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LETTERA APERTA DI ALTRAPSICOLOGIA ALLA COMMISSIONE MINISTERIALE PER LA PSICOTERAPIA

Gentile Presidente e Gentili Esperti della Commissione Ministeriale per la Psicoterapia,

l’Associazione di categoria AltraPsicologia – che si occupa di informazione, tutela e promozione delle professioni psicologiche – nell’augurarvi un buon lavoro in questo vostro difficile compito di riordinamento sulla materia della Psicoterapia e delle scuole di specializzazione post-lauream, intende segnalarvi alcune questioni presenti sul tappeto che ci preme sottolineare e che da sempre sono motivo d’interesse della nostra Associazione.

Innanzitutto riscontriamo con molto piacere che, nell’informativa diffusa da Maurizio Mottola circa la nomina e l’insediamento di questa Commissione su Quaderni Radicali (http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=7648 ), sono contenuti molti dei temi a noi cari (sottolineati nel testo che segue) e che ci piace pensare siano stati recepiti anche grazie al nostro faticoso lavoro di pressione culturale e politico:

“Poiché si è raggiunto un plateau di scuole riconosciute (circa 300 tra sedi principali e sedi periferiche), la nuova Commissione avrà ulteriormente da ridefinire i suoi compiti , in quanto oltre la verifica delle condizioni standard (al di sotto delle quali una scuola di formazione in psicoterapia non può essere riconosciuta) avrà da mettere al centro e sviluppare il parametro della qualità, individuando criteri e procedure utili per sostenere lo sviluppo di fattori che possano garantire l’articolazione di parametri di minore o maggiore qualità delle scuole di formazione in psicoterapia già riconosciute.
Pertanto per tale valutazione diviene importante la produzione scientifica delle scuole riconosciute, nonché la ricerca che sono in grado di organizzare e promuovere.
Dunque dal riscontro della mera sufficienza delle scuole di formazione in psicoterapia si avrà da incrementare progressivamente i
l passaggio ad una fase di sviluppo di criteri di qualità, in modo tale che l’allievo non scelga unicamente in base al parametro minimale di scuola riconosciuta/non riconosciuta, ma anche per quelle riconosciute in base a fattori qualitativi.
La nuova
commissione dovrà pertanto essere messa in condizione di svolgere le previste funzioni ispettive e di monitoraggio sul territorio, eventualmente con l’ausilio degli ordini professionali regionali

Da circa un anno la nostra Associazione opera, con un proprio gruppo di lavoro formato da psicoterapeuti ex allievi e specializzandi di varie scuole, alla stesura di un documento – la Carta Etica delle scuole di psicoterapia – che è nella direzione, proprio come sottolinea il testo di Mottola sopra citato, della qualificazione e innalzamento del profilo etico delle scuole in vista di un necessario differenziamento interno tra le circa 300 presenti sul territorio nazionale.

Si tratta di un documento tutt’altro che compiuto, ma che rappresenta sicuramente una base di lavoro condivisibile da tutti gli addetti ai lavori, le cui linee-guida possono essere recepite e tenute presenti da codesta Commissione. Siamo infatti convinti che il discorso sulla “qualità” passi necessariamente attraverso un discorso sull’ “etica” della professione e delle istituzioni formatrici e che queste due grandi tematiche siano di fatto indissolubili.

Ci preme inoltre sottolineare, come Associazione di categoria, che la quasi totalità degli iscritti e degli specializzati delle 300 scuole (nella misura di diverse migliaia l’anno) sono laureati in Psicologia ed iscritti agli Ordini Regionali degli Psicologi e che sarebbe auspicabile, come crediamo debba avvenire in ogni sistema democratico evoluto, che, in quanto “clienti” e destinatari del lavoro formativo delle suddette scuole, venissero coinvolti ed ascoltati nel lavoro di codesta Commissione come parte attiva e non come parte passiva dell’intero processo.

Abbiamo sostenuto da sempre, a difesa dell’utenza finale e dei cittadini che si rivolgono alla psicoterapia, una verifica della qualità formativa delle scuole che eviti i rischi di eccessiva formalità/burocratizzazione (quando a svolgere la verifica sia un organo tecnico dello Stato) e di autoreferenzialità (quando a svolgere la verifica siano gli stessi erogatori dei servizi, le scuole).

La nostra valutazione è che fino ad oggi il sistema italiano su questa materia sia incorso proprio in questi due “inciampi”, con l’esito di una proliferazione acefala delle proposte formative.

L’aggiramento di questi pericoli richiede lo sforzo operativo di tutte le parti in causa e l’applicazione di strategie partecipative, attente e rispettose della specificità della formazione psicoterapeutica e coinvolgenti tutte le parti in causa.

Vorremmo anche segnalare a questa Commissione che per la riqualificazione e rivalutazione del titolo rilasciato dalle scuole di psicoterapia private  riteniamo assolutamente necessario un riordino anche legislativo, dal momento che il nostro Servizio Sanitario ha riconosciuto solo formalmente l’equipollenza di questo titolo ai fini concorsuali, ma di fatto la figura dello psicoterapeuta con formazione “privata” è marginale nella cultura dell’intervento nonché, conseguentemente, nella possibilità di accesso reale a concorsi e incarichi “pubblici”.

AltraPsicologia, inoltre, propone a questa Commissione altre due riflessioni:

La ricerca (referente etico-qualitativo centrale) in Psicoterapia è la parte più mortificata, finora, dagli andamenti istituzionali ma anche lo scenario più promettente per sostenere l’affermazione e lo sviluppo del settore. La mole di ricchezza esperenziale e le potenzialità esprimibili dalla vastissima popolazione di scuole e professionisti potrebbe con minimo sforzo diventare la forza di un nuovo modello di ricerca da estendere su tutto il territorio nazionale. Manca però fino ad oggi una cultura di rete e di coordinamento di tutte le esperienze espresse nel nostro paese, mancano gli investimenti nella ricerca sia da parte degli organismi statali, sia da parte delle scuole (la maggioranza di esse), è mancata la volontà politica di investire sulla ricerca.

Altro punto da noi sottolineato riguarda le oggettive difficoltà organizzative a carico di molte scuole (le più piccole, ma non solo) nell’organizzare una didattica decente (tirocini-fantasma, lezioni teoriche tenute da neo specializzati, esperienze pratiche insufficienti, etc.).

A tal proposito suggeriamo come indispensabili le seguenti misure:

  • Un coordinamento nazionale che coordini, monitori, raccolga e renda pubbliche le attività di ricerca delle singole scuole e ne tracci una graduatoria aggiornata di qualità
  • L’investimento programmato, da parte delle scuole, di fondi significativi alla ricerca
  • La promozione di modelli organizzativi delle scuole di tipo “confederativo” sulla base dell’individuazione delle principali Epistemologie-Scuole Di Pensiero convergenti, in modo tale da ottimizzare la didattica ed innalzare la qualità della formazione (ad esempio, l’Ordine Psicologi Lazio uscente ha prodotto un libro nel cui indice sono elencate tutte le scuole presenti sul territorio regionale classificate secondo le principali macro-aree che risultano, nello specifico, nel numero di 11).
  • Per ciascuna macro-area l’attivazione di un centro di ricerca ed un’associazione (sul modello “fondazione”) accreditata e accreditante.

Certi della Vostra attenzione ai temi qui sollevati e fiduciosi nell’applicazione da parte Vostra, del massimo impegno nella loro considerazione, ci rendiamo disponibili per qualunque scambio e confronto sugli stessi temi e Vi rinnoviamo il nostro miglior augurio di buon lavoro.

AltraPsicologia

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