Il counseling è dello psicologo: chi lo dice a certe scuole di psicoterapia?

Festa di San Firmino18 Novembre 2015. Festa grande alla corte del CNOP: il TAR del Lazio, con la sentenza 13020/2015, ha disposto la cancellazione di Assocounseling dall’elenco delle attività non regolamentate di cui alla L. 4/2013.

E si motiva la sentenza dicendo due cose elementariwatson:

a) I counsellor non hanno alcuna competenza per gestire il disagio psichico;

b) Quando i counselor dicono di non lavorare col disagio, come fanno a stabilire che il disagio non c’è se non fanno diagnosi? E la diagnosi è atto tipico dello psicologo.

Insomma: parrebbe non esserci scampo. 

(ne parliamo più approfonditamente qui e qui )

Ci sarà ricorso, certo, le parti in causa faranno tutto ciò che reputano necessario per affermare la propria posizione.

Questa è la giurisprudenza, farà il suo corso e si starà a vedere.

Intanto però, quale corso sarò riservato a tutti quei colleghi che formano counselor e tutte quelle scuole di psicoterapia che hanno nella loro offerta formativa corsi di counseling aperti a tutti?

#MaiUnaGioia, lo so, chiedo scusa….

Ma sapete come si dice:

ogni volta che punti un dito contro qualcuno, ce ne sono tre rivolti verso di te.

 

Sono quindi più che mai interessanti, e pure un poco amare, proprio le parole di Assocounseling, che nel suo comunicato di commento alla sentenza in favore del CNOP scrive:

Sarà nostra cura fin dai prossimi giorni aprire tavoli di discussione che coinvolgano non solo il mondo associativo del counseling, ma anche quello della psicologia professionale che non si riconosce nella posizione del CNOP: pensiamo ai tanti psicologi e psicoterapeuti iscritti alle associazioni di counseling e ai tanti psicologi e psicoterapeuti che formano i counselor (sottolineato mio) e supervisionano la loro attività professionale.

Eggià.

Pure io ci penso a questi colleghi. Alle loro attività formative e ai loro guadagni.
Penso pure alle scuole che invece non cedono alla tentazione della via facile nonostante la crisi.

L’articolo 21, per come gli psicologi stessi se lo sono modificato col referendum a schiacciante vittoria dei sì, parla chiaro:

L’insegnamento dell’uso di strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione di psicologo a persone estranee alla professione stessa costituisce violazione deontologica grave.

Che si fa?

Questo è il vero punto dolente della vicenda.

Quanta credibilità pensiamo di poter avere, di fronte ai giudici, all’utenza e alla nostra stessa categoria se innanzitutto non estirpiamo queste di criticità?

2zj01mhNon è un mistero che alcuni degli Ordini regionali che nella grande giornata di festa hanno condiviso la sentenza, hanno tra i loro consiglieri dei formatori di counselor. Basta controllare i curriculum.
L’Ordine della Campania organizza costantemente eventi con scuole che formano anche counselor. Ero personalmente presente quando, dinanzi a tutto il direttivo, uno dei direttori di queste scuole affermò che il counselor era necessario per il futuro della psicologia. Proteste in sala e gelo tra i consiglieri.
L’Ordine della Toscana, appena una settimana prima dell’uscita di questa sentenza, ha mandato i propri iscritti a farsi spiegare la psicologia da un counselor, con tanto di accreditamento ECM pagato coi soldi degli iscritti. Qualche consigliere del granducato ammette con imbarazzante candore che con i counselor ci collabora pure.

E questi sono solo alcuni esempi: cosa vogliamo davvero farcene di tutti questi simpatici paradossi?

Fin dove vogliamo spingerci dentro questa incoerenza?

Intendiamoci: io pure sono felice della sentenza del TAR e spero che il Consiglio di Stato non ribalti il parere.

Ma sono pure francamente in profondo imbarazzo: mi chiedo esattamente cosa stiamo applaudendo.

Una sentenza che tutela l’utenza da pseudoprofessionisti dall’incerta preparazione?

O una sentenza che dice che altri non possono fare quello che invece noi facciamo regolarmente, alla luce del sole?

Ecco.

Quando le azioni politiche daranno una risposta univoca a questa domanda, tanto sarò davvero convinta di parlare di tutela della psicologia e degli psicologi.