Colleganza, tutela, innovazione, partecipazione.
Sono solo alcuni dei temi che in AltraPsicologia trovano forma e sostanza. Ogni evento di divulgazione, seminario o incontro di buona prassi professionale risulta legato da un sottile filo rosso: essere parte di un progetto, dove le storie ed i percorsi di ciascun professionista rappresentano un valore.
La formazione ad oltranza. Sovente, il neolaureato in Psicologia si imbatte in percorsi post universitari frammentati e disorientanti perché non pensati e strutturati ai fini della consapevolezza professionale. La politica della formazione ad oltranza sembra voler procrastinare la tappa dell’ adultizzazione.
Stop alle ricette facili. Da neoabilitato potrei riassumere i bisogni della categoria in tre interrogativi: Chi sono? Dove vado? Con chi vado? E in questo periodo storico, un neoabilitato Psicologo non può accontentarsi delle classiche ricette esistenziali propinate dai soliti guru o maestri.
Ce lo dicono gli studi di settore, ce lo riferiscono riflessioni disinteressate ed intellettualmente oneste. La Psicologia italiana contemporanea si sta trasformando, talvolta da protagonista, talvolta rallentando il passo. La società chiede ad essa investimenti scientifici e professionali che le consentano di andare anche oltre le classiche contestualizzazioni cliniche.
Dai guru alla co-costruzione. Uno slancio così inteso spinge gli Psicologi: ad abbandonare le accademie depositarie del sapere unico; a far proprio un modus operandi fatto di co-costruzione intellettuale; a migliorarsi in contesti apprenditivi ed emotivi concepiti come zone di sviluppo prossimale; ad adoperarsi per la diffusione di modelli di convivenza sociale inclusivi.
Aspetti, in sostanza, che ci parlano dell’insufficienza culturale del modello formativo centrato sull’impegno autarchico del maestro depositario di conoscenze indiscusse, che ancora tende ad ingoiare le nuove e spaventate generazioni della Psicologia con il sottile intento di tenerle bambine.
La costruzione dell’identità di psicologo. Concretamente, la costruzione dell’identità professionale è rimandata nel periodo di Training in Psicoterapia o in una serie di Master Universitari, scavalcando un periodo essenziale di maturazione e sedimentazione: quello dell’essere innanzitutto Psicologo, professione la cui legittimità scientifica e sociale è finanche inscritta in un quadro normativo che, spesso, Università ed i tanti guru della formazione post laurea non tengono in debita considerazione.
L’attivismo nella comunità di AltraPsicologia sollecita ciascun membro a sentirsi responsabile dell’ altro e ad osservare il mondo attraverso la lente della “complessità”. Uno stile che alla scuola dei “guru” si traduce, invece, con fissità cognitiva, opacità etica, paura del collega.
Uscire dalle stanze dei guru e dei maestri indiscussi significa indossare anche i panni della colleganza e dell’etica: co-costruire vuol dire limare le gelosie, i narcisismi per sentirsi contemporaneamente attori e fruitori di un percorso comune.
Porsi in una visione etica della professione significa far propria una rinnovata forma di dialogo con le Istituzioni, dove occorre portare un’immagine nuova della professione, spesso fraintesa oppure concepita solo a metà.
L’incontro con AltraPsicologia e l’assunzione dei suoi valori associativi decostruiscono le manie di protagonismo ed i miti di onnipotenza e fanno sentire lo Psicologo innanzitutto cittadino che desidera servizi migliori, modellati sulle necessità sociali e non una fetta di potere da accaparrarsi per i personali interessi.
La Psicologia cambia, i pareri indiscussi dei guri non ci bastano più. Abbiamo sete di novità e di investimenti culturali e professionali di qualità. Come comunità ci spingiamo sempre più all’esterno per essere sguardo e proposta a favore di colleghi giovani e meno giovani la cui storia attende di essere “detta” da un rinnovato intendimento professionale. I guru non ci bastano. La Psicologia cambia!