Il POS diventa davvero obbligatorio per i liberi professionisti? vediamo come stanno le cose. Le notizie sull’obbligo del POS per i liberi professionisti, che dovrebbe entrare in vigore dal 1 Gennaio 2014, in questi giorni si rincorrono.
C’è un allarme che serpeggia in modo forse ingiustificato, dato che c’è ancora molto da definire prima di attuare l’obbligo.
Proviamo ad approfondire la questione. La norma ‘incriminata’ è contenuta nell’articolo 15, comma 4, del Decreto Legge n. 179 del 18 Ottobre 2012, che dice:
A decorrere dal 1° Gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito.
L’obiettivo dichiarato – credo irrealistico – è la lotta all’evasione. Si ritiene che la disponibilità di metodi di pagamento elettronico da parte dei professionisti e dei commercianti riduca il margine di pagamenti non tracciati e non fatturati, cioè il commercio ‘in nero’.
Ma cos’è esattamente una ‘Carta di Debito’? si tratta di un metodo di pagamento che addebita direttamente sul conto di chi paga. Si differenzia dalla carta di credito perché quest’ultima non addebita direttamente sul conto corrente: il pagamento viene finanziato dall’emittente della carta, che ‘presta’ il denaro per il pagamento. Le carte di debito diffuse attualmente sono di due tipi: il classico bancomat e le carte prepagate o ‘ricaricabili’.
Qual’è il motivo di tanta preoccupazione fra i professionisti?
Sicuramente il costo. Infatti, accettare pagamenti con carte di debito implica essere dotati di una minima strumentazione elettronica. Si va dalla maschera PayPal sul proprio sito o sul proprio smartphone – che accetta carte prepagate e carte di credito – alla famosa macchinetta di cui è dotato ogni negozio per accettare i pagamenti con bancomat.
Quanto può costare tutto questo?
Le attuali offerte commerciali agiscono su tre tipi di costi:
> il costo del dispositivo POS, la ‘macchinetta’ per accettare i pagamenti: almeno 100 euro una tantum
> il costo del canone mensile: le offerte partono da zero, per arrivare anche a 30-40 euro mensili
> il costo delle commissioni, mediamente fra il 2 e il 3% su ogni pagamento, con una punta del 3,4% per PayPal.
Questa operazione è un costo per i professionisti di ogni ordine e grado: che si tratti di redditi minimi o di redditi elevati, occorre mettere in conto almeno 100-150 euro di investimento iniziale, e poi una quota fissa mensile, o percentuale sui pagamenti.
Ed ora veniamo al punto più importante: tutto questo allarme è giustificato? dovremo davvero adeguarci entro fine 2013? per ora no, per due motivi:
Il primo motivo è che i ministeri incaricati non hanno ancora definito con precisione l’obbligo, modi e termini in primis. Il decreto legge impone infatti che il Ministero dello Sviluppo Economico, insieme al Ministero delle Finanze, sentita la banca d’Italia, emanino un decreto ministeriale di attuazione dell’obbligo, che indichi come si deve fare: per quali importi minimi, in che modalità e con che termini occorre adeguarsi.
Ebbene, questo decreto ancora non c’è.
Senza il decreto ministeriale, non sono definiti i modi e i tempi per adeguarsi, e quindi correre ad attivare un contratto per il POS non ha alcun senso, a meno che un professionista non voglia offrire questo servizio per i propri clienti.
Insomma: No decreto attuativo, No POS.
Il secondo motivo è che in ogni caso non sono previste sanzioni per il professionista che non ottempera. L’obbligo esiste, ma ad ora non possono darsi conseguenze dirette se non ci si adegua.
Cosa stanno facendo le associazioni di professionisti?
Alcune categorie professionali si sono attivate per chiedere che i professionisti siano dispensati dall’obbligo di mettere a disposizione questi nuovi strumenti di pagamento elettronico. Anche Altrapsicologia invierà una propria nota presso i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Finanze.
Nel frattempo, le organizzazioni dei professionisti devono però andare anche nell’altra direzione: contrattare con il mercato bancario per avere condizioni agevolate. Gli strumenti di pagamento elettronici sono infatti sempre più diffusi.
Ogni esercizio commerciale oggi possiede un POS non perché sia un obbligo, ma perché si tratta di un servizio ai clienti. Inoltre, queste forme di pagamento sono una garanzia di ricevere subito i soldi.
