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La dittatura europea è in pieno svolgimento fra la confusione indotta dal mainstream che distrae le masse con televisione, sport, avvenimenti mondani, incertezza economica, gossip e amenità di vario genere.

Teniamo presente che l’Unione Europea (UE) non è un organizzazione democratica rappresentativa poiché il Parlamento europeo, unico organo elettivo, non ha il potere esclusivo di promulgare le leggi. Commissione e Consiglio d’Europa, organi non eletti dal popolo, hanno poteri maggiori rispetto al Parlamento. Facendo un confronto con l’Italia, basti ricordare che solo il Parlamento italiano promulga le leggi. Anche se, negli ultimi anni il vizietto costante di porre la fiducia[1] sulle proposte del Governo ha raggiunto livelli incostituzionali. E da quando l’Italia ha aderito all’UE il Parlamento, spesso, si limita a ratificare le direttive europee abdicando il potere legislativo a favore di organi non eletti dai popoli (Commissione e Consiglio). In questo contesto la nostra Nazione non esercita più una politica monetaria e industriale nell’interesse dei cittadini elettori.

L’élite definisce l’agenda ed i camerieri (partiti) dei banchieri impiegano le migliori energie per asservire il potere reale. Nel 2013 sembra prospettarsi la continuazione dell’agenda politica delle SpA, e l’Italia, secondo i loro obiettivi, dovrebbe trasformarsi in un paese in via di sviluppo, con l’aumento e la stabilizzazione dei disoccupati sopra una soglia di degrado sociale diffuso, al fine di mantenere un discreto livello di ricatto. E’ noto che l’Italia non abbia una politica monetaria, e non può averla per mezzo dell’usurpata sovranità monetaria. Oltre alla moneta, la Nazione non ha una politica industriale, energetica e ambientale. Scuola, università e ricerca sono stati ridotti ai minimi termini. Com’è noto nel programma dell’agenda elitaria c’è una migliore distruzione dello Stato sociale con le cosiddette privatizzazioni: si punta alla sanità ed ai servizi pubblici locali.

L’etica[2] è l’atteggiamento giusto che misura la qualità della nostra vita, e se vale la pena o meno di viverla. La democrazia è – l’agorà – quel metodo condiviso per deliberare scelte collettive dove il singolo individuo può esprimersi liberamente, e in eguaglianza con gli altri. Le scelte sono condizionate dall’etica, dal livello di coscienza, dalla cultura individuale e dal tempo dedicato alla riflessione. In questi frangenti sappiamo se siamo liberi di comprendere e di scegliere per noi e per gli altri, e questo aspetto è direttamente legato all’accesso della conoscenza. Chi controlla la conoscenza e l’informazione determina il livello di democrazia di una comunità ed oggi esiste una forte contraddizione, data dal fatto che ognuno può accedere alla conoscenza senza “filtro” (internet e biblioteche), ma pochi lo fanno. In sostanza, la cultura è anche “fondazione” di etica legata alla coscienza umana, alla consapevolezza.

La soluzione è sotto gli occhi di tutti. I soldi non sono ricchezza ma un mezzo. Lo Stato deve auto-governarsi, lo afferma la Costituzione: la sovranità appartiene al popolo e, pure se non lo dicesse dovrebbe intervenire l’etica insita nella ragione per creare un mondo equo, giusto, dignitoso per tutti.

Compreso il ruolo determinante di chi emette moneta, i rappresentanti eletti hanno l’obbligo di applicare i principi costituzionali, cioè tutelare gli interessi pubblici del popolo sovrano e, non possono continuare a recitare la parte degli ignoranti scaricando responsabilità sui banchieri appoggiandosi sul fatto che una legge dello Stato – sul Trattato di Lisbona – ceda la sovranità monetaria alla BCE, perché il Parlamento con un’altra legge reintroduce la moneta pubblica libera dal debito e dagli interessi.

Una delle pagine più tristi della società contemporanea è il nichilismo imperante. Le nuove generazioni, come le vecchie credono nel nulla. Le nuove famiglie si fondano sulla moneta e non sull’amore. L’egoismo ed il materialismo sono i non valori che “uniscono” le coppie di “innamorati” e trasmettono i non valori ai loro figli. I giovani sono programmati dai genitori e dalla società (televisione, amicizie) per scegliere presunti percorsi produttivi e non secondo le proprie capacità creative. I genitori non sono più un modello per i propri figli ma sono sostituiti dalla televisione e, soprattutto dal pensiero dominante della competitività presente a scuola, nel tempo libero ed nel lavoro. In maniera persuasiva i bambini e gli adolescenti non hanno modelli diversi intorno a loro e, soprattutto i non valori (competizione) sono imposti  con una violenza psicologica. La maggioranza dei ragazzi non può scegliere o valutare poiché o, i genitori o, l’ambiente (televisione, amicizie) non mostrano loro pensieri diversi e comportamenti diversi, “nuovi”. Ad esempio, quando si presenta una nuova tecnologia per produrre qualcosa gli addetti ai lavori possono compiere una valutazione poiché hanno due modi diversi di produrre. Questo semplice esempio suggerisce come sia possibile un’evoluzione, un cambiamento perché qualcuno può scegliere fra due modelli differenti.



[1] Quando il Governo chiede al Parlamento di votare a fiducia i propri provvedimenti, lo fa per togliere il potere ai parlamentari di porre emendamenti, modifiche, sui testi proposti dal potere esecutivo contraddicendo il principio democratico circa la separazione dei poteri.

[2] dal dizionario Treccani su internet: s. f. [dal lat. eth?ca, gr. ?????, neutro pl. dell’agg. ??????: v. etico1]. – Nel linguaggio filos., ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criterî per giudicare sulla moralità delle azioni umane.