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Non è una novità che si ritrovi al centro del dibattito politico già da alcuni anni il tema dei diritti degli omosessuali ad essere riconosciuti giuridicamente e culturalmente ad essere famiglia. La traiettoria della civiltà che ha portato pari diritti alle donne (certamente non compiuta) sembra oggi riguardare questa parte di cittadini discriminati. Tra qualche decina di anni ricorderanno i nostri tempi con un certo tenero distacco pensando alle schiere di idioti che si opponevano a questi diritti a partire da supposti principi etici, religiosi, psicodinamici, biologici, più o meno come oggi ricordiamo i correttori di bambini mancini, gli oppositori al voto alle donne nel nostro passato prossimo, oppure la santa inquisizione e i fenomeni d’isteria collettiva verso la presunta stregoneria, nel passato remoto.

Ma perché, mi domando, alla vigilia di ogni elezione degli ultimi anni, viene selezionato dalla stampa tra i temi sociali “dirimenti” questo dei diritti degli omosessuali a sposarsi e ad allevare bambini, e di conseguenza viene chiesto ai candidati premier di esprimersi su di esso producendo imbarazzanti balbettii tipici di chi, come Monti, sta esponendo un pensiero preconfezionato e preconcetto di cui non sa una beata mazza, o di chi per non scontentare nessuno si arrampica sul più impervio cerchiobottismo elettoralistico.

Per non parlare di certi altri editorialisti pur di grido che non sapendo di cosa stanno parlando si limitano a posizionarsi nel gossip delle lotte tra bande di intellettuali. Fa benissimo a tal proposito la blogger, nonché collega, Zauberei, a irridere suddetti opinionisti della domenica.

La mia sensazione, piuttosto spiacevole, è che l’utilizzo di questo tema, riguardante i diritti civili, diventi automaticamente argomento da tifoseria calcistica nell’agone politico senza che chi ne sia coinvolto abbia alcuna legittimazione culturale e scientifica a parlarne. Fatto questo che non stupisce dal momento che persino la massima autorità religiosa, grosso modo come avviene in società che consideriamo più arretrate, si arroga il diritto di parlare per conto della ragione e del senso comune e non solo per conto della propria visione del mondo e della vita.

Facciamo un esempio esplicativo. Concepireste voi un dibattito politico con tanto di domandone rivelatore al candidato premier al quale si chiedesse cosa ne pensi dei mancini biondi a proseguire nell’uso della mano sinistra e a sposarsi con le more, ricce e destrimani? Credo che oggi nel 2013 un dibattito del genere si considererebbe surreale, vero?

Ebbene la confusione che esiste sull’utilizzo manipolatorio di temi come quello dei diritti civili degli omosessuali è della stessa specie dell’esempio appena citato e riguarda il fatto che si considera come tema etico-politico o peggio etico-religioso, una questione che attiene solo al diritto e che dovrebbe riguardare casomai la disciplina politico-giudirica. Con l’esito finale di assistere al trionfo dell’ignoranza travestita da opinione politica.

La cultura politico-giuridica dovrebbe in teoria recepire i cambiamenti della società e gli avanzamenti del pensiero scientifico e culturale, ma in Italia assistiamo invece ai soliti ritardi a causa della storica onda lunga di bigottismo clericale (dal quale molti preti stessi sono ormai distanti) che non fa altro che rappresentare nell’immaginario collettivo (e dunque anche nella comunicazione politica) un elemento di apparente solidità in una società instabile, precaria e liquida.

Esattamente come alcuni decenni fa si scoprì che i mancini non usavano la mano del diavolo e il mancinismo era una variante naturale della nostra specie, neurologicamente fondato, oggi (cioè negli ultimi 50 anni) si scopre che l’omosessualità è una variante naturale della nostra specie e che per dimostrare questo non ci interessa nemmeno scomodare tutte le ipotesi biogenetiche, epigenetiche, psicodinamiche o socioculturali, pur esistenti. Ci basta sapere che in tutte le culture della terra e in tutte le epoche storiche queste varianti dell’orientamento sessuale hanno convissuto da sempre tra di loro (con alterne vicende), che gli omosessuali non hanno alcun difetto e sono uguali agli etero in tutto tranne che nell’orientamento sessuale, e che tutto ciò ha a che vedere con la morale tanto quanto il mancinismo ha a che vedere col diavolo.

Se vivessimo in una cultura autenticamente laica tutto questo sarebbe ovvio. Oggi invece in Italia si deve ancora lottare affinché il controllo sulla sessualità sfugga sempre più dall’orizzonte politico e dal suo tentativo di codificarlo.