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Oggi vi raccontiamo una storia. I personaggi sono:

un gruppo politico-professionale che ha amministrato l’Ordine degli Psicologi della Calabria per più di 30 anni e che attualmente esprime l’esecutivo del nostro ente con una maggioranza di 8 Consiglieri, tra “vecchia guardia” (pensate il Presidente è al suo quinto mandato) e nuove leve;

altri 7 Consiglieri, tutti alla prima esperienza ordinistica, espressione di un gruppo che va sotto il nome di AltraPsicologia Calabria e che dopo 30 anni di rappresentanza monocolore cerca di lavorare (con non poche difficoltà) ad un miglioramento della macchina del nostro organo di autogoverno, facendo informazione, ascoltando le istanze dei colleghi, chiedendo l’introduzione di regolamenti, vigilando sulle procedure;

il RUP, il “personaggio” principale di una storia che per gli amanti del dramma pirandelliano potremmo intitolare “7 Consiglieri in cerca del RUP” o se invece la preferenza è per i film di Indiana Jones “Gli 8 Consiglieri del RUP Perduto”.

Ma veniamo al punto.

Cosa non è il RUP?

Non è una creatura mitologica, non è il Sacro Graal, non è il nome di un nuovo vaccino anti-covid efficace per tutte le varianti del virus (purtroppo!)

Cos’è il RUP invece?

Per comprendere bene chi è e cosa fa il RUP, dobbiamo necessariamente partire dal suo habitat naturale: la stazione appaltante. Per la legge italiana (Codice dei Contratti Pubblici) la stazione appaltante è una pubblica amministrazione che affida appalti pubblici di lavori, forniture o servizi oppure concessioni di lavori pubblici o di servizi. Ecco nel nostro caso specifico la stazione appaltante è rappresentata dall’Ordine degli Psicologi della Calabria che (fino a prova contraria) è un ente pubblico, nello specifico un ente pubblico non economico, in quanto:

persegue fini pubblici (cura l’osservanza delle leggi concernenti la professione, si occupa della tenuta dell’albo, vigila sulla tutela del titolo professionale, svolge attività per impedire l’esercizio abusivo della professione e in questo modo tutela la salute dei cittadini);

è titolare di poteri autoritativi (ad es. adotta provvedimenti disciplinari);

lo ha istituito lo Stato (l’Ordine esiste in virtù della Legge che regola la professione dello psicologo, la 56/1989);

percepisce contributi pubblici (nel nostro caso le nostre quote di iscrizione in qualità di iscritti);

è assoggettato al controllo di pubblici poteri (l’Ordine è soggetto alla vigilanza del Ministero della Salute).

Insomma per farla breve, l’Ordine è qualcosa di pubblico. Non è un’azienda, non è una fondazione, non è un’associazione, non è un club privato…è un ente che cura dei pubblici interessi.

A questo punto torniamo al nostro caro vecchio RUP.

Le leggi e i regolamenti (l’art. 31, co. 3, d.lgs. 50/2016, meglio noto come Codice dei contratti pubblici e le linee guida N.3 dell’ANAC Autorità Nazionale Anti-Corruzione) ci dicono che ogni pubblica amministrazione è tenuta ad individuare come responsabile per le procedure riguardanti appalti o concessioni una figura che si occupi delle fasi di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione dei contratti di lavori, servizi, forniture, sia che le procedure prevedano un bando, sia che non lo prevedano. Insomma qualsiasi contratto stipulato o servizio acquistato da un ente pubblico (anche se si tratta di acquisti in economia) deve seguire una procedura e per questa procedura ci deve essere un responsabile, il RUP appunto – Responsabile Unico del Procedimento.

A cosa serve il RUP?

