Se ne parla dallo scorso anno, dall’agosto di emergenza economica in cui Tremonti formulò la sua “Finanziaria bis 2011”: tutti i professionisti avranno l’obbligo di assicurarsi per i danni che possono causare ai clienti nell’esercizio della loro attività.
Anche in questo caso l’italico legislatore non ha mancato di fare confusione: se con la “finanziaria bis” ha stabilito che l’obbligo di assicurazione decorresse da agosto 2012 ma con il successivo “decreto liberalizzazioni” del gennaio 2012 ha stabilito invece che scattasse per i professionisti l’obbligo immediato di comunicazione degli estremi della polizza ai clienti. Ora, invece, (DPR del 7 agosto 2012 “Riforma degli ordinamenti professionali e delle professioni”) l’obbligo di contrarre assicurazione viene prorogato al 13 agosto 2013.
La norma da’ la possibilità agli Ordine e alle Casse di Previdenza di contrattare con le assicurazioni per i propri iscritti e da qualche tempo il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (a conduzione AUPI) e l’Enpap (quello dello scandalo di Via della Stamperia! Anch’esso a conduzione AUPI) sembra che lo stiano facendo per arrivare ad offrire agli iscritti polizze collettive. Le società di Assicurazione, però, non hanno l’obbligo di fornire il servizio a prezzi calmierati e quindi la contrattazione dovrà avvenire ai correnti prezzi di mercato.
L’assicurazione per gli Psicologi è finora garantita dalla CAMPI (Cassa di Assistenza Mutua tra gli Psicologi Italiani, www.cassamutuapsicologi) che è una entità libera, con finalità solidaristiche e senza fini di lucro, costituita nelle fasi nascenti dell’ordinamento della nostra professione con lo scopo di tutelare gli Psicologi e di erogare coperture assicurative.
Le polizze di CAMPI vengono acquistate in blocco, con lo stesso sistema che si usa per i gruppi di acquisto, consentendo grandi risparmi: la polizza base costa 34 euro annui, compresa la quota associativa.
Nel tempo le coperture assicurative di CAMPI si sono arricchite ed alla polizza per la Responsabilità Civile Professionale viene aggiunta, di base, la polizza per le spese legali assieme alla copertura del cosiddetto “danno patrimoniale”; è poi possibile assicurarsi a costi molto più bassi di quelli di mercato per la copertura degli infortuni ed avere uno sconto significativo sulle polizze auto-moto e casa.
CAMPI, essendo una struttura senza finalità lucrative, retta dall’attività puramente volontaristica del Consiglio di Amministrazione e con una struttura molto snella, ha potuto destinare i risparmi di gestione per iniziative di solidarietà e di sostegno allo sviluppo della professione: da anni offre borse di studio per i figli dei colleghi in difficoltà e sta per avviare un programma cruciale per finanziare lo sviluppo dell’attività professionale (in un prossimo articolo entreremo del merito di questo progetto innovativo).
Insomma, alla luce di questa gestione, CAMPI sembra essere un esperimento positivo nel panorama altrimenti egoistico e conlittuale della nostra professione.
Ora, a livello generale, la torta che le assicurazioni si preparano a spartirsi è ghiottissima: ci sono circa 1.100.000 professionisti da assicurare. Comprensibile che in un business così grande qualcuno voglia fare affari ed occorre vigilare perché questi siano “limpidi”.
Di certo bisognerà che le istituzioni rappresentative delle categorie vigilino perché non ci siano abusi che andrebbero a pesare ulteriormente sui professionisti. E buon senso vorrebbe che gli organi di governo di Ordini e Casse gestissero con molta cautela questo frangente per evitare accuse più o meno contestualizzate di pastette con le potentissime compagnie di assicurazione.
Occorre, poi, tenere conto che quello delle polizze per la copertura della Responsabilità Civile Professionale è un universo estremamente variegato, con differenze immense nei costi a causa dei diversi profili di rischio delle varie professioni. In ambito sanitario i medici sono esposti a rischi di contenzioso molto alti con i loro clienti e spesso devono sborsare cifre altissime per la copertura assicurativa perché in caso di errore professionale le assicurazioni sono costrette a pagare cifre ingenti per risarcire i danni. Gli Psicologi hanno invece un profilo di rischio diversissimo, molto più basso: sono pochissimi i casi di risarcimento a pazienti di Psicologi per malpractice.
Ancora, bisogna capire chi alla fine sarà realmente obbligato ad assicurarsi. Diciamolo: si tratta comunque di un ulteriore balzello imposto ai professionisti che solo in minima parte sarà possibile ricaricare sul costo finale dei servizi e per i motivi di cui sopra, nel caso degli Psicologi, si può dubitare che serva a fornire reali garanzie aggiuntive ai committenti.
Da più parti, quindi, si insiste (lo fa anche il presidente del CNOP) perché l’obbligo di assicurazione ricada solo su chi esercita realmente la professione e non su tutti gli iscritti all’Ordine. La nostra professione ha un elevatissima percentuale di disoccupati – sono 45.000 su un totale di 83.000 iscritti agli Ordini degli Psicologi, circa il 55% – e non sembra ragionevole che chi non ha un cliente cui fare danno debba assicurarsi comunque (sempre che non si voglia fare un altro regalo alle compagnie di assicurazione)(1).
