AltraPsicologia torna on line dopo qualche settimana di sospensione e si presenta non solo con una nuova veste ma con una sostanziosa riformulazione dei contenuti.
Allo spazio centrale, che continuerà a presentare articoli informativi su quanto accade alla nostra professione, si affianca uno “Spazio Blogger” laterale a sinistra, con interventi provenienti dalla società allargata, quella che guarda con interesse alla Psicologia come ad un’area culturale e scientifica in grado di proporre le sue letture e i suoi interventi ai settori critici della contemporaneità.
La Psicologia professionale non è sempre stata in grado di corrispondere compiutamente alle sollecitazioni del presente. Complice l’ignavia della maggior parte di coloro che finora hanno orientato le scelte della categoria (il Sindacato, l’Università, gli Ordini, lo stesso ENPAP) ci siamo spesso chiusi nei nostri studi, nel fascino della clinica e di un aureo isolamento, rinunciando a dire la nostra su questioni cruciali, su cui abbiamo competenze indiscusse e intorno alle quali, oggi, vogliamo interfacciarci con preparazioni diverse dalla nostra: i passaggi generazionali, le scelte in economia, la gestione dei conflitti, la correlazione tra benessere individuale e processi sociali, le dinamiche dell’informazione e della partecipazione democratica … tanto per cominciare.
Lo spazio blogger, curato da Luigi D’Elia, ospiterà quindi interventi di Filosofi, Giornalisti, Economisti, Sociologi e soprattutto Psicologhe e Psicologi che proporranno spunti, commenti, riflessioni ai nostri colleghi, alla stampa, al mondo della cultura e di chi prende decisioni nel nostro Paese.
La Psicologia ha, oggi più che mai, la necessità di affermare il proprio ruolo e la propria rilevanza, di proporre la sua capacità di comprensione e di azione sui fenomeni sociali ed individuali che si muovono sotto la superficie agitata della liquidità contemporanea.
Questo sito, così riorganizzato, intende rilanciare una proposta aperta di partecipazione. Vuole aprire una prospettiva di dialogo con le istanze del nostro presente ed essere un’occasione per interloquire con la comunità culturale e scientifica di cui facciamo parte: raccogliendo e rilanciando le riflessioni, i suggerimenti, i dubbi sull’attualità; entrando nel dibattito culturale in corso e facendo risaltare il valore che le competenze degli Psicologi italiani possono portare ad una società in trasformazione epocale come l’attuale.
Tutti i post e gli articoli che pubblicheremo vogliono quindi essere altrettanti stimoli a commenti ed interventi da parte dei tanti colleghi che, sempre più numerosi, ci seguono. Contiamo siano un’occasione vera per confrontarsi con i temi sociali e culturali emergenti in questo scorcio di XXI secolo e per farlo, non all’interno delle mura dei nostri studi o delle nostre fin troppo tranquillizzanti appartenenze, ma di fronte ad una platea allargata.
Anche in questo modo vogliamo dare il nostro contributo a rendere le Psicologhe e gli Psicologi consapevoli del valore della loro professionalità, in grado di declinarla negli ambiti vastissimi che le richieste della contemporaneità propongono, avvicinandoci di un passo ancora a quell’AltraPsicologia che, soprattutto così, diventa possibile.
Un caro saluto,
Felice Damiano Torricelli
Presidente AltraPsicologia
HO 38 anni e dal 1999 sono psicologo clinico, ho visto molti contesti lavorativi, ho visto la precarietà e le tante contraddizioni in cui ci si trova se si opera nel sociale e di certo le menti delle persone sono pronte ad un nuovo risveglio a patto che quelle degli spicologi di oggi compiano questo passo per prime , sono molto convinto di questa iniziativa che seguirò con attenzione.
l’iniziativa è molto bella!!!!quello che continua a mancare è uno spazio fisio ed oggettivo dove ogni professionista ( psicoterapeuta) abbia la possibilità di aprire un varco verso l’amoliamento della propria professione!!!!!
