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Quando ho letto questo articolo del Fatto Quotidiano online, mi sono detto che non c’è più niente di cui stupirsi riguardo il piano inclinato e il livello di decadenza che la società italiana ha ormai raggiunto. Pensando di esser preda di un tipico momento di pessimismo cosmico, ho provato a condividere il mio intimo sgomento con gli amici di Facebook ricavandone reazioni controverse. Chi mi diceva, su dai cosa c’è di strano va tutto bene (o madama la marchesa) e chi viceversa si sentiva allineato con me nel sentimento di scoramento. Fino a quando uno stimato collega e blogger, Massimo Giuliani, s’accorge anche lui della cosa e non pubblica un breve commento su Bresciaoggi e poi sul suo blog. Mi sono sentito un po’ meno solo.

Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo del rapporto annuale che Google pubblica attraverso questo sito e che fotografa in qualche modo l’annuario delle tendenze in corso rappresentato dalle principali chiavi di ricerca categorizzate per settori. Un report da un lato molto più superficiale del rapporto ISTAT, dall’altro molto più profondo nel senso che si tratta di una polaroid immediata su cosa facciamo e chi siamo nella nostra solitudine quando apriamo il motore di ricerca di Google. Una sorta di immagine onirica che condensa nella sua di disarmante autenticità mille immagini diverse e le assembla bizzarramente in un’unica sequenza narrativa.

Nell’elenco generale delle Ricerche più gettonate cosa fa dunque il nostro connazionale medio?

  1. Terremoto
  2. INGV
  3. Lucio Dalla
  4. Zalando
  5. Costa Concordia
  6. Calcolo Imu
  7. Sara Tommasi
  8. Akinator
  9. Pulcino Pio
  10. Italo

Innanzitutto s’informa sulla sequenza di terremoti (1° e 2° posto) e fedele all’antico adagio “primum vivere, deinde philosophari” tende a strappare quante più informazioni possibile sull’evento naturale meno prevedibile e più potenzialmente devastante. Non c’è da essere allegri, né sereni, il 2012 sembra essere dominato da una certa angoscia. Ma ecco che subito dopo s’alternano ricerche di natura economica, sul calcolo IMU (6°) ed anche qui la quota di ansia è alta, il treno Italo (10°), inframmezzate da ricerche improntate al gossip (Lucio Dalla 3°, Costa Concordia 5°) sempre in una chiave luttuosa, o al più totale vuoto pneumatico (Zalando 4°, Sara Tommasi 7°, il software che “legge il pensiero” Akinator 8°, il Pulcino Pio 9°).

Le armi di distrazione di massa della società spettacolistica avanzata nel nostro paese hanno ormai un impatto ed una penetrazione assoluta. Angoscia di morte, lutto e iniqui balzelli sembrano in questa sequenza onirica rimbalzare immediatamente in risposte emotive che non sono propriamente reazioni di cambiamento, ma hanno il carattere delle fantasticherie infantili o dei pensieri grandiosi. Affari e sconti grandiosi; sesso con la porno star; leggere il pensiero come un tempo gli occhiali ai raggi x; e dulcis in fundo canticchiare idiotamente la canzoncina del Pulcino Pio.

L’italiano colpito da eventi disastrosi e dalla crisi economica si maniacalizza e si anestetizza al contempo nelle sue risposte emotive, non reagisce adeguatamente, si rimbecillisce.

Ma passiamo all’elenco che più di tutti mi ha colpito, quello del “Come fare”. Quello che probabilmente segnala la dimensione del desiderio collegata con quella del saper fare.

  1. Come fare Sesso
  2. Come fare un Clistere
  3. Come fare il Pizzetto
  4. Come fare innamorare
  5. Come fare braccialetti
  6. Come fare tatuaggi
  7. Come fare il mascarpone
  8. Come fare nodi
  9. Come fare Succhiotti
  10. Come fare Stretching

È pur vero che l’accesso ad internet è soprattutto una questione di under 50, ma non so quanto questo spieghi la prevalenza di una serie di domande preadolescenziali su come fare sesso(1°), fare innamorare (4°), fare braccialetti (5°), fare tatuaggi (6°). Si registra sorprendentemente l’affollamento di cultori dell’arte parrucchiera (fare il pizzetto), o di navigatori (fare i nodi), o di chef (mascarpone) o di sportivi (stretching).

Ci sono però in questo elenco dei misteri assoluti, almeno per me.

Da dove deriverà questa improvvisa frenesia italica di apprendere l’arte del Clistere (2°) ?

Ma soprattutto cosa diavolo vuol dire “fare i Succhiotti” (9°)? E soprattutto cosa diavolo c’è da imparare?

Stiamo parlando dei segnacci che ci facevano le fidanzatine a 15-20 anni sul collo per marcare il territorio o stiamo parlando per allegoria, metafora, larvato simbolismo, di altro?

Mi astengo rigorosamente da speculazioni interpretative di derivazione psicoanalitica (ce ne sarebbe da dire…) circa questa morbosa attenzione su zone del corpo e sulla maturità dell’investimento libidico dell’italiano medio, ma perché gli italiani mentre sono travolti dalla crisi corrono in massa su internet ad informarsi su come si fanno i clisteri e i succhiotti?

Una risposta ce la dà implicitamente il nostro capo del governo proprio con la frase di apertura della sua “agenda” con la quale vorrebbe lasciare un’impronta indelebile ai prossimi esecutivi. “La crisi ha impresso al processo di integrazione europea una accelerazione che sarebbe stato difficile immaginare solo pochi anni fa”, che detto in altri termini, significa: che fortuna che abbiamo questa crisi che ci permetterà di stabilire un nuovo ordine e nuove priorità nella vita delle persone senza colpo ferire sotto l’egida dell’integrazione europea (che tutto è stata finora fuorché un processo politico dei popoli).

Questa non è certo una mia malevola interpretazione, ma quanto diceva il premier stesso un anno fa alla Luiss in un convegno. Cedere sovranità comporta essere costretti dalla crisi ad impoverirci e a sottometterci, e a compiacerci per questo.

Se subiamo le agende europee con la nostra proverbiale allegria, canticchiando assieme alla nostra suoneria del cellulare facendoci succhiotti e manipolando clisteri (neanche tanto simbolici), magari ci viene meglio.