Compito del RUP è quello di vigilare sulle varie fasi del servizio appaltato. Il RUP provvede a creare le condizioni affinchè il processo realizzativo del servizio/lavoro risulti condotto in modo unitario in relazione ai tempi ed ai costi preventivati, alla qualità della richiesta, alla manutenzione programmata e perfino alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. Un esempio pratico. Nel caso in cui un Ordine professionale voglia fare un acquisto o rinnovare un proprio servizio, i passaggi sarebbero pressocchè i seguenti: il Consiglio discute della necessità in essere, a seguito della discussione approva una delibera, a quel punto la palla passa al RUP che dovrà, tra i vari compiti, coordinare o svolgere un’indagine di mercato in linea con le le esigenze dettate dal Consiglio (ad es. in termini di qualità, economicità, ecc.) e/o procedere all’organizzazione di una pubblica manifestazione di interesse emanata dall’ente, coordinare tutte le azioni atte a garantire il rispetto delle procedure di affidamento secondo quanto dice la legge, firmare una determina di affido e quindi impegnarsi a vigilare sul mantenimento delle condizioni concordate (ad es. che il lavoro in questione corrisponda alle richieste fatte o che venga consegnato nei tempi sui quali le parti si sono accordate). Tutto questo anche perchè qualora dovessero subentrare disguidi di qualsiasi genere, la responsabilità dovrà essere facilmente individuabile e non opaca e diffusa.

Cosa succede all’Ordine degli Psicologi della Calabria?

Qui entrano in gioco gli altri personaggi della storia. Il gruppo di maggioranza politica in Consiglio (composto da Colleghi che hanno ricoperto per anni ruoli apicali all’interno dell’Ordine) e il gruppo di opposizione, noi di AP Calabria, età media 35 anni. I secondi, ad ogni deliberazione sull’affidamento di un servizio chiedono ai primi: “Scusate chi è il RUP?”.

La risposta del Presidente e della sua maggioranza?

Non c’è bisogno di alcun RUP poichè abbiamo a che fare con l’acquisizione di servizi, forniture e lavori in economia (ovvero al di sotto dei 200.00 euro al netto dell’IVA).

Eppure basterebbe visitare la sezione Amministrazione Trasparente dell’Ordine degli Psicologi della Calabria per trovare un documento che sembra risolvere ogni dubbio il REGOLAMENTO SULLE ACQUISIZIONI IN ECONOMIA E SUL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI PROFESSIONALI E DI CONSULENZA DEL CNOP  (interamente recepito dal nostro Ordine Regionale) che all’art. 2 comma 2 recita:

Il Consiglio dell’Ordine, quando delibera la realizzazione del lavoro o l’acquisizione della fornitura o del servizio in economia, ovvero quando delibera di conferire un incarico individuale, nomina, anche tra i membri del Consiglio dell’Ordine, un Responsabile Unico del Procedimento per le fasi dell’affidamento, della stipula e dell’esecuzione del contratto, nonché per il conferimento degli incarichi individuali, nei limiti espressamente previsti dalla delibera del Consiglio dell’Ordine.”

e ancora all’art.2 comma 4:

“In mancanza di un’espressa disposizione del Consiglio dell’Ordine, il Responsabile Unico del Procedimento è il Consigliere Tesoriere, ovvero, laddove esistente, il Direttore Amministrativo.”

Chiaro no?

Il RUP ci deve essere comunque, l’incarico può essere svolto anche da un Consigliere, se non c’è un espresso provvedimento dell’Ordine il compito spetta al Tesoriere o al Direttore Amministrativo.

Tutto questo in linea teorica…perchè nella realtà in nessuna delle determinazioni economiche dell’Ordine degli Psicologi della Calabria viene indicato un RUP, il nostro ente non ha un Direttore Amministrativo e sopratutto in quasi due anni di consiliatura non abbiamo mai visto una determina di affidamento di servizi o di acquisti firmata dalla Consigliera Tesoriera!

Sito internet, Provider ECM, intermediario teconologico per il passaggio a Pago PA, agenzia interinale per l’assunzione di un nuovo dipendente e tanti altri servizi di cui si avvale o si dovrà avvalere il nostro Ordine, sono stati affidati senza la presenza di un Responsabile Unico del Procedimento.

Ecco la storia si conclude qui, triste, a tratti grottesca come tante altre storie che abbiamo avuto modo di raccontarvi. Una storia che costringe noi 7 Consiglieri di AP a non approvare le deliberazioni di carattere economico del nostro ente. L’ennesima inspiegabile storia di regole costantemente travisate o peggio ancora ignorate, nonostante i costanti richiami. La storia di una maggioranza ordinistica che dovrebbe portarsi dietro un’esperienza tale da evitare agilmente questi pericolosi strafalcioni da dilettanti allo sbaraglio, ma che evidentemente è troppo impegnata ad etichettare noi Consiglieri di opposizione come “rompiscatole” che votano contrario ad ogni cosa.