I LIBERI PROFESSIONISTI OBBLIGATI A RISPARMIARE PER PARARE I BUCHI DEI DIPENDENTI PUBBLICI

I LIBERI PROFESSIONISTI OBBLIGATI A RISPARMIARE PER PARARE I BUCHI DEI DIPENDENTI PUBBLICINella Spending Review il governo obbliga anche l’ENPAP a risparmiare il 5% nel corso del 2012 ed il 10% nel 2013. Il male è che i soldi risparmiati non saranno utilizzati per migliorare i servizi agli iscritti Enpap ma dovranno andare allo Stato, a coprire anche i buchi degli enti previdenziali pubblici. Così chi non arriverà a 300 euro di pensione al mese contribuirà a pagare le pensioni d’oro di chi escogita ogni giorno nuove appropriazioni.

Mentre le altre Casse preparano il ricorso alla Corte di Giustizia Europea, Arcicasa (l’attuale Presidente dell’ENPAP sostenuto da Costruire Previdenza ossia dal sindacato dei dipendenti pubblici AUPI) continua a tacere e nemmeno ci è dato sapere se partecipa ai tavoli preposti.

Nel Decreto sulla Spending Review si obbligano le casse di previdenza autonome e quindi anche l’ENPAP, a risparmiare il 5% nel corso del 2012 ed il 10% nel 2013.

In sè la cosa potrebbe fare contenti noi Psicologi: dopo gli sprechi e gli investimenti “brillanti” che abbiamo visto all’Enpap un po’ di risparmio, almeno per obbligo di legge, ci vuole proprio.

Il male è, però, che la norma della Spending Review impone alle Casse di versare i risparmi allo Stato, come una tassa aggiuntiva per ripianare i buchi di altri (e quali altri!), e non di utilizzarli per migliorare i servizi agli iscritti.

Per Arcicasa (l’attuale Presidente dell’ENPAP sostenuto da “Costruire Previdenza” ossia dal sindacato dei dipendenti pubblici AUPI) l’obbligo di risparmiare ci vuole proprio: oltre ad aver fatto “l’investimento” del palazzo di Via della Stamperia (su cui sta indagando la magistratura), col quale pare si sia buttato dalla finestra qualcosa come diciotto milioni più IVA dei nostri soldi, ha infatti largamente aumentato le spese correnti di gestione (nel 2011 ben 6.416.000 euro, con un + 39% rispetto al 2010 e un + 88% rispetto ai 3.406.000 del 2007).

In questi anni di gestione del gruppo Costruire Previdenza-AUPI anche le spese per gli organi dell’ENPAP (Consiglio di Amministrazione e Consiglio di Indirizzo Generale) sono cresciute vertiginosamente: di rimborsi spese nel 2007 si spendevano 146.000 euro mentre nel 2011 i “Sindacalisti & Co.” al governo oggi hanno speso ben 310.000 euro (+113%) con addirittura 62.000 euro per i soli telefoni cellulari degli amministratori (+500%).

Sorprendente è, poi, che il Consiglio di Amministrazione – una vera casta ristrettissima composta da sole 5 persone (4 di “Costruire Previdenza”-AUPI e 1 di “Cultura e Professione”) – sia costato, solo nell’anno 2011, la bellezza di 386.237 (trecentoottantaseimila e spiccioli) Euro tra compensi, gettoni e spese. Ma come fanno?

Ora la Spending Review impone di risparmiare per i telefoni, l’energia elettrica, le consulenze e gli approvvigionamenti nonché su alcune spese per il personale (forse non lo sapete ma l’anno scorso l’Enpap ha assunto, comprensibilmente senza concorso, altri sei impiegati). Bene! Diremmo di primo acchito, avremo più liquidità per servizi agli iscritti.

Ma Bene non è per niente. Vediamo perché…

Pochi giorni fa il Consiglio di Stato, ribaltando due precedenti decisioni del TAR del Lazio, ha confermato che i soldi risparmiati dalle Casse private debbano proprio andare allo Stato perché le Casse vengono considerate delle amministrazioni pubbliche e quindi inserite nel conto economico consolidato dello Stato. Sì , ma solo per ciò che fa loro comodo!