Non si può pensare che il futuro del professionista sia privo di strumenti di pagamento elettronici: un esempio per tutti sono le prestazioni online, sempre più diffuse, in cui avere a disposizione strumenti di pagamento rapidi e sicuri in luogo del classico bonifico bancario è una garanzia prima di tutto per i professionista.
La vera scommessa per le associazioni di categoria, gli Ordini e le Casse di Previdenza è di ottenere condizioni agevolate e costi minimi per i professionisti.
Finalmente un po’ di chiarezza ! C’è infatti l’impressione che qualcuno stia purtroppo facendo circolare delle strane petizioni sulla base di informazioni inadeguate, e magari a scopo prevalentemente elettorale…
Grazie dei chiarimenti sicuramente utili.
Avrei tuttavia bisogno di capire come si risolvono alcune questioni tecniche:
1. in uno studio privato con più colleghi finora autonomi
2. in uno studio dove operano colleghi in associazione professionale, ma i pagamenti dei clienti sono privati e al singolo professionista:
ci vuole un POS per ognuno, una linea telefonica per ognuno!
3. L’unica soluzione praticabile che garantisce la libera professione e il rispetto della privacy nel pagamento col proprio cliente mi pare sia il pagamento tramite smartphone o tablet. Per cui suggerirei di spingere a trattare fin da ora per questo tipo di soluzione: possiamo muoverci in sedi diverse e usare il pagamento tramite pos, ed inoltre sarebbe protetto da privacy il momento del pagamento, così delicato per esempio per gli psicoterapeuti.
Grazie.
Caro Federico,
concordo pienamente con te: sul mercato internazionale sono presenti tanti strumenti per potersi disporre di un POS con investimenti minimi, soprattutto coerenti con un uso marginale/moderato dello stesso, tipo delle professioni sanitarie. Ma per ottenere delle condizioni vantaggiose aderenti alle richieste specifiche di noi psicologi (ma anche medici in generale) serve una azione comune di richiesta di convenzione, e questa può partire solo da un Ordine nazionale compatto, capace di interagire con i Ministeri e con le Banche.
Un’azione concreta per combattere l’evasione fiscale? incredibile!! ma tanto la casta dei professionisti riuscirà ancora una volta a difendere i propri privilegi…
Mi complimento per l’atteggiamento che Altrapsicologia, per l’ennesima volta assume, lungimirante e contro facili populismi: in effetti (ora dopo aver letto l’articolo) penso che in futuro il POS sarà d’obbligo, d’altra parte non ci vuole molto a capire chi ha davvero interesse a che il POS non venga adottato…..
Penso che l’etica sia un aspetto della relazione e che noi siamo professionisti che lavorano attraverso e sulla relazione,
Saluti
Complimenti per la chiare e lineare esposizione dell’argomento.
Tra l’altro ora esistono anche i POS da collegare allo smartphone.
Giova precisare che l’articolo in questione della legge è il 15, non il 12. Alla lettera, e così deve intendersi, “accettare ANCHE pagamenti effettuati attraverso carte di debito” non significa altro che aggiungere a quelli utilizzati sino ad ora anche la modalità telematica dei POS. Altrimenti il legislatore si sarebbe espresso in termini esclusivi.
Grazie per la segnalazione del refuso. Così ne ho corretto anche un altro appena sotto, che era sfuggito.
grazie per la spiegazione. mi chiedo perchè invece che vessare continuamente i professionisti di nuovi costi arricchendo le banche (pos per noi carta di credito per tutti gli utenti?) non si possa semplicemente adempiere all’obbligo di pagamento tracciabile di cui tempo fa si era per una fase parlato e attuato. ovvero pagamenti esclusivamente con bonifico o assegno escludendo i contanti….ciò semplificherebbe la vita a tutti noi e porterebbe alla più semplice tracciabilità della transazione senza imporre non solo le spese di un conto bancario a chi non lo vuole…ma anche i costi di una carta di credito…un bonifico online può costare anche solo 50 centesimi…una carta di credito quanto costa? e una percentuale del pagamento effettuato con carta di credito va alla banca al di là del costo per il cliente: dunque costo per cliente, costo del pos per il professionista, costo in percentuale sull’importo che entra al professionista…redditizio non è vero?
