La prima notizia è che il Tar ha stabilito che tratterà il ricorso dell’Ordine Lazio a Gennaio del 2021 mettendo un punto, che speriamo sia definitivo, alla vicenda che vede la maggior parte degli Psicologi opporsi all’obbligo di sottostare al sistema di formazione ECM.
La seconda notizia è che il Consiglio Nazionale (CNOP) si è opposto al ricorso dell’Ordine Lazio, a maggioranza AltraPsicologia, contro l’obbligo di ECM per tutti, prendendo le parti del Min. Salute che da anni cerca, nei modi più disparati, di imporre questo costoso e inefficace sistema di formazione a tutti gli psicologi.
Per inciso, l’obbligo sarebbe così poco chiaro che gli stessi avvocati del Min. Salute hanno faticato a ricostruirlo ed hanno avuto bisogno di 16 pagine di memoria difensiva e diversi allegati per spiegare al Giudice del Tar da cosa originerebbe. Pur non essendo un giurista, ritengo che se ci fosse davvero un obbligo, basterebbe citare le 2 righe di norma che lo prevedono.
Ad ogni modo, la presa di posizione del CNOP appare incomprensibile anche alla luce del fatto che, da un lato il tema non è mai stato trattato in Consiglio, né vi è una delibera in cui i Presidenti delle varie regioni (che costituiscono il Consiglio Nazionale) si siano espressi al riguardo, e dall’altro non c’era alcun obbligo di prendere parte al ricorso dell’Ordine Lazio contro il Min. Salute.
Nonostante ciò, il Presidente del CNOP (Lazzari) ha scelto comunque di farlo.
Appare poi surreale dover constatare che il CNOP con questa decisione va contro se stesso, oltre che contro gli Psicologi italiani. Bisogna infatti ricordare che nei primi mesi del 2018 il Consiglio Nazionale aveva, così come previsto dalla norma, inviato al Min. Salute il Regolamento per la Formazione Continua (approvato quello sì all’unanimità) che contemplava la possibilità di un doppio binario, come previsto dalla legge: ECM per privati convenzionati e dipendenti pubblici e un sistema di Crediti Formativi gratuiti, gestiti dallo stesso CNOP, che potesse contemplare una serie di attività (supervisione, psicoterapia personale, formazione per psicologi del lavoro, ecc.) specifiche della formazione degli psicologi e che oggi non è possibile includere nel sistema ECM.
Il Presidente Lazzari ha dunque stabilito autonomamente di ignorare l’unica decisione presa dal Consiglio Nazionale, ovvero quella del doppio binario, e costituirsi in giudizio contro l’Ordine Lazio che paradossalmente si trova a difendere la posizione del CNOP, contro il CNOP stesso.
Nei mesi scorsi sono inoltre stati confermati due fatti che, a mio avviso, mostrano in modo inequivocabile il livello di impreparazione di chi gestisce da anni la nostra professione.
Nel 2013 il CNOP ha redatto un primo Regolamento (sempre finalizzato ad avere un sistema autonomo di formazione) e lo ha inviato al Ministero sbagliato (non è uno scherzo!) e la cosa è finita lì.
Nel 2018 invece, il CNOP ha redatto un secondo Regolamento, questa volta inviato al destinatario corretto, ricevendo però il diniego all’approvazione da parte del Min. Salute durante un’audizione, cioè la risposta è stata comunicata a voce e non ci sarebbe traccia di un documento scritto. Ora, la cosa non è banale, perché un atto scritto è impugnabile, le chiacchiere no.
Chi governa un Ordine dovrebbe avere l’onere di saperle certe cose ed agire di conseguenza a tutela dei propri iscritti. Ma per farlo servono competenza e autorevolezza, mentre la mia personale percezione è che al Consiglio Nazionale il pressapochismo regni da anni sovrano.
Agli psicologi non resta quindi che attendere e sperare nel Tar, consapevoli del fatto che, sebbene il sistema ECM preveda l’acquisizione di 150 crediti nel triennio (2020-2021-2022), per l’anno 2020 è stato previsto nel DL Rilancio (art. 5 bis)* un esonero di 50 crediti. Pertanto anche nella malaugurata ipotesi che il Tar dovesse confermare l’obbligo, sarebbero solamente 100 i crediti da acquisire tra il 2021 e il 2022, anno di scadenza del triennio.
E’ infine evidente che se fosse sancito l’obbligo, gli Ordini si attiverebbero per offrire eventi formativi gratuiti (o meglio, compresi nella quota di iscrizione) in modalità FAD (Formazione A Distanza) per tutti gli iscritti, cosa che gli Ordini a guida AltraPsicologia già fanno nelle Regioni dove sono in maggioranza, ma è altrettanto evidente che il rischio sarebbe quello di trasformare l’aggiornamento professionale in un banale accumulo di “punti” con un’offerta formativa uguale per tutti e finalizzata al mero assolvimento dell’obbligo.
Di certo non quella formazione individuale, specifica e di qualità che AltraPsicologia ritiene l’unica formazione utile agli Psicologi nell’esercizio delle loro attività professionali.
* DL RILANCIO Art.5bis: ”I crediti formativi del triennio 2020-2022, da acquisire, ai sensi dell’articolo 16-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e dell’articolo 2, commi da 357 a 360, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, attraverso l’attività di formazione continua in medicina, si intendono già maturati in ragione di un terzo per tutti i professionisti sanitari di cui alla legge 11 gennaio 2018, n. 3, che hanno continuato a svolgere la propria attività professionale nel periodo dell’emergenza derivante dal COVID-19”.
