Bonus psicologo: di cosa si tratta e a che punto siamo

E’ stato approvato in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio il cosiddetto “Bonus Psicologo”.

Il decreto che contiene il bonus dovrà poi passare alla Camera e al Senato e dovrà essere approvato entro il 28 Febbraio per diventare effettivo.
Arrivata l’eventuale approvazione delle Camere, a quel punto il governo avrà 30 giorni per stabilire, attraverso ulteriori decreti attuativi, chi potrà effettivamente usufruire del bonus e con quali modalità.

[AGGIORNAMENTO: IL 24 FEBBRAIO 2022 IL DECRETO MILLEPROROGHE E’ STATO DEFINITIVAMENTE APPROVATO IN SENATO CON TESTO IDENTICO A QUELLO RIPORTATO NELL’ARTICOLO]

La prospettiva più ottimistica è avere i dettagli operativi e definitivi non prima di aprile.

COSA DICE L’EMENDAMENTO. L’emendamento, che andrà ora approvato dalle Camere, prevede lo stanziamento di 20 milioni per la salute mentale dei cittadini, che andranno così ripartiti:

a) 10 Milioni serviranno al potenziamento dei servizi di neuropsichiatria infantile per l’infanzia e l’adolescenza, dell’assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali e per l’assistenza per il benessere psicologico individuale e collettivo;

b) 10 Milioni serviranno per finanziare il vero e proprio bonus psicologo.

COSA SAPPIAMO AD OGGI SUL BONUS. L’emendamento stabilisce che le persone con ISEE inferiore a 50mila euro potrebbero accedere a un bonus che potrà essere fino a 600 euro a testa per sostenere le spese relative a sessioni di PSICOTERAPIA presso professionisti privati iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti nell’albo degli psicologi (inizialmente nell’emendamento approvato in Commissione era stato scritto di un fantomatico “albo degli psicoterapeuti”, la dicitura è stata corretta nel testo presentato in votazione alla Camera).
L’ipotesi è che possa usufruire di questo bonus una platea di 16mila persone circa, che potranno accedere a 8-12 sedute in tutto.

TIEPIDI SEGNALI POSITIVI. Un aspetto innegabilmente positivo è che, in conseguenza della pandemia, finalmente la politica nazionale mostra un qualche tipo di interesse per la salute mentale.
Ci sono i soldi messi su questo bonus, ci sono stati – e ci saranno ancora in parte – quelli stanziati per la psicologia scolastica, ci sono i soldi per alcune assunzioni nel SSN.
Rispetto al bisogno – notevole da ben prima della pandemia e che la pandemia ha più legittimato che acuito – siamo alle briciole, ai segnali di fumo, rispetto ai quali come categoria possiamo provare ad ampliare varchi laddove fino a tre anni fa trovavamo muri di gomma e sostanziale disinteresse.

A mio avviso, però, le notizie positive finiscono qui e per il resto si aprono diversi dubbi e domande, che riguardano innanzitutto come è scritto il testo e – sebbene possa trattarsi di una mia sofisticata interpretazione – il modello culturale di salute mentale che mi pare sottendere.

IL BONUS PSICOTERAPEUTA. Leggendo il testo la prima cosa che salta all’occhio è la scelta di specificare che saranno oggetto del bonus le “sessioni di psicoterapia”.

Una scelta che fa riflettere, che pare sottendere una squalifica della competenza dello psicologo come professionista sanitario legittimato ad agire anche in ambito clinico.

Un professionista che torna a essere figlio di un dio minore quando non ha frequentato una scuola di specializzazione.

A maggior ragione se poi consideriamo che questo cosiddetto “bonus” è pensato per quelle situazioni che, per livello di gravità, non troverebbero il necessario spazio nei Centri di Salute Mentale e nel SSN, oberati dalle situazioni più critiche.

Fa poi riflettere il continuo rimando al fatto che il disagio emotivo e psicologico sia figlio dell’emergenza e con questa cammini.
E’ una lettura miope: l’aumento dei casi di depressione e/o disturbi d’ansia, l’uso sempre più precoce dell’alcol da parte degli adolescenti, l’aumento dell’uso di psicofarmaci, ecc… sono trend che erano in corso da ben prima dell’arrivo della pandemia.
Collegare le due cose in ottica lineare di causa-effetto significa non tenere nella necessaria considerazione quello che, nella realtà, la società liquida, la precarietà economica e sociale GIA’ stava facendo da anni alle persone e ai loro sistemi di convivenza e quello che continuerà a far loro quando l’emergenza sanitaria sarà finita.

LA LOGICA DEI BONUS. E’ davvero difficile prendere una posizione netta tra la realpolitik di chi dice “intanto diamo dei soldi a qualcuno che non li ha” e chi rileva che questa logica dell’una tantum applicato a un diritto come la salute abbia il sapore delle briciole in fondo al pacchetto di salatini, mentre questi sono stati allegramente sgranocchiati dai monopattini, dalle zanzariere e dai rubinetti.

Certo, si era partiti dalla richiesta di 50 milioni per il bonus, ce ne troveremo forse 1/5, con una platea di potenziali beneficiari che a stento coprirebbe gli abitanti di San Casciano Val di Pesa.

Anche i 10 milioni per il potenziamento delle strutture, dureranno un anno e si finirà per stare appesi al solito progetto estemporaneo sul territorio (senza contare che non riguarderanno solo gli psicologi, ma il “reclutamento di professionisti sanitari e di assistenti sociali”).

Per carità, sempre meglio di niente, però capiamoci: l’esultanza di queste ore richiede la ferma consapevolezza che c’è il rischio concreto che tra un anno – a maggior ragione se dovesse terminare l’emergenza sanitaria e magari dopo esserci messi alle spalle le nuove elezioni per il governo – saremo di nuovo all’anno zero.

UNA CHIOSA FINALE. La notizia è stata rilanciata sin dalla mattina di ieri da alcuni Ordini e dal CNOP, senza specificare che si stesse parlando di un emendamento in Commissione e non dell’approvazione definitiva ma soprattutto senza uno straccio di documento ufficiale a corredo.
Tutti comunicati stampa e link ad articoli di giornale.
Non mi sembra un modo serio di dare informazioni né alla comunità professionale né ai cittadini.

Qui il documento che dovrà essere esaminato ed eventualmente approvato dalle Camere nei prossimi giorni.