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Siamo in Italia e qui, sappiamo, il rispetto delle regole e delle procedure, specie nella patria interpretazione del neoliberismo spregiudicato e anarchico degli ultimi tempi, è un terreno particolarmente aleatorio. Accade perciò che l’assoluta anomalia per la quale i controllori coincidano con i controllati diventi regola. Purtroppo però la ripetizione ossessiva di una consuetudine non è scritto da nessuna parte che debba diventare necessariamente legge, soprattutto dove tale consuetudine sia pessima come, appunto, la ridicola abitudine di far coincidere l’erogatore di un servizio con il suo valutatore. A Roma esiste un antico adagio che dice a questo proposito: “te la canti e te la soni”, cioè a dire che nel valutare una mia prestazione, ecolalicamente ripeto a me stesso compiacendomi: “quanto sono bello, quanto sono bravo”.

Meglio di così non riusciamo a rendere il senso del concetto di autoreferenzialità, quello per intenderci nel quale incappano da sempre i nostri amici e colleghi del CNSP, ai quali fin dalla nostra nascita, oramai 6 anni fa, proviamo senza successo a chiedere sia una “terzietà”, sia una maggiore partecipazione dei “clienti” intermedi e finali nella definizione dei criteri di qualità e dei codici di autoregolamentazione nella formazione erogata dalle scuole di specializzazione private in psicoterapia.

Infatti, appena partorita da AP (2005) la prima versione della Carta Etica che, come ricordiamo, è stata attivamente partecipata da allievi ed ex allievi di scuole di specializzazione, giunse ben presto dal Dr. Zucconi una email interlocutoria che ci apparve un po’ “preoccupata” alla quale rispondemmo (con l’ingenuità di quei tempi) con entusiasmo manifestando le nostre intenzioni di aumentare attraverso questo progetto ambizioso il livello della qualità delle scuole italiane di formazione in psicoterapia. Purtroppo però per motivi a noi sconosciuti quel dialogo s’interruppe ben presto. Alla luce dell’ultima comunicazione del Dr. Zucconi di aperta aggressione verso l’Ordine Lombardia che sta proponendo l’ultima versione della Carta Etica nella sua regione, temiamo di aver finalmente compreso i motivi di quella unilaterale interruzione. Forse, ci domandiamo, al CNSP non interessa autenticamente dell’etica e della qualità della formazione?

Dobbiamo innanzitutto ricordare al Dr. Zucconi che l’Ordine è esattamente quella istituzione che occupa elettivamente la posizione della “terzietà” in quanto deve garantire presso la società civile, quindi verso i nostri utenti, la qualità dei servizi dei propri iscritti. Nessuna istituzione più dell’Ordine professionale ha il dovere di promuovere qualità ed etica dei servizi dei suoi professionisti presso la popolazione, anzi oseremmo dire che sia proprio questa la sua principale mission.

Ricordiamo pure che nella prassi scientifica (parliamo di una seria cultura scientifica) non dovrebbero essere le logiche del mercato ad accreditare qualitativamente ed eticamente l’autorevolezza di operatori, ricercatori e formatori di un settore secondo un “volemose bene” vischioso e opportunista, bensì i collaudati e talora complessi sistemi di controllo incrociato tra associazioni scientifiche e istituzioni pubbliche che nelle diverse declinazioni possibili esistenti difendono come valore assoluto proprio il principio di “terzietà” che nel nostro caso è invece il primo che cade sotto i colpi degli interessi lobbistici.

AP è contraria a questo lobbismo ispirato dal commercio e mirato unicamente all’interno della categoria, ed è invece favorevole ad un lobbismo puntato verso l’esterno nell’esaltazione dell’eccellenza e della rilevanza sociale della professione.
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