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Più ufficiale di così non si può: in QUESTO ARTICOLO del Sole24Ore, quotidiano economico per eccellenza, sono a confronto i dati sui contributi complessivi versati dai professionisti alle casse di previdenza. E la scoperta che nessuno si sarebbe aspettato è che la nostra professione è in crescita.

Non una crescita occasionale, ma costante da anni. Praticamente la psicologia a livello complessivo non sembra conoscere crisi. Il volume d’affari totale della nostra professione appare in salita anche negli anni in cui le altre, anche più blasonate, si sono arrestate o sono andate in perdita.

Il nostro presidente ENPAP Felice Torricelli, intervistato dal Sole24Ore, ha sostanzialmente confermato questo trend positivo, su cui ci stavamo già interrogando. Ma al di là dei numeri, occorre interrogarsi sul loro significato.

Sappiamo che la professione cresce al ritmo del 3-5% annuo in volume d’affari complessivo, ma non sappiamo esattamente perché. Potrebbe essere emersione del nero, espansione in nuovi settori, creazione di domanda sulla base di una massiccia presenza di offerta, erosione di spazi di lavoro prima occupati da non psicologi. Insomma, è una situazione che va capita, che rimanda direttamente al tema di come si sta sviluppando il lavoro degli psicologi.

Sappiamo anche che la crescita non è spiegata dal mero aumento del numero degli psicologi: è vero che aumentiamo ogni anno, ma è altrettanto vero che riusciamo a ‘piazzare’ sul mercato le nostre prestazioni aumentando le vendite del 3-5% l’anno. Semmai, sono i redditi medi ad aver subito nel tempo qualche flessione, ma non come ci si aspetterebbe ascoltando quel che hanno da dire gli psicologi sul proprio lavoro.

C’è infatti un importante dato ‘sociale’: in 18 anni il volume d’affari della psicologia professionale in Italia è quadruplicato, ma agli psicologi sembra proprio il contrario. Come è possibile?

Comunque, questi sono i grafici e ciascuno può farsi un’idea di ciò di cui parliamo:

 

Nello stesso articolo, il Sole24Ore ha poi comparato diverse professioni, sempre usando come base i redditi dichiarati alle casse di previdenza obbligatorie, e restituisce un’ulteriore positiva scoperta:

Mentre la psicologia cresce, altre professioni tradizionalmente più blasonate sono invece in perdita.

A perdere terreno sono le professioni fortemente connesse ai settori produttivi che risentono in modo diretto e immediato della crisi economica: edilizia, produzione industriale, giurisprudenza. Nella variazione dei redditi dal 2011, fanno meglio di noi solo i veterinari. Andiamo peggio se il periodo considerato è quello dal 2008 ad oggi, ma non ce la caviamo male come i Notai, Ingegneri e Architetti, Consulenti del Lavoro.

Ora: questi dati ci raccontano una certa realtà e andranno studiati meglio, perché le variabili che intervengono a determinarli possono essere molteplici. Resta però diffusa fra gli psicologi una percezione di scarsa crescita lavorativa, o almeno di insoddisfazione. Su questa base di partenza, ci interessa capire l’esperienza concreta di chi lavora ogni giorno sul campo:

Tu cosa ne pensi? il lavoro degli psicologi cresce davvero? in che modo?