Ritengo che se una obbligatorietà ai corsi ECM deve esserci, che siano per i neolaureati o neoformati alla psicoterapia perché quel che propongono non ha nulla di nuovo per i professionisti di lungo corso.
Sono pienamente d’accordo. Esercito la professione oramai da oltre 35 anni. E’ ovvio e chiaro che mi sono sempre tenuto aggiornato sul mio lavoro. Continuerò ad esercitare in futuro. Ma l’obbligatorietà di accumulo crediti mi sembra solo quello: un accumulo di punti e business per coloro che sono dei provider.
Grazie
Nascono più scuole, indirizzi, orientamenti, modelli, approcci, protocolli specifici per vecchi e nuovi disturbi altrettanto specifici, che funghi in un autunno piovoso; a poco giovano bussola e cartina o il più efficiente dei gps per orientarsi nel mare di questo corsificio. Mi piace la definizione dello specifico della nostra professione più come un saper essere che come un saper fare, come si può trasmettere un saper essere se non con la pratica e l’esperienza? Non nego che esso si realizzi anche attraverso modelli teorici e specifici modi di stare nel setting, validazioni attraverso la ricerca, raggiungimento di obiettivi, prove di efficacia, ma credo anche che la nostra comunità professionale sia costituita da soggetti maturi, imporre obblighi troppo stringenti significherebbe non riconoscerlo, e desterebbe più di qualche sospetto.
Concludo con una battuta cinica e un po’ logora ma appropriata al tema: E’ il mercato bellezza!
Condivido! Ho 78 anni e lavoro ancora per passione e per tenere allenata la mente e quando posso aiuto qualche giovane collega in coterapia e a cui spero di tramettere la mia “arte” prima di tutto del sapere essere e del saper fare, prima di tutto”ricerca”, perchè ogni casoe è sempre unico. Mi aggiorno individualmente leggendo e pubblicado settimanalmente sul mio blog pagine commentate di psicoterapia. Per principio rifiuto gli aggiornamenti obbligatori inutili, ne ho fatto qualcuno e del tutto inutile per la professione.
Caro collega, concordo pienamente con te! Spero che saremo numerosi a non subire questa assurda obbligatorietà, che per altro è sostanzialmente funzionale al business dei rispettivi provider.
Caro collega, purtroppo la tua battuta più che cinica e logora, è invece verosimile….temo però che un tot di consenzienti ci saranno…
Vi immaginate “luminari” e “cattedratici” che perdono tempo dietro corsi FAD? Se proprio sarà obbligato, vedo una schiera di studenti a seguire per loro i corsi e prendere per loro i punti ECM… mi chiedo: chi crea questi corsi come prendono gli ECM? con i loro programmi?
Sono d’accordo con quanto scritto dai colleghi. Ritengo che una volta iscritti ad un ‘Ordine professionale che certifica la nostra regolarità della nostra formazione non credo che qualcuno abbia il diritto di obbligarci ad ottenere gli ECM per avere il diritto a lavorare. Credo sia un’atto anti democratico lesivo della nostra libertà. Lavoro da 40 anni nel corso dei quali ho potuto approfondire la mia conoscenza e maturazione professionale personale attraverso un lungo percorso di analisi personale , supervisione, corsi, partecipazioni a congressi nazionali ed internazionali, leggendo, facendo ricerca ecc….
Questa mi sembra chiaramente una operazione di marketing combinata dai nostri rappresentati di categoria a favore dei propri personali interessi.
E non hanno nemmeno tenuto conto della situazione economica difficilissima della nostra professione. Dovrebbero informarsi su cosa è il reddito della maggioranza dei colleghi e delle loro condizioni lavorative. Dovrebbero informarsi con l’ENPAP a cosa ammonta la pensione media erogata dal’Ente. Non possiamo accettare un tale sopruso.
Il mio parere è diverso. Sono assolutamente contraria al “doppio binario” e ritengo che gli ECM possano andar bene per tutti. L’epoca dell’aggiornamento rimesso alla responsabilità del singolo (nel quale fermamente credo e che attuo da sempre) senza controlli esterni è comunque finita per l’insieme della normativa. Ovviamente una volta stabilito con certezza l’obbligo ECM, semplicemente l’offerta dei corsi tratterà argomenti non strettamente sanitari. D’altro canto, immaginate cosa significherebbe per un iscritto che eserciti in parte in una struttura convenzionata in cui sarebbero richiesti gli ECM e in parte in altri settori privati?
L’autore afferma che negli Ordini a maggioranza AP si erogano già corsi gratuiti ECM. Io sono iscritta nel Lazio dove è presidente e non ne ricordo nessuno. Si può avere qualche esempio di corsi gratuiti ECM erogati dall’Ordine Lazio per cortesia? Inoltre sempre Federico Conte risulta componente della Commissione ECM del CNOP (https://www.psy.it/commissioni). E’ possibile sapere, se non ci sono motivi di riservatezza, la Commissione cosa ha prodotto ad oggi? Grazie
Quindi questi ECM sono obbligatori per tutti si o no? Anche per chi è iscritto ma fa tutt’altro come lavoro?