La vera battaglia sarebbe ottenere che le commissioni bancarie fossero totalmente DEDUCIBILI dai redditi 🙂
Ho firmato la petizione ed ho invitato anche i colleghi a farlo. Non so se un domani si renderà necessario, so però che attualmente rappresenta una vera e propria rapina. E non la condivido assolutamente. Possiamo essere pagati anche tramite bonifico, ergo c’è comunque una sorta di controllo per chi vuole. L’evasione, forse, si combatte con l’eventuale riduzione del carico fiscale! Se arriverano e-mail da campagna elettorale finiranno esattamente dove appartengono. Nel cestino. Dunque felicemente consapevole di aver espresso il mio dissenso.
La petizione non è iniziativa di Altrapsicologia: noi non daremmo mai le informazioni scorrette che quella petizione mette in circolazione.
Cari colleghi,
leggendo i vostri post sembro essere l’unico ad essere profondamente contrario a questo POS, che dietro la finalità dell’emersione del nero, nasconde l’ennesimo e facile mezzo per far guadagnare le banche sulle transazioni economiche.
Ritengo che i mezzi per tracciare i pagamenti esistano già (fatture e bonifici) e che altri siano i mezzi di possibile controllo, fra i quali una migliore operatività di coloro che sono pagati per controllare; d’altra parte chi vuole evadere può farlo anche con un POS istallato in studio o sul suo tecnologico cellulare.
Che il mercato stia andando in quella direzione è un’evidenza avvilente ed è avvilente che la soluzione sia adattarsi cercando di ottenere il prezzo migliore per sentirsi fregati solo un po’ meno.
Io, dalla mia, posso sostenre i costi di un POS e non avendo mai avaso nulla non è certo per personali interessi che casso l’ideuzza di Passera; tuttavia penso ai giovani psicologi, quale sono stato ai tempi, già oberati di costi che devono anche affrontare questa ridicolaggine fiscale che pone una percentuale di pagamento di una transazione al pari o più del 2% che già va versato all’ENPAP.
Così distruggeranno le speranze dei colleghi più deboli, a vantaggio dei professionisti ben piazzati, che si arricchiranno ulteriormente.
Non mi piace, non mi trovate d’accordo ed altre categorie professionali decidono per posizioni più intransigenti e non a cercare di elemosinare qualche convenzione con chi, banche e affini, sta davvero tirando la corda all’eccesso.
E se questo vi pare populismo, sta bene.
Invece di ingrassare le tasche delle banche con le transazioni, preferirei che il nero da far affiorare fosse quello della miriade di studi affittati (da colleghi, peraltro) a prezzi esorbitanti e senza emettere nessuna fattura per gli introiti.
saluto tutti cordialmente
Nessuno ha mai detto che siamo d’accordo con il fatto che un POS possa contrastare l’evasione fiscale. Anzi, è una beata illusione. Semmai l’articolo vuole rappresentare che ad oggi l’obbligo del POS non esiste, e nemmeno si sa quando effettivamente esisterà. Che qualora esistesse, non ci sarebbe sanzione in caso di violazione.
Si voleva anche sottolineare che i pagamenti elettronici, al di là dell’obbligo, possono essere un servizio: da questo la questione delle convenzioni, indipendentemente dall’obbligo.
Tutto ok per chi vuole offrire un servizio, è l’obbligo di dotarsi di un pos che “stona”…
ieri sono rimasta sconcertata perchè parlando con uno psichiatra CTU, non sapeva dall’obbligo di PEC e non la usava nè lui nè i suoi colleghi, nè ha mai fatto un documento programmatico di sicurezza, nè aperto conti correnti professionali.tutte cose che invece io ho dovuto fare. mi chiedo : ma allora i polli che si adeguano sempre a tutto siamo solo noi?
non è vero che tutti i negozi hanno il POS. io pago spesso in moneta parrucchieri e fisioterapisti o altre figure (che non prendono pochi euro alla volta),pur con regolare fattura.
Io uso il POS da qualche anno sia per lo studio che per le aziende in cui faccio formazione, ho un apparecchio portatile che funziona con il cellulare e devo dire che è utilissimo: io sono sicuro di ricevere subito il denaro senza sollecitare, e devo dire che per i clienti (specie aziende) avere un POS portatile è un plus anche in termini di immagine professionale.