Il risparmio obbligato, quindi, non andrà a beneficio degli iscritti: finirà nel buco senza fondo delle casse statali. E servirà anche a parare i buchi previdenziali ereditati dall’INPDAP, il defunto ente previdenziale dei dipendenti pubblici, quello cui afferivano anche le pensioni degli Psicologi dipendenti delle ASL (rappresentati dal sindacato AUPI) che – paradossalmente – comandano anche all’Enpap attraverso la sigla “Costruire Previdenza”.

Come dire che i liberi professionisti, già sventurati per l’entità miserrima delle pensioni che avranno, bistrattati per la pessima gestione che hanno subito da parte di una casta di colleghi per gran parte afferenti ai Servizi Pubblici (quali sono Arcicasa e i suoi sodali), già tartassati in mille modi dallo Stato, devono anche contribuire a pagare le già consistenti pensioni di quegli stessi dipendenti pubblici da cui si sentono vessati.

Non è etico che i risparmi imposti ai professionisti non restino alle Casse ma subiscano un prelievo forzoso da parte dello Stato. Noi partecipiamo all’economia dello Stato; vi contribuiamo tutti i giorni con il nostro lavoro, le tasse, i balzelli sempre più forti. Manchiamo di qualsiasi ammortizzatore sociale. Dobbiamo continuamente supplire a compiti che dovrebbe svolgere lo Stato, vedi l’obbligo di ECM che dovremo pagare di tasca nostra, le nostre malattie che gravano solo sui bilanci familiari, la maternità che per un dipendente pubblico è un bene collettivo e per noi un lusso personale….. E poi dovremmo anche provvedere a coprire i buchi di bilancio prodotti dal susseguirsi di amministratori pubblici che hanno pensato solo ai loro vantaggi?

Ma chi ha uno stipendio garantito e una pensione altrettanto garantita come può avere l’impegno, la spinta, l’urgenza, la forza di rappresentare istanze che per noi liberi professionisti rappresentano la differenza tra sopravvivere e perire?

Tant’è vero che non ci risulta che l’attuale governo dell’Enpap (che fa riferimento al solito sindacato dei dipendenti pubblici/garantiti) partecipi alle riunioni dell’associazione di tutte le Casse di Previdenza dei liberi professionisti (Adepp) che discute di questa faccenda, mentre la stessa Adepp si accinge a presentare ulteriori ricorsi contro questa decisione, finanche alla Corte di Giustizia Europea.

Il governo opera, di fatto, un altro prelievo forzoso dalle nostre esangui tasche dopo aver già abbondantemente spremuto i liberi professionisti con nuovi obblighi e costi vari (assicurazione obbligatoria, formazione obbligatoria, abolizione dei minimi tariffari, ecc.)

Insomma il governo si muove senza alcun vero obiettivo di buona amministrazione e non per operare un risparmio intelligente sui costi del sistema previdenziale, ma fa solo cassa, prendendo i soldi sudati dei liberi professionisti per coprire buchi di cui noi poveri tartassati non abbiamo alcuna responsabilità e da cui non abbiamo mai tratto alcun vantaggio.

Quanto ancora potremo permetterci di subire in silenzio? Le libere professioni sono in ginocchio, i giovani non vedono un futuro e chi dovrebbe rappresentarci non riesce a capire che è il momento di creare una forte sinergia di tutte le Casse per far valere i nostri diritti.

Esistono, invece, modi seri per far risparmiare gli Enti autonomi di previdenza ma di questo, finora, il governo non si è veramente occupato.

Noi ci pensiamo da sempre, invece, perché rappresentiamo proprio quei liberi professionisti vessati che solo in una buona gestione dell’Enpap possono sperare di trovare una pensione confrontabile con quella dei colleghi garantiti dal sistema previdenziale pubblico. Ne parleremo in un prossimo post.

Felice D. Torricelli

Sandra Vannoni