasioni di campo nelle scienze sociali senza averne gli strumenti. «La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale», afferma Benedetto XVI. «Questi principi – spiega il Pontefice – non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità» Corriere delle Sera. Una frase, quest’ultima, che segna un’evidente perdita di confini di competenza che da psicologi, da studiosi sociali, indipendentemente dall’essere o meno fedeli e cattolici, non possiamo non sottolineare. Il Papa adesso parla della natura umana anche per conto della ragione. Evidente che non ne ha titolo.

Vogliamo perciò riprendere un analogo (identico nel metodo) caso di tre anni fa che come Osservatorio Psicologia nei Media, avevamo segnalato e commentato ampiamente. Questo il nostro lavoro del 2009  Divorzio e famiglia allargata rovinano i bambini?

Seppure esteso, consigliamo la lettura di tutto l’articolo per comprendere dove gli anatemi religiosi inciampino negli sgambetti della ragione e soprattutto nella normalità della vita quotidiana della gente comune, da cui purtroppo tendono a tenersi sempre troppo lontani.