Spiegare la Carta Etica (parte quarta): Il rapporto Docenti-Allievi (art. 3)

Art. 3 – RAPPORTO DOCENTI-ALLIEVI

Affrontiamo in questo articolo una terza ed importante area della carta etica proposta da AltraPsicologia, che è centrata sulle buone norme che dovrebbero regolare il rapporto che si instaura tra i docenti della scuola ed i propri allievi.

Per facilitare la comprensione dei commenti, ad ogni singolo comma, seguirà la nostra spiegazione.

  • a. I didatti, i tutors, i supervisori delle Scuole di Psicoterapia evitano la contemporaneità di funzioni didattiche e terapeutiche nei confronti degli allievi in formazione.

La richiesta di evitare la contemporaneità di funzioni didattiche e terapeutiche – è bene chiarirlo – nulla ha a che vedere con i dettami tecnici di alcune forme di psicoterapia. Ha, invece, un significato fondamentalmente etico, legato alla libertà di valutazione e di decisione dell’alunno che, in una situazione asimmetrica come quella paziente-terapeuta, verrebbe ampiamente alterata, finendo per incidere ed influenzare anche quella allievo-docente.
Inutile aggiungere, poi, che la posizione di giudizio che sempre e comunque caratterizza il ruolo di insegnante può determinare nello studente una maggiore difficoltà alla sincera e totale apertura nell’ambito di una psicoterapia, portando eventualmente a celare aspetti che lo stesso possa ritenere influenzerebbero il giudizio del suo professore.

  • Visto il loro delicato ruolo, sono particolarmente attenti affinché il loro ascendente sui propri allievi non finisca, anche indirettamente, per procurare loro vantaggi e/o opportunità non dovute.

Questa seconda sezione dell’articolo 3 a è, in parte, collegabile con la prima, ma aggiunge anche ulteriori elementi.
Il professore che, ad esempio, assuma in un secondo tempo anche l’incarico di psicoterapeuta, avrebbe indebitamente ottenuto un vantaggio derivante dal suo primo ruolo. Allo stesso modo, il docente che impieghi gli allievi per lavori continuativi e non retribuiti, starebbe sfruttando la propria posizione superiore per ottenere prestazioni che, altrimenti, non potrebbe avere. Proprio perché tale ruolo comporta, necessariamente, un’asimmetria di potere, il docente che si voglia porre in una posizione etica, deve essere ancora più attento che in qualsiasi altra situazione a non sfruttare tale situazione a fini personali.

  • b. I docenti della Scuola che svolgano anche attività in ambito universitario, a causa della particolare condizione di influenza in cui si trovano, pongono speciale attenzione nell’evitare di creare situazioni, anche potenziali, di conflitto di interessi (ad esempio usando il loro ruolo per la promozione della scuola);

E’ evidente che il discorso di cui al punto precedente vale anche in senso contrario; cioè, laddove un professore universitario insegni anche in una scuola, si deve astenere dal dare origine a situazioni di possibile conflitto d’interesse, come l’utilizzare il suo ruolo in Facoltà per farne derivare dei vantaggi alla scuola nella quale lui stesso insegna, situazione che assumerebbe così i contorni di uno scorretto procacciamento di clientela.

  • Nella loro posizione di docenti interni alla Scuola, si astengono dall’utilizzo degli allievi in mansioni extraformative continuative e a titolo gratuito o dal creare situazioni che possano ingenerare false aspettative negli stessi.

Questo punto è stato in parte già discusso fra gli esempi di prima. L’influenza che un docente ha sull’allievo, non solo in termini di rispetto, ma anche per le funzioni di giudizio del primo sul secondo, possono portare ad accontentare richieste extra-formative gratuite per timore che un rifiuto possa incidere sulla valutazione scolastica. E’ chiaro che in questi casi l’asimmetria di potere rischia di forzare le azioni dello studente se la stessa non sa essere adeguatamente ed eticamente gestita dal docente

  • c. I didatti, i tutors, i supervisori delle Scuole di Psicoterapia, si impegnano ad aiutare i propri allievi ad entrare in contatto con strutture, progetti di ricerca e attività promosse dalla scuola stessa, al fine di facilitare, una volta terminato il percorso di studio, il loro inserimento in una rete lavorativa più allargata.

Questo articolo è fondamentale affinché la scuola riesca ad integrare l’offerta formativa teorica con una possibilità di applicazione concreta delle conoscenze maturate per evitare che la formazione rimanga solo in termini astratti, deficit purtroppo frequente già nella preparazione universitaria. Inoltre, l’inserimento in progetti e attività lavorative aiuterebbe la creazione di una rete di contatto con professionisti del settore, di per sé fondamentale nell’allargare la possibilità di opportunità occupazionali.