io per prima non so come fare ne, tantomeno, come aiutare il prossimo in questo senso, sarebbe utile che chi avesse questi saperi li trasmettesse a chi deve inserirsi in un contesto lavorativo così difficile
La proposta di Torricelli e D’Elia si sposa perfettamente con quella dell’EFPA, European Federation of Psychologists’ Associations, che nella sua ultima assemblea generale, ad Istanbul, ha deciso di offrire (giving) psicologia all’esterno dei nostri soliti studioli, all’intera società ed ai suoi grandi decisori, superando anche il lavoro di lobby, che solitamente mira solo ad ottenere (getting) più riconoscimenti. Subito dopo, la stessa assemblea ha accettato la proposta di ospitare a Milano il Congresso del 2015, nel contesto dell’EXPO, presso la sede della Bicocca, in quanto luogo simbolico della de-industrializzazione italiana, come più in generale Milano incarna oggi purtroppo l’involuzione dell’intero nostro Paese, il quale a sua volta rischia di trascinare nel proprio declino la grande costruzione europea. La società in cui viviamo oggi ha bisogno degli psicologi per superare la sua crescente incapacità di lavorare, come cento anni fa aveva avuto bisogno dei nostri primi colleghi per superare l’allora epidemica incapacità di amare. Non sarà facile. Nella prima metà dell’anno scorso, mentre lo spread stava per esplodere, la politica italiana si divideva su due idee ambedue sbagliate della psicologia: se la crisi fosse o non fosse psicologica, nel senso di inesistente od esistente. Noi dovremo dimostrare a tutti questi Soloni, perfettamente digiuni della nostra disciplina, che un problema psicologico non è solo immaginario, può essere terribilmente reale, e lo rimane sino a che l’intervento della psicologia non gli consente di accedere alla dignità della elaborazione simbolica. Dovremo ritrovare il coraggio che ebbero i fondatori della nostra disciplina, di affrontare tutti gli argomenti sistematicamente taciuti da tutti gli altri, od accennati solo con disapprovazione, disprezzo, disgusto, resistenze di ogni genere. Solo una patologia, solo una sofferenza grave può indurre ad accettare la nostra offerta di psicologia alla società. Ma oggi la società è malata: l’attuale impotenza lavorativa non è meno dolorosa dell’impotenza sessuale che seppe affrontare e guarire la psicologia un secolo fa. Ho cominciato a contribuire a questo lavoro ingrato con un libro che mi pubblica l’editore Armando in questi giorni: Crescita economica italiana: questione psicologica? E spero che tanti altri colleghi più bravi di me accettino l’invito di Torricelli e D’Elia a cimentarsi in questi campi.
Pierangelo Sardi
Avevo 39 anni quando venne alla luce la Legge 56/89 e ricordo ancora con quanta trepidazione e attese salutammo una regolamentazione della nostra professione che avrebbe restituito autorevolezza e riconoscibilità a tutti noi. Devo dire che in trent’anni di passi ne abbiamo fatti, anche se non quanti sarebbe stato desiderabile. Siamo certamente combattuti tra il principio del piacere e quello della realtà, senza perdere di vista che la vetta comunque vada raggiunta. La riflessione a caldo che mi sento di fare è che continuo a combattere perché mai come ora avverto che ci sia bisogno di più Psicologia e che dovremmo far maggiormente sentire la nostra voce, per quanto attiene una nuova stagione dei climi e dell’agio. La società si è incattivita , è piena di paure ed il prevalente atteggiamento è quello difensivo verso gli altri. Credo che nessuno più di noi debba interpretare questo segno dei tempi in termini di un novello Medio Evo che va contrastato e combattuto. Ne parlerò giovedì a Montesilvano al Pala Dean Martin dove AP Abruzzo promuove un Festival della Psicologia . Forza Altra Psicologia!