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Dalla sicurezza di un posto di lavoro

alla sicurezza come posto di lavoro.

L’Europa bacchetta l’Italia chiedendole Psicologi

Una vera valanga si è abbattuta sul mercato del lavoro italiano, con 306 articoli ed un corollario di Allegati: è il Decreto 81 del 2008, corretto ancora più recentemente dal 106 del 2009.

Inizio a studiarlo e sono letteralmente affascinata dalle opportunità di lavoro che si offrono a noi Psicologi, e penso:” bene, ci voleva!.”

Scartabello articoli, ricerche, commenti forum, e ancora, blog, convegni, approfondimenti, fiumi di parole (per la gioia dei jalis)… firmate quasi tutte “Ing.” ???

Per la prima puntata della saga “identifica il lavoro prima che altri lo facciano al posto tuo” mi fermerò a 4 macro aree dove lo Psicologo è professionalmente il detentore dei saperi richiesti … ma non tutti lo sanno :

1.     Formazione: siamo in un incontrastato ed enorme panorama costellato di andragogia e tecniche d’aula: per una Psicologa/o, un vero paese dei balocchi! Le richieste dovrebbero essere altissime perché TUTTE le attività, (Art.3: Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio) sono tenute a valutare i rischi, formare e informare i lavoratori. Vi rendete conto di quante attività ci sono nella nostra bella Italia? Bene: aggiungetevi le scuole e tutti i comparti del pubblico impiego! Ma andiamo a vedere alcune declinazioni operative:

A. Contenuti dei corsi: il corso per RSPP (Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione), per esempio, è obbligatorio per tutti [o lo fa il datore di lavoro – durata da 16 a 48 ore – o un dipendente, o un esterno – e in questo caso il corso dura più di 100 ore] ed ha, in molti programmi, contenuti di  (rullo di tamburi e squilli di trombe…): comunicazione (come comunicare efficacemente i rischi, la prevenzione e l’uso delle misure di protezione); ergonomia del posto di lavoro; valutazione e prevenzione del rischio stress lavoro correlato.

B.      Richieste da parte dei docenti: i docenti dei corsi hanno il  problema di rendere efficace la loro formazione. Come coinvolgere i partecipanti, come contribuire a trasferire i contenuti dall’aula al posto di lavoro, sono punti essenziali nel cambio di mentalità che il Decreto impone alle aziende: si tratta di rischi chiave. Non motivare sufficientemente un lavoratore durante il corso può portarlo ad abbandonare, durante il lavoro, il suo DPI (= Dispositivo di Protezione Individuale: es., il caschetto, i guanti …) o a non prestare attenzione sufficiente alle situaizoni di rischio. Formazione in materia di gestione dell’aula, programmazione dell’intervento formativo, supervisioni sono campi di intervento specifici aperti agli Psicologi.

C.    Fondi: all’art.11 del Decreto viene previsto un fondo da cui attingere per finanziare progetti di investimento e di formazione per le PMI, per soluzioni tecnologiche o organizzative avanzate in materia di salute sul lavoro. Anche qui gli Psicologi trovano spazi potenzialmente molto interessanti pe ril loro intervento.

D. Richieste da parte dei ministeri preposti per la definizione dei requisiti formativi: quali criteri adottare? Quali requisiti richiedere agli enti di formazione e ai formatori? Ad oggi non vi è definizione esatta di questi aspetti e questo lascia spazio a professionisti improvvisati. Al momento chiunque può metter in piedi corsi: è come dire che un meccanico è sufficiente abbia un’officina e una tuta blu per definirsi tale, poi che sappia realmente riparare l’auto è un di più. Far circolare le nostre conoscenze, competenze e potenzialità di Psicologi in questo campo è fondamentale per far includere alcuni indicatori salienti di professionalità nei regolamenti ministeriali. Ma ancora, su questo punto cruciale  c’è silenzio da parte delle nostre istituzioni di categoria.

2.     Stress lavoro correlato: il Decreto chiede al datore di lavoro, a fare data dal 1° agosto 2010 (Art.28), di fare una puntuale analisi dei rischi, ovvero valutare TUTTI i rischi che i propri lavoratori possono correre durante TUTTE le attività legate al lavoro (dal rischio caduta pesi dall’alto, alla movimentazione manuale dei carichi, al rischio chimico, a quello posturale, ecc…) pena una sanzione che arriva all’arresto da 3 a 6 mesi e all’ammenda da 2.500 a 6.400 euro (Art.55). E, sentite un pò:” la valutazione dei rischi dovrà includere anche la valutazione dello stress lavoro correlato”. Entro il 2010, quindi, la commissione appositamente istituita definirà le linee guida per la valutazione dello stress. Chi vi partecipa? Come contribuire? Ancora una volta è necessario che si attivino le nostre isituzioni di categoria.

3.     Informazione: il Decreto chiede ai datori di lavoro di informare i propri lavoratori (Art.36: Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione) sui rischi, le procedure e i pericoli. Ma come farlo in modo efficace? I team di lavoro delle piccole e medie imprese sono costituita da gruppi eterogenei per cultura, età, competenze, conoscenze, aspettative: qual è la figura professionalmente capace di analizzare il gruppo, le esigenze individuali, gli strumenti operativi per semplificare il trasferimento delle informazioni, se non lo Psicologo? Anche questo è un aspetto da sottolineare alle istituzioni.

4. Motivazione: un ulteriore step complesso, che rende difficile l’operato dei datori di lavoro in materia di sicurezza, è la quotidiana domanda che emerge in qualsiasi consulenza, formazione, riflessione in azienda: COME FACCIO AFFINCHE’ IL PERSONALE SEGUA LE PROCEDURE, INDOSSI I DPI, ECC.? I datori sono estremamente sensibili all’argomento, sia per l’inclinazione personale e professionale nei confronti dei propri colleghi e lavoratori sia per gli aspetti legali e la responsabilità che implica. Questo tassello manca nettamente, visto che i tecnici che si avvicendano nelle consulenze non hanno abilità in materia. E chi, allora, potrebbe portare questo contributo se non gli Psicologi? A chi sta farlo netare?

La saga è ancora fortunatamente lunga. Alla prossima puntata …