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La prima bozza del decreto sulle liberalizzazioni è finalmente in circolazione, e possiamo dare le prime informazioni su questa bomba che doveva far esplodere il mondo delle professioni, e che invece pare una specie di petardo bagnato, almeno per gli psicologi…

Infatti, tutto quel che vuole fare oggi il Governo Monti sembra averlo già fatto negli anni passati la liberalizzazione selvaggia nell’ingresso alla professione di migliaia di psicologi, e quindi il mercato.

Vi chiediamo di leggere quanto segue con l’avvertenza che la situazione è in movimento, e quindi per ora c’è poco di definitivo da dire.

Abolizione delle tariffe minime e massime… perché, esistono ancora? sono abolite dal 2005, con il Decreto Bersani. L’Ordine Psicologi Nazionale è stato oggetto di un procedimento dell’Antitrust che aveva obbligato a togliere ogni riferimento alle tariffe dal codice Deontologico, dove sopravviveva una sparuta quanto innocua rappresentanza di riferimenti. Ma a dir la verità, chi di noi ha mai applicato rigidamente le tariffe minime o massime previste dal nostro fantomatico tariffario? le tariffe sono già ampiamente decise dal mercato, sono al ribasso e spesso non coprono nemmeno le spese.

L’accordo scritto preliminare, o preventivo: il professionista dovrebbe obbligatoriamente rilasciarlo al cliente prima di svolgere la prestazione. Come se finora non ci si fosse mai messi d’accordo prima, e il cliente fosse lì a farsi rilasciare parcelle stratosferiche senza prima aver chiesto il prezzo. Avremmo preferito piuttosto qualcosa di un po’ più sofisticato, visto che sul prezzo ci si accorda ma è poi la qualità della prestazione a fare la differenza (e spesso a produrre segnalazioni deontologiche). Se il governo avesse ascoltato l’esperienza degli ordini professionali sui rapporti con l’utenza, forse avrebbe reso obbligatorio un buon consenso informato scritto, piuttosto che un mero preventivo.

Le società di servizi professionali: l’intenzione è quella di lasciare che una società qualunque possa svolgere attività che oggi sono riservate ai professionisti, a patto di avere dei professionisti a cui farle svolgere materialmente. Secondo il governo, questo dovrebbe cambiare la situazione occupazionale dei giovani, permettendogli di entrare nel mercato con più facilità. In pratica, il proprietario di una catena di pizzerie potrebbe decidere di aprirsi una società di servizi psicologici per dare un lavoro diurno a tutti i giovani professionisti che di sera gli consegnano le pizze con il motorino. Una vera rivoluzione, non c’è che dire… Nessuno sembra sapere da decenni esistono società (fondazioni, cooperative) che svolgono egregiamente attività di tipo terapeutico, occupando molti psicologi, educatori, riabilitatori, infermieri, operatori di assistenza in attività d’equipe. Che lo stesso avviene per le società di costruzione edile, ad esempio. Comprendiamo che la norma possa avere diverse risonanze per commercialisti e avvocati, ma restiamo scettici su un provvedimento già superato dai fatti quotidiani delle professioni, e spacciato per incentivo all’inserimento di giovani professionisti.

Tirocini retribuiti: un’idea fantastica. Chi di noi non avrebbe voluto riconoscersi del denaro per il proprio tirocinio? dalla bozza non si capisce bene chi dovrebbe pagare i tirocinanti, e questo non è un dettaglio… se nelle intenzioni del governo, a pagare per gli psicologi dovrebbero essere le varie ASL, Onlus, Case di Cura che oggi offrono a fatica posti di tirocinio gratuiti, stiamo freschi: con i conti già in ginocchio, farebbero senza dubbio a meno dei pochi tirocinanti che oggi sono disponibili ad accogliere, e allora si che i giovani professionisti si troverebbero di fronte nuove possibilità: emigrare.

Tirocini all’interno del percorso universitario: a parte la considerazione che per imparare una pratica professionale ci vuole tempo, e che l’esperienza deve innestarsi su una base teorica, l’ipotesi non sarebbe male. Uno se la sbriga in meno tempo e alla fine dell’Università è pronto a partire. Ma la norma non si applica alle professioni sanitarie, e quindi in teoria noi psicologi saremmo fuori.

Deontologia separata dagli Ordini Professionali: l’ipotesi contempla la creazione di organi esterni alla professione, che svolgano il procedimento istruttorio ed eroghino sanzioni verso i professionisti. Una prospettiva basata sull’assunto paranoide per cui nelle commissioni deontologiche degli ordini professionali si chiuderebbe un occhio nei confronti degli iscritti per motivi elettorali. Ora, a parte che ci pare una proiezione delle abitudini del mondo politico sui cittadini, e che la deontologia professionale è affidata da sempre agli ordini perché è questione molto tecnica, non si vede proprio il vantaggio che potrebbe derivare dall’affidare questa funzione a commissioni esterne. Da chi sarebbero nominate? chi ne farebbe parte? Insomma, non sembra un provvedimento fra i più sostanziali e soprattutto non se ne coglie il senso, al di là dell’obiettivo sordido di svuotare gli ordini professionali delle prerogative riconosciute a tutela del cittadino.

Pubblicità professionale: il grande nodo della pubblicità dovrebbe essere la sottrazione agli ordini di quelle ultime, residuali attribuzioni in materia di valutazione del messaggio pubblicitario. Un controllo che ormai è ridotto al rango di una verifica ex-post della veridicità e del decoro della pubblicità sulla base di segnalazioni, oppure su una verifica ex-ante se il professionista ha la bontà di richiederla (senza impegno e senza obbligo). Stiamo ai fatti: basta fare una ricerca su google con il termine “psicologo” per capire quanto è libera la pubblicità. Anche troppo, a volerla considerare dal punto di vista estetico. Ma non crediamo sia un processo facile da marginare, e forse comincia a suonare anacronistico star lì ad esaminare una brochure cartacea o una targa quando sta già tramontando l’era dei blog e di Google Adwords, si è in pieno periodo Groupon, Facebook ed Apps, e fra due anni il volto della pubblicità sarà nuovamente rivoluzionato da nuovi metodi.

Vi aggiorneremo puntualmente sulle varie modifiche, evoluzioni e trasformazioni delle bomba delle liberalizzazioni, nel frattempo se volete potete partecipare alla manifestazione dei professionisti (già, anche i professionisti manifestano, i tassisti non sono soli!) che si terrà a Milano il giorno Sabato 21 Gennaio.