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Continua il nostro viaggio iniziato dalla Germania nella precedente puntata (Leggi articolo), alla scoperta della professione dello psicologo oltre confine. Questa volta, il collega Ronnie Bonomelli, autore delle interviste, dialoga con la collega statunitense Ezra Kilfoil. Buona lettura!

 Psicologa oltre confine: Stati Uniti

La seconda “Intervista Oltre Confine” ci porta negli Stati Uniti, e precisamente a Vancouver (WA), dove facciamo la conoscenza di Ezra Kilfoil, che ci illustra una situazione profondamente diversa rispetto a quella italiana, soprattutto per quanto concerne le differenti figure professionali.

Ezra ha 38 anni, un Bachelor Degree in Psicologia e due Master Degree (School Counselling e Terapia di coppia e familiare). Ha iniziato a lavorare in comunità residenziali per adolescenti, spostandosi successivamente presso strutture ospedaliere. Attualmente si divide fra il ruolo di counselor scolastico e di terapeuta, occupandosi prevalentemente di problemi di coppia e di famiglia.

D: Potresti illustrarci il percorso di studi tipico che uno psicologo, negli Stati Uniti, deve seguire per poter svolgere la professione?

 R: Innazitutto è necessario ottenere un Bachelor Degree (4 anni), e successivamente un Master Degree (di 2 o più anni) in qualche forma di Counseling. Bisogna poi iscriversi ad un albo riconosciuto dallo Stato, accumulando un certo numero di ore di pratica sotto supervisione (più o meno 5mila, ma dipende dallo Stato di appartenenza). Dopodiché devi sostenere un esame di circa 4 o 5 ore, al termine del quale puoi ottenere l’abilitazione alla professione come Licensed Counselor. Va notato che all’interno del Master è obbligatorio un tirocinio non pagato, durante il quale si fa pratica diretta con i pazienti. A questo punto però non si è propriamente psicologi (psychologist), ma Counselor. Per poter divenire Psicologo, e quindi somministrare test oppure effettuare diagnosi, o per divenire Psichiatra (e quindi effettuare anche consulenza, oltre a diagnosticare e prescrivere farmaci) è necessaria una specifica scuola di dottorato (dai 4 ai 6 anni) invece del Master.

D: Da quel che racconti, sembra che il percorso di formazione sia più articolato di quello italiano; per esercitare come psicoterapeuti, da noi è richiesta la frequenza di una scuola di specializzazione post lauream di almeno 4 anni, e l’insegnamento della psicoterapia non è previsto nelle università (se non a livello informativo). Qual è la situazione negli USA?

R: Al termine del Bachelor è possibile intraprendere molti tipi di Master; è possibile ad esempio scegliere un Master in  Counseling Generale, Terapia di Coppia e Familiare, Assistenza Sociale o Counselling Scolastico, ognuno con un suo focus specifico, ma tutti abilitanti alla pratica terapeutica, che come detto sopra, non è legata direttamente al titolo di psicologo.

D: Gli psicologi possono lavorare in molti ambiti differenti; quali sono i più diffusi negli USA?

R: Come dicevo, uno “psicologo” negli Stati Uniti è una persona che ha intrapreso un corso di dottorato e che ha poco a che vedere con il counseling o la terapia. Normalmente, gli psicologi qui lavorano nelle scuole o privatamente, e si occupano principlamente di testistica e diagnosi. È molto più comune la figura del counselor, che invece lavora in vari ambiti, sia pubblici che privati.

D: A tuo avviso, è facile per uno psicologo trovare lavoro negli USA?

R: Dipende veramente dallo Stato in cui vivi; la maggior parte degli Stati ha leggi proprie e specifiche, con maggiore o minore aperura verso le diverse categorie professionali. Nei due Stati dove lavoro (Washington e Oregon) ci sono molte opportunità in tutte le aree, ma c’è anche una feroce competizione per entrare nelle liste di convenzione con le assicurazioni; se si è convenzionati con le assicurazioni è infatti più semplice avere clienti, sia che provengano dal privato che dal pubblico.

D: Ezra, ci hai illustrato come la figura dello psicologo e quella del counselor, negli USA, siano molto diverse, soprattutto per qunto rigurada formazione ed ambito di intervento. In Italia c’è un forte dibattito attorno alle figure quali counselor, coach e affini; molti di questi non hanno una formazione in psicologia. Inoltre, gli psicologi devono essere iscritti ad un Ordine Nazionale, che li abilita alla professione, cosa che invece non è richiesta ai counselor; gli psicologi italiani sono divisi inoltre sul votare una legge che proibisca l’insegnamento di tecniche psicologiche a non-psicologi. Qual è la situazione da voi?

R: Beh, come dicevo, per essere un counselor o un terapeuta è necessaria una formazione particolare, al termine della quale è necessaria un’abilitazione ufficiale. Da noi i “coach” sono solo gli allenatori sportivi (spesso insegnanti senza una formazione particolare). Qui, la distinzione fra terapeuti e counselor da un lato, e psicologi e psichiatri dall’altro, è netta; e per quanto concerne i secondi, non si occupano molto di terapia.

D: Qual è la situazione riguardo alla psicologia e psicoterapia online negli USA? In Italia sembra ci sia ancora una certa diffidenza in merito, benché molti colleghi se ne occupino già da diverso tempo. Negli USA esistono leggi atte a normarla?

R: Direi che la situazione è più o meno la stessa anche qui. E con le imminenti leggi sulla sanità, non sarà poi così difficile trovare un terapeuta vicino a casa, quindi forse ci sarà minor necessità di cercarne online. La tendenza qui è quella di avere grosse strutture con molti terapeuti, piuttosto che molti professionisti ognuno con il proprio studio privato.

Spero di aver risposto in modo esaustivo, soprattutto per quel che riguarda le differenze fra i termini che utilizziamo per definire le professioni. Molte cose possono sembrare uguali, ma da noi è possibile esercitare la professione di counselor in tanti modi diversi, a seconda di dove vogliamo lavorare e del tipo di specializzazione che vogliamo ottenere; aggiungerei che al termine del percorso di studi “classico”, è ancora necessario far “convalidare alcuni ambiti di formazione specifici, come ad esempio quella sui disturbi del comportamento alimentare oppure sui disturbi di personalità.

Ronnie Bonomelli