Spiegare la Carta Etica per le scuole di Psicoterapia

L’idea di aprire una Carta Etica, in quanto codice di autoregolamentazione per la formazione postuniversitaria in psicoterapia, con ben 8 commi riguardanti la macro-area formazione e aggiornamento scientifico-culturale, non è certamente casuale.

Il radicamento metodologico e formativo nell’alveo di solide tradizioni scientifiche, empiriche, esperienziali, della psicoterapia rappresenta il necessario punto di partenza per una disciplina che intende proporsi come seria e attendibile per tutta la cittadinanza.

Inoltre, la relazione tra etica e scienza è oggi al centro del dibattito culturale mondiale proprio a seguito degli sviluppi tecnologici e scientifici degli ultimi decenni che determinano talora interrogativi urgenti ai quali si fa fatica a dare risposte unanimi. S’impone dunque una riflessione condivisa e sempre aperta sui capisaldi di ogni disciplina scientifica e sulla sua applicazione collettiva.

Per quanto riguarda la disciplina psicoterapia siamo di fronte ad un articolatissimo campo del sapere (e pragmatico) che incontra talora lo scetticismo di alcune parti del mondo scientifico proprio perché non compiutamente assimilabile, nelle sue differenti ed interne epistemologie, nei suoi presupposti scientifici ed operativi, ad altri settori scientifici e tecnologici sicuramente meno “trasversali” della psicoterapia.

Ciononostante, le ricerche e le esperienze maturate da oltre un secolo, ed in particolare negli ultimi decenni, consentono agli addetti ai lavori di dimostrare efficacia ed utilità pubblica delle pratiche psicoterapeutiche, di assumere oramai un certo grado di predittività di queste pratiche e di proporsi come servizio essenziale per la popolazione.

Nella compilazione di questa prima macro-area dedicata agli aspetti etici della formazione e aggiornamento scientifico-culturale, il rischio è stato quello di impigliarsi nel dibattito interno all’arcipelago delle psicoterapie, ricco di implicazioni ed eccezioni, piuttosto che mantenere rigorosamente l’asse sugli aspetti fondamentali di ogni formazione psicoterapeutica, intesi come trasversali e comuni, e quindi “comunicabili” verso l’esterno.

Abbiamo quindi volutamente superato ogni riferimento a questa o quella forma di validazione o verifica, a questa o quella tradizione modellistica/epistemologica di riferimento, a questa o quella tecnica o metodologia o teoria della tecnica.

Ciò che ha invece interessato i compilatori e revisori di questa macro-area (ed anche di altre, del resto) è stato preservare un principio di trasversalità, se vogliamo a-teorico, ma fondato su alcuni principi cardine della disciplina psicoterapia come:

  1. la non scindibilità, nella formazione dello psicoterapeuta, dei piani clinici, metodologici, scientifici ed etici
  2. la necessità della formazione continua e dell’apertura ad altri modelli/orientamenti
  3. l’assunzione dei limiti del proprio operato e della necessità della collaborazione con altri professionisti
  4. la necessità di essere consapevoli e trasparenti in relazione a fattori personali ostacolanti l’attività psicoterapeutica
  5. la promozione di una personalità terapeutica che però sia radicata al contempo alle matrici scientifiche di riferimento
  6. la necessità di porre il proprio servizio come psicoterapeuti a procedure di verifica di efficacia clinica
  7. la promozione del senso di responsabilità negli allievi e futuri psicoterapeuti
  8. la necessità di apprendimento di competenze specifiche che possano essere corrispondenti ad effettive procedure formative efficaci (tirocini, supervisioni, etc.)

Diventano immediatamente visualizzabili, scorrendo gli 8 commi di questa macro-area, alcuni nodi etico-formativi che, qualora sciolti e affrontati da ogni istituto formativo, determinano l’innalzamento della qualità del professionista e del suo servizio alla popolazione.

Se invece parole come eticità, umiltà, consapevolezza, trasparenza, responsabilità, verificabilità, coerenza (tra principi e pratiche formative), onestà scientifica, escono progressivamente dal vocabolario del professionista formato “in batteria”, allievo pagante e quindi per questo stesso “titolabile”, come ci sembra sviluppo e corollario della situazione anarchica italiana, siamo destinati alla inevitabile decadenza e scomparsa.

L’abbiamo detto a più riprese: noi non vogliamo questa decadenza e mettiamo questo strumento operativo e verificabile della Carta Etica a disposizione di tutti (Dirigenti delle scuole e allievi) affinché ci si assuma tutti insieme l’impegno, riconoscibile e codificabile, a migliorare gli standard formativi.

1. FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO-CULTURALE

  • a. Le Scuole di Psicoterapia curano la formazione di psicoterapeuti sul piano clinico, metodologico, scientifico, nonchè etico.
  • b. Le Scuole di Psicoterapia consentono ai propri allievi un continuo aggiornamento teorico-clinico, che giunga fino ai modelli più recenti ed attuali. I docenti assumono nell’attività formativa un atteggiamento non preclusivo verso altri orientamenti teorici, disponendosi a un’apertura anche a confronti interdisciplinari e fra orientamenti diversi.
  • c. Le Scuole di Psicoterapia trasmettono ai propri candidati la percezione delle potenzialità e dei limiti degli strumenti teorico-clinici da esse utilizzati. Insegnano a collaborare con altri colleghi o altri professionisti laddove il proprio lavoro risulti insufficiente, con particolare attenzione alle evidenze scientifiche delle ricerche più aggiornate.
  • d. Le Scuole di Psicoterapia trasmettono ai propri allievi un atteggiamento etico e trasparente e insegnano ad essi a riconoscere ed affrontare eventuali problematiche personali che possano influire nel loro lavoro.
  • e. Le Scuole di Psicoterapia consentono e favoriscono negli allievi l’emergere di uno stile terapeutico personale, purchè esso si mantenga sempre nel rispetto delle linee scientifiche, dei principi della deontologia e del decoro della professione.
  • f. Le Scuole di Psicoterapia consentono e propongono ai propri candidati di utilizzare criteri di valutazione e di follow-up non autocollusivi e di conoscere la letteratura clinica, empirica ed epistemologica sulla valutazione della psicoterapia. In particolare, le Scuole si impegnano in progetti di ricerca, basati su rigorosi criteri scientifici, anche relativi alla valutazione degli esiti della psicoterapia. All’interno della programmazione didattica, le Scuole riservano un’apposita sezione dedicata all’insegnamento teorico della metodologia della ricerca in psicoterapia, nonchè alla partecipazione pratica degli studenti ai progetti sopra menzionati.
  • g. Le Scuole di Psicoterapia promuovono nei propri allievi l’assunzione del senso di responsabilità del lavoro psicoterapeutico, del suo svolgimento, dei suoi risultati e dei suoi limiti.
  • h. E’ considerata parte integrante dell’apprendimento della psicoterapia la pratica delle competenze terapeutiche, dal che discende la necessità di tirocinio, supervisione, e, se richiesta, terapia personale. Sarà compito della scuola assicurarsi che tali esperienze siano effettivamente formative e condotte con tempi e modalità tali da assicurare l’effettivo progredire dell’apprendimento nella garanzia dei pazienti come dei futuri terapeuti.