Insieme contro la crisi: si può!

Di seguito pubblichiamo le riflessioni di Igor Graziato in risposta alla “Lettera aperta di una psicologa delusa”.

“Innovazione e capacità di fare team sono la “via maestra” per affrontare insieme la crisi”

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una profonda trasformazione del contesto socio -economico generato dal diffondersi delle tecnologie dell’informazione e dai processi, spesso caotici, derivati dalla cosiddetta globalizzazione economica”. Oggi, più che mai, sono necessarie nuove competenze per approcciarsi a un mercato del lavoro divenuto più dinamico, instabile, flessibile e complesso rispetto al passato. Non è più sufficiente conseguire un titolo di studio per vedersi assicurato, fino alla pensione, un posto di lavoro a tempo indeterminato. E’ comprensibile come uno scenario così complesso e contrapposto a quello delle generazioni precedenti richieda, per essere affrontato, un atteggiamento assertivo e resiliente.

La situazione attuale appare ancora più delicata per quanto concerne la psicologia, infatti la professione rischia oggi di limitarsi al solo ambito clinico e di vedere così ridotte drammaticamente le sue potenzialità ancora in gran parte inespresse.

Il costoso e lungo processo di formazione post-laurea in psicoterapia pare meta obbligata per la maggioranza dei colleghi che si orientano verso l’ambito clinico senza prendere in seria considerazione le difficoltà, i costi, i tempi e la fatica che tale lavoro comporta e tendendo a svalutare ogni possibile altro contesto professionale. Non si sono create delle alternative credibili preferendo rispondere a dei bisogni generici di formazione degli psicologi e sfruttando un mercato che si è sostanzialmente “autoalimentato”.  Tutto questo ha inciso pesantemente sul rapporto tra domanda e offerta (un terzo degli psicologi europei vive in Italia) creando un mismatch che è alla base di tanta frustrazione e difficoltà. Oggi è fondamentale sviluppare una vision innovativa in grado di valorizzare le conoscenze e le competenze  psicologiche così da poterle utilizzare in modo proficuo e soddisfacente in tantissimi contesti. Infatti esistono diverse aree di mercato in cui lo psicologo può  inserirsi a patto di aver acquisito le giuste competenze e di aver adottato un atteggiamento proattivo e flessibile. Se un laureato in giurisprudenza, ad esempio, ritiene del tutto naturale intraprendere altri percorsi alternativi a quelli tradizionali (ad es. avvocato) tale atteggiamento pare quasi del tutto assente nella nostra categoria (come se non esercitare come psicoterapeuta fosse in qualche modo svalutante). E’ necessario, a mio avviso, uscire da alcune generalizzazioni, è vero che l’Italia è un paese per certi versi ancorato a dinamiche feudali e poco incline al cambiamento, ma è fondamentale recuperare le risorse creative individuali, costruire un rete tra colleghi, innovare, creare sinergie e acquisire nuove competenze.

Esistono tanti esempi virtuosi nel nostro paese, e le difficoltà possono essere affrontare insieme. Oggi, per la prima volta nella storia dell’umanità, abbiamo a disposizione risorse tecnologiche che consentono di costruire facilmente delle reti, di acquisire nuove conoscenze e tutto questo a costi decisamente accessibili.

Anche in un periodo storico oggettivamente complesso come quello odierno è fondamentale guardare avanti con rinnovata fiducia senza farsi trascinare e coinvolgere dal generale sentimentpassivo-aggressivo. E’ una sfida complessa, faticosa e difficile ma sicuramente stimolante soprattutto se affrontata insieme a un rinnovato senso di appartenenza.