Premesso che non guadagno milioni, io mi sono detto: se voglio lavorare, devo attrezzarmi al meglio, la spesa è investimento. Il costo iniziale di 89 euro me lo sono ammortizzato risparmiando il tempo e la rogna delle telefonate/mail per ricordare di pagarmi, e le commissioni (che pure pesano) alla fine le metto in conto aggiustando un attimo la parcella. M sta nella logica del libero professionista. I mieli clienti privati, specie se li vedo una volta, sono più che contenti di poter pagare con bancomat.
A mio avviso questa è una battaglia che potreste fare assieme! non per forza si debbono trovare elementi di dissenso tra associazioni di categoria! se non si combatte sin d’ora, questo decreto potrebbe far divenire attuativi i successivi passaggi di obbligo e sanzione… meglio giocare d’anticipo, magari formulando una petizione più puntuale… essere contrari ad una petizione (comunque utile per la nostra categoria) perché proposta da altri non mi sembra da “altra psicologia” …vi prego non fate come i partiti che si deve essere per forza contrari agli avversari… saluti
Sono d’accordo con te. Siamo divisi e ci combattiamo tra di noi, mentre altre categorie si compattano per promuovere la Professione.
Forse sarà il rincorrere il potere che logora i rapporti!
Qui c’è un fraintendimento: non siamo contrari o favorevoli alle petizione perchè ‘fatte da altri’, ma perché in generale non sosteniamo delle stupidaggini: se lo facessimo per tutti quelli che ce lo chiedono, il nostro sito sarebbe una collezione di fake. Fakeologia, ci chiameremmo. Altrapsicologia informa in modo preciso e rigoroso, non avvalliamo le iniziative fatte per il solo gusto di far casino, specie se disinformano i colleghi.
buongiorno a tutti,ritengo che il POS sia anche una comodità e tutela del professionista stesso, ma i prezzi al momento sono eccessivi e tutti pro banca. già qualche anno fa andai in banca per informarmi dei costi. volevano qualcosa tipo 50euro mensili oltre alle commissioni…
in questo scenario ritengo importante un impegno di categoria per poter arrivare alla possibilità dell’utilizzo di pagamenti elettronici senza irrealistiche spese aggiuntive.
grazie federico per la tua chiarezza
io non firmerò la petizione perchè acconsente alla norma e all’obbligo chiedendo di ridimensionarlo… (più di 100 euro ecc.). La norma è sbagliata.
Condivido il commento di Sandra che auspicava la deducibilità dei costi dalla denuncia dei redditi…altrimenti è semplice vessazione
Grazie per la chiarezza. Effettivamente mi pareva un eccesso impossibile l’obbligo all’uso esclusivo delle carte di credito, come sembrava di capire da altre comunicazioni ricevute in questi giorni. Avevo anche pensato di andarmi a leggere la legge in questione. Grazie per averlo fatto per noi ed aver condiviso gli strlci utili e le relative considerazioni. La chiarezza migliora anche la mia visione del mondo.
Grazie caro Zanon della notizia. Roberto Sbrana, La Spezia
io il POS lo uso da circa 10 mesi, non me l’ha imposto nessuno ma lo trovo di massima praticità, e i clienti apprezzano.
Ciao, anch’io sono del parere che sia un servizio interessante da offrire ai pazienti, seppure con qualche sacrificio da parte nostra. Oggi ho sentito in Unicredit, la mia banca. Mi hanno detto che debbo aprire un conto con partita iva (12 euro al mese di base + varie commissioni) e che quindi non posso collegare il POS al mio cc personale. Inoltre mi hanno detto che il POS, se utilizzato, ha un costo di 12 euro al mese + una percentuale su ogni transazione, che ora non ricordo la percentuale. Diciamo che la spesa minima fissa (senza il rilevante costo delle transazioni) è di 24 euro al mese. Così ho capito. Tu per caso hai informazioni riguardo a riffe più convenienti?
Il problema è che per ogni pagamento documentato bisogna rilasciare contestualmete fattura. Io faccio saldare di volta in volta la seduta per non correre rischi. Ora, con ogni seduta pagata in liquidi, fai 1 fattura unica di varie sedute poco prima di arrivare a E 1000. Con un totale di fatture annue n. ed esempio 150 . Se invece devi emettere 1 fattura ad ogni seduta, sai quante fatture accumuli nel corso dell’anno??? Migliaia, se lavori.
