Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha evidenziato con chiarezza come le esperienze infantili avverse (ACE, Adverse Childhood Experiences) influenzino profondamente lo sviluppo emotivo, psicologico e sociale dei bambini. Gli ACE includono una vasta gamma di eventi traumatici, come l’abuso fisico o emotivo, la trascuratezza, la violenza domestica, e la presenza di genitori con problemi di dipendenze o malattie mentali gravi. L’impatto di queste esperienze può essere devastante, aumentando significativamente il rischio di sviluppare disturbi psicologici e comportamentali nell’infanzia e nell’età adulta.
Il 40% degli adulti con disturbi psichici sembra avere almeno un genitore affetto da un disturbo mentale (fonte). Tuttavia, uno dei problemi centrali in Italia è la mancanza di servizi che supportino adeguatamente i bambini e le famiglie esposti a tali situazioni.
Un sistema frammentato: la mancanza di interventi integrati
Quando un adulto accede ai servizi pubblici per problemi come tossicodipendenza, abuso di alcol o gravi disturbi mentali, spesso la priorità viene posta esclusivamente sulla gestione della sua patologia. In molte regioni d’Italia i servizi sanitari tendono a concentrarsi sul trattamento individuale dell’adulto, senza prendere in considerazione il contesto familiare in cui vive e, in particolare, i bisogni dei figli minorenni.
In Italia non vi è un monitoraggio regionale e manca completamente una raccolta dati per queste situazioni. L’ISTAT nel 2020 ha rilevato che sono quasi 400mila in Italia i giovani tra i 15 e i 24 anni che si occupano di assistere un familiare in difficoltà, spesso un genitore o un fratello disabile. Ma non abbiamo dati aggiornati sulla fascia 0-15 anni, né sul numero di utenti adulti dei servizi di salute mentale che abbiano figli.
Ci sono alcune associazioni che si occupano di questo tema, che è avvolto da un vuoto legislativo e socio-sanitario non più tollerabile. Comip Italia è la prima associazione italiana creata da e per i figli di genitori con disturbo psichico. C’è anche Young Care Italia, un’associazione italiana dedicata ai Giovani Caregivers.
Le conseguenze della mancata protezione dei minori
La mancanza di un’adeguata tutela e di supporto per i minori che vivono in contesti familiari difficili, ha conseguenze profonde e durature. Le ricerche sugli ACE dimostrano che l’esposizione a esperienze avverse durante l’infanzia può portare a gravi conseguenze psicologiche, emotive e comportamentali, tra cui:
- Aumento del rischio di disturbi mentali
- Problemi comportamentali e sociali
- Riproduzione intergenerazionale del trauma
- Rischi per la salute fisica
- Insuccesso scolastico e marginalizzazione sociale
- Parentificazione
Soluzioni possibili: verso un approccio sistemico e integrato
Serve un cambio di rotta a livello legislativo e organizzativo all’interno della rete dei servizi: va strutturato un approccio che tenga conto dell’interconnessione tra la salute mentale dell’adulto e il benessere del minore. Alcune soluzioni praticabili includono:
- Predisporre a livello nazionale un sistema di integrazione automatica tra i servizi sanitari e servizi sociali
- Introduzione di protocolli di screening familiare e linee guida nazionali
- Interventi preventivi e di supporto precoce
- Sviluppo di programmi di parenting support
- Formazione continua per i professionisti della salute mentale
Bisogna agire per spezzare il ciclo del trauma intergenerazionale e promuovere il benessere psicosociale a lungo termine.