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Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio

E’ iniziato così il tanto atteso discorso di Fedez sul palco del Concerto del Primo Maggio. Una bella lezione di libertà e buon senso, non c’è che dire! 

Come prevedibile in poche ore il video è diventato virale e con lui anche la registrazione della chiamata con i vertici Rai in cui veniva “caldamente” invitato a censurare nomi e cognomi perché “editorialmente inopportuno” e per “adeguarsi al sistema”. 

Affermazioni come “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno”, “Gay vittime di aberrazioni della natura”, “I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie” hanno sempre lo stesso significato. In qualsiasi contesto vengano dette! E se poi a pronunciarle sono rappresentanti delle Istituzioni rappresentano la sconfitta di un’intera società a favore della paura, dell’odio, della distanza

Condannare il finto moralismo e l’ipocrisia di alcuni personaggi e servizi pubblici significa esprimere solidarietà per tutte quelle persone che ripetutamente sono vittime di frasi ed azioni razziste, omofobe e sessiste, a volte al limite dell’intolleranza e del fanatismo sociale.

Impossibile non sentire e condividere quel brivido di rabbia e agitazione nella voce del cantante. Alla fine però, a pensarci bene, Fedez non ha fatto altro che dare forza e clamore a delle verità che ognuno di noi già conosceva. 

Quante volte abbiamo ascoltato frasi discriminatorie da parte di conoscenti, politici o volti noti dello spettacolo? Quante volte abbiamo assistito ad una strumentale attesa di Disegni di Legge mascherata da “ulteriori riflessioni” o “altre emergenze”? 

Era il Maggio 2018 quando il deputato Alessandro Zan ha depositato, per la prima volta, la sua proposta di Legge. Questa è stata approvata alla Camera dei Deputati solo nel Novembre del 2020 (ben 2 anni dopo!) ed ora si è in attesa del suo iter in Senato, necessario per l’approvazione definitiva.

Quasi 3 anni per approvare una legge contro l’odio e la violenza?

Ad oggi, secondo la Legge Mancino (122/1993) se si viene aggrediti per ragioni di razza, etnia, nazionalità e religione è prevista un’aggravante sulla pena, e negli gli articoli 604-bis e 604-ter del Codice Penale si sancisce l’illegalità della propaganda e dell’istituzione a delinquere per motivi di discriminazione. Il DDL Zan intende aggiungere – ai testi già in vigore – la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. 

La prima volta che l’ho letto ho subito pensato all’art.4 del nostro Codice Deontologico che ad un certo punto recita: Lo psicologo non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.”

Ebbene sì, il Disegno di Legge di cui tanto si discute in questi mesi descrive quasi alla lettera uno dei punti cardini della nostra professione. Come psicologi e psicologhe conosciamo bene la forza delle parole e quotidianamente operiamo perché ogni forma di discriminazione, sia essa legata al genere o all’orientamento sessuale, venga contrastata. 

E lo facciamo affinchè non sia più la persona ad adeguarsi al sistema, ma il sistema stesso a rispettare i valori e diritti delle persone che rappresenta.

Il DDL Zan non rappresenta solo un adeguamento alla normativa esistente, ma la speranza in un futuro in cui i diritti civili non debbano essere elemosinati, ma garantiti e difesi. Viene osteggiato in nome della libertà di espressione, ma ricordiamoci che il linguaggio d’odio si configura come violenza e in quanto tale limita la libertà altrui

È per tutte queste riflessioni che l’altra sera, davanti al televisore, ho ringraziato Fedez per il suo intervento. Può piacere o meno (artisticamente parlando), ma lui è un cantante e un influencer e i suoi canali di comunicazione sono i social, le piazze e la tv. E un discorso come il suo colpisce, soprattutto perché sembra inusuale.

Grace Murray Hopper un tempo disse che l’espressione “Si è sempre fatto così’” è una delle frasi più pericolose in assoluto. È tempo dunque di mettere in discussione le vecchie “tradizioni” che ci allontanano dall’essere una società inclusiva e salire – ognuno sul proprio palco – a difendere i nostri diritti.

 

CLICCA QUI PER LEGGERE IL TESTO INTEGRALE DEL DDL ZAN