I commercialisti generalmente si fanno pagare per n° di fatture emesse. Sai che CONTO annuale??
Grazie per la chiarezza e la tempestività nella risposta. Penso che in questo momento occorra spingere perché il CNOP si “allei” con altri Ordini professionali per portare avanti azioni per ridurre i costi bancari.
Grazie Alessandro Pedrazzi! Ottimo commento.
Avrei bisogno di una delucidazione su questo argomento. Se un professionista è dipendente a tempo determinato, l’azienda può obbligarlo a mettere il pos in studio?
Grazie
purtroppo credo che il punto, non sia, almeno per me, il pos, il dos, la fattura, la tracciabilità, il bancomat, la carta di credito, etc……..
ma la consapevolezza e allo stesso tempo l’irresponsabilità e la mancanza di amore per i cittadini da parte dei nostri governanti, che oggi come ieri chiedono sostegno, aiuto, comprensione per poter costruire un futuro personale e comunitario dove sognare non sia relegato a un gratta e vinci.
purtroppo per loro fa notizia soltanto la morte biologica, quella esistenziale no e forse di morti per risvegliare una coscienza, forse, ancora non sono abbastanza.
siamo decine di migliaia sul territorio nazionale, uno strumento eccezionale per aiutare, sostenere, coinvolgere i nostri concittadini per migliorarci e migliorare le condizioni di questo nostro paese, insieme, insieme a tanti altri professionisti e non che già hanno dimostrato spirito di sacrificio e amore per il proprio paese.
cosa ci chiedono i nostri governanti?
di usare il pos!
ma sono veramente così ciechi e sordi da non vedere e sentire il dolore e la disperazione che giorno dopo giorno cresce, ma fortunatamente ancora non ha distrutto l’amore e la nostra voglia di VIVERE.
oltre al problema dei costi ormai troppo esosi di gestione di un’ attività privata, quasi impossibile da praticare, nessuno si è posto il problema se tale norma sia in contrasto con il codice deontologico degli psicologi, con specifico riguardo alla violazione dell’obbligo della riservatezza tra professionista e cliente?
Concordo con la tua segnalazione. Ne aggiungo un’altra, di cui non sento nessuno parlare: l’obbligo che diventerà quanto prima inderogabile di segnalare all’agenzia entrate nello spesometro i propri clienti. Mi stupisco di quanto poco si parli di questi temi inerenti la deontologia della professione e mi chiedo perché gli Ordini non se ne occupano, visto che il loro compito è istituzionale.
Sono stata oggi all’ Ordine dell’ Emilia Romagna a chiedere se ci sono banche convenzionate con l’eventuale apertura di conti correnti con partita iva e POS (mi ha detto la mia banca Unicredit che il pos non si può legare ad un conto corrente personale). Mi hanno detto di no. Mi domando come mai non ci abbiano pensato.. converrebbe sia alle banche che a noi professionisti avere convenzioni, siamo tantissimi.
Comunque… qualcuno di voi ha confrontato il costo nelle diverse banche? Giusto per tentare di risparmiare un po’; i conti con partita iva sono più cari di quelli personali.
Gentile Collega, ti suggerisco di aspettare ancora qualche mese. I regolamenti attuativi sulla base dei quali dovranno essere contrattualizzati i POS dei professionisti ancora non ci sono e quindi il sistema bancario non si è ancora attrazzato per stipulare convenzioni. L’Enpap ha avviato da tempo contatti con le banche e, una volta che saranno chiare le qualità dell’obbligo (se ci saranno davvero), sarà in grado di proporre tariffe di certo vantaggiose rispetto a quelle di mercato.
Scusate se mi intrometto nei Vostri ragionamenti.
Nel sito http://www.change.org ho aperto una petizione per il problema SEPA e POS.
La normativa prevedeva già nel 2012, quello che sta succedendo in questi giorni e più precisamente l’obbligo del POS per tutti i professionisti con partita IVA e l’utilizzo della stessa con spese oltre i 30 Euro.