Se Ordini o Enpap riusciranno nell’intento di sottoscrivere polizze di qualche convenienza sarà comunque bene che non promuovano solo la loro polizza-convenzione ma comunichino agli iscritti che la polizza è obbligatoria e che il libero professionista può sceglierla tra più offerte, anche tenendo conto del “valore aggiunto” che iniziative come CAMPI danno al loro impegno, in termini di solidarietà, tutele e promozione della categoria.
A meno che, come pare sia già accaduto per l’assicurazione sanitaria, non si voglia cogliere l’occasione per boicottare le buone iniziative altrui per puro autolesionismo o per … il gusto di farlo. In questo caso però potrà sempre esserci qualcuno che a cui resta il dubbio che il business si sia intorbidito.
Felice Damiano Torricelli
NOTE:
1 – se l’assicurazione professionale è liberamente accesa dal professionista può essere un segno distintivo sulla sua adeguatezza professionale ma una volta diventato obbligo universale diventa praticamente irrilevante. Non sembra quindi molto centrata la perplessità del presidente del nostro Consiglio Ordinistico Nazionale, Palma, (cfr. IlSole24Ore del 11 agosto 2012) che si preoccupa delle possibili reazioni che un paziente paranoico potrebbe avere quando gli comunicheremo, come prevede la legge, gli estremi della copertura assicurativa: se la polizza è obbligatoria per legge e tutti sono tenuti a comunicarla questo dato sterilizza il significato della comunicazione (che comunque è sempre riportabile al contesto di presa in carico di quel cliente da parte del professionista Psicologo).
Non vedo questo rischio: il professionista potrà sempre scegliere tra più offerte, e se quella del CAMPI è più conveniente (come è probabile, visto l’ottimo rapporto qualità/prezzo) si terrà quella.
Se invece altre compagnie dovessero fare offerte concorrenziali, lo psicologo valuterà liberamente quale gli conviene di più in base alle sue necessità, ai costi, alle coperture offerte. Non mi allarmerei, anzi.
La posizione del CNOP sulla questione mi sembra condivisibile, con una presa di posizione fortemente a favore dei giovani colleghi (unico tra tutti gli Ordini professionali, a quel che vedo).
Dall’iscrizione all’albo ho sempre sottoscritto l’assicurazione perché mi sembra il minimo di responsabilità verso i pazienti e una sorta di sicurezza professionale per me stesso. Non mi è invece mai capitato di pazienti che chiedessero se fossi assicurato o che si sentissero perseguitati da questo. Quanto agli enti con cui ho collaborato, quelli seri mi hanno chiesto sempre l’attestato assicurativo. Questo dovrebbe essere anche “lo spirito della legge”, ma si sa come spesso le cose vengono pervertite…
Sarei favorevole a che l’assicurazione professionale rimanesse legata a una cassa professionale, e spero che i colleghi che magari vogliono risparmiare qualche euro sfuggano alla trappola della concorrenza (più di nome che di fatto) tra le assicurazioni, che come spesso accade nella nostra professione già ci subissano di continue offerte e iniziative “concordate con l’Enpap o con l’Ordine” (ma quando mai?!), senza peraltro riconoscere praticamente niente alla professione di psicologo. Dovremmo essere un po’ più capaci di difendere i nostri interessi, anche contrattando meglio a livello istituzionale con chi ci considera poco più di “polli da spennare”.
Non solo ho agito esattamente come Davide, ma condivido e sottoscrivo ogni sua singola parola.
Grazie Nicoletta. Mi chiedo anche se qualcuno sa quanti sono gli psicologi che si assicurano.
Sono iscritta all’ordine della mia regione ma non esercito nè in libera professione nè in qualità di dipendente: in altre parole, sono disoccupata. Qualcuno è al corrente di novità relative all’obbligo di assicurazione entro il 13-agosto 2013 anche per gli iscritti disoccupati? Grazie
Se venisse proposto un referendum sull’accettazione o meno dell’obbligatorietà per ogni iscritto all’ordine di stipulare una polizza assicurativa? Visto il successo per l’art.21,secondo me,non sarebbe male come idea…sarebbe anche un modo per “stanare”Cultura e Professione.
Mi sembra assurdo che la sola iscrizione all’ordine professionale implichi incodizionatamente la stipula di una polizza assicurativa…già molti neoiscritti si devono pagare supervisioni,training e analisi personali….ecc anche questo balzello? Stiamo parlando di un 55% di disoccupati che dovranno pagare per quello che non lavorano…un fatto analogico alle sponsorizzazioni del ruolo della professione a gratis che vengono fatte sulle pelle dei colleghi giovani…….(tipo ottobre psicologico gratuito ecc)
Inoltre un’iniziativa in tal senso potrebbe essere seguita a ruota dagli ordini delle altre professioni e,finalmente,gli psicologi sarebbero capofila in un’iniziativa sulla tutela professionale(in particolare dei giovani iscritti e degli iscrivendi futuri prossimi venturi) e non sempre,come capita,a ruota delle altre professioni…..
inoltre temo che con l’obbligatorietà possano solo alcune compagnie assicurative prendere il “pacchetto”di tutti i professionisti(1.100.000 circa)di tutte le professioni nel loro complesso,creando un vero e proprio cartello(trust)legalizzato…a quel punto addio 34 euro annuali della CAMPI….