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 Il TAR del Lazio con la sentenza 13020/2015 ha dichiarato che l’attività di counseling si sovrappone a quella degli psicologi.

Siamo giunti a questa importante sentenza grazie a tutti gli psicologi e le psicologhe che hanno sostenuto e risposto alle richieste di AltraPsicologia.

Dieci anni fa AltraPsicologia nasceva proprio sul tema della tutela, dell’informazione e della trasparenza delle istituzioni. Una volta entrati nelle istituzioni, abbiamo iniziato a seminare quello che oggi raccogliamo.

Negli ultimi anni il panorama culturale delle nostre istituzioni è cambiato.

Nel 2011 con la modifica dell’articolo 21 del nostro Codice Deontologico, fortemente voluta da AltraPsicologia,  che ha suscitato le prime forti reazioni di chi aveva interessi economici nella formare i “counselor” non psicologi.

Siamo giunti così alla famosa sentenza nella quale si ribadiva che insegnare l’uso di strumenti psicologici a chi non è psicologo equivale a facilitare l’esercizio abusivo della professione.

Nel 2012 abbiamo richiamato l’attenzione sul tentativo dei counselor non psicologi di darsi una norma riconosciuta. In quell’occasione, dovendo fornire una descrizione dell’attività di counseling e dei requisiti per la propria formazione, abbiamo assistito allo sforzo da parte dei counselor non psicologi di non dichiarare la sovrapposizione con la psicologia modificando i vocaboli (ad esempio, psicologia della personalità diventava personologia).

 Oggi, cosa ha spinto il nostro Consiglio Nazionale ad affrontare il counseling non psicologico?

Siete stati proprio voi che ci leggete, partecipando alle nostre iniziative!

Lo dice la sentenza stessa:

Su sollecitazione dei propri iscritti… il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi inoltrava al MISE, in data 25 settembre 2014, istanza di accesso agli atti del procedimento”.

Quale sollecitazione?

Un’idea l’abbiamo, ecco i fatti.

dubbi-perplessita-scelte-300x199Era il 17 Aprile 2014, quando il nostro Presidente Nazionale durante un Consiglio dell’Ordine della Sicilia presieduto da lui stesso, discutendo a proposito dell’articolo 21 del nostro codice deontologico, argomentava con documenti  e articoli che l’attività portata avanti dai counselor NON colpisce l’attività psicologica. Tra l’altro sosteneva che i counselor non  lavorano più degli psicologi e di fronte all’avvio di nuovi corsi non si può fare niente (per approfondire leggi qui).

Cosa ha fatto cambiare orientamento?

Probabilmente l’esame di realtà. Infatti, qualche mese dopo una struttura sanitaria di Siracusa bandì un concorso per assumere un “counselor” invece di uno psicologo. E tutto questo proprio nell’azienda sanitaria dove opera il nostro presidente nazionale!

Così il 22 settembre AltraPsicologia denuncia il fatto e chiede alla comunità degli psicologi di mobilitarsi inviando una email al CNOP affinché si attivi per far ritirare il bando di Siracusa e soprattutto per sostenere “con forza la figura dello psicologo” (articolo e invio delle email qui)


Più di 2000 colleghi e colleghe inviano l’email e tre giorni dopo (il 25 settembre), con uno scatto degno di Bolt
, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi inoltra istanza di accesso agli atti del procedimento instaurato dall’AssoCounseling. Inizia ad istruire il ricorso al TAR che ha portato alla successiva sentenza che afferma quanto il counseling sia psicologico.

Tutto questo è stato ottenuto grazie all’attivazione degli psicologi e delle psicologhe, per questo non ci resta che ringraziarvi!

È con solo una solida comunità professionale, consapevole della propria professione, che la psicologia può guadagnare il riconoscimento del proprio valore.