Inoltre dal mese di luglio le bollette non potranno più essere pagate con i bollettini postali, semplicemenente perchè le utenze dovranno essere pagate tramite conto corrente.
Inoltre le persone che depositeranno somme in contanti, sul proprio conto corrente, sarà definito dal fisco europeo, persona che sta riciclando danaro, con tutte le conseguenze civile e penali.
Gli anziani che percepiscono una pensione inferiore ai 1.000 Euro, da luglio dovranno aprire un conto corrente, per poter pagare le bollette.
Firmate la petizione e rendetevi conto che qualcuno “in Europa” ci sta schedando, ma soprattutto controllando cosa facciamo a casa nostra e nella nostra vita privata. Tenete presente che il POS lo dovranno avere anche persone come cameraman, fonici, mixer video, direttori della fotografia, registi e tutte le persone che sono possesori di partita IVA.
Anche un giovane che dovrà aprire l’attività con partita IVA, per poter lavorare e se non avranno l’apparecchiatura verranno radiati dall’Albo di categoria.
Mi pare che quato sia troppo.
Grazie per l’attenzione
Adolfo Guzzetti
Pare che sia uscito il decreto attuativo. http://www.lineaamica.gov.it/risposte/professionisti-dal-30-giugno-2014-pos-obbligatorio
( Decreto 24 gennaio 2014 del Ministro dello Sviluppo economico “Definizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito” ) ma quello che non ho capito è se si è obbligati ad accettare anche il bancomat quindi l’obbligo di fare un POS ( si parte da 2 euro / mese con un pos bluetooth + commissioni e costo dell’operatore per la chiamata ) oppure basta accettare le carte con un link a ( esempio Paypal ) che però non accetta i bancomat . Grazie. M
Il decreto parla di ‘carte di debito’. Quindi anche i bancomat.
La normativa parla di ‘carte di debito’. Quindi anche i bancomat, che PayPal non riceve.
Grazie Dottor Zanon. Quindi lo Stato ci obbliga ad avere tutti i circuiti delle carte di credito (in attesa di eventuali sanzioni). Vista la Sua gentilezza Le chiedo: non è chiaro se il “chiunque” venda o presti servizi significhi anche chi non ha partita iva ma esempio fa delle prestazioni di servizio occasionali, delle onlus o associazioni non a fini di lucro. La legge parla di ‘anche professionali’ ma non specifica. Grazie
Non carte di credito, ma ‘di debito’: carte e bancomat. La differenza è rilevante, perché una carta di credito si usa anche su PayPal senza dotarsi dell’apparecchio per strisciare la carta, mentre un bancomat lo richiede. Comunque ho appena pubblicato un nuovo articolo sul tema, che non mancherà di riservarci altri colpi di scena. Tanto vale sedersi con i pop-corn e godersi lo spettacolo, aspettando a fare contratti POS fino a quando la situazione non sarà meglio definita.
un contribuente minimo, che ha quindi aderito al regime di vantaggio, sia che sia impresa o professionista, deve dotarsi comunque di POS? o è esonerato per qualche ragione? grazie infinite
Per quello che dice la normativa, chiunque ‘vende’ qualcosa a privati dovrebbe consentire ai clienti di pagare con carte di debito, al di là del proprio regime fiscale. Resterei comunque in attesa di vedere come si evolvono le cose, in caso di incassi minimali: non c’è urgenza di attrezzarsi ora, per una scadenza priva di sanzioni e di fatto ancora in divenire.
La ringrazio per il Suo articolo esplatico sul POS. Ho 74 anni, svolgo il lavoro di sarto artigiano dall’età di 12 anni. I miei clienti pagano con bonifico o assegni. Non vendo alcun accessorio. Tuttto regolarmente fatturato, perché impiego 100 ore circa per un abito. Mi auguro che non dovrò fornirmi di un Pos, altrimenti mi deciderò a chiudere. Cordiali saluti. Franco Mazzieri
Non dovrà dotarsi di un POS 🙂
BUONGIORNO,SE IL POS E OBLIGATORIO PERCHE’NON SI OBLIGANO LE BANCHE AD APRIRE CONTI A CHI A AVUTO PROBLEMI TIPO PROTESTI
OPPURE ESISTE UN OBLIGO PER LE BANCHE AD APRIRE CONTI CORRENTI
VORREI SAPERE GRAZIE