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Qualche notizia dall’ultimo Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Calabria.

Quello di venerdì 30 aprile è stato il Consiglio del bilancio consuntivo 2020 e arrivati a questo punto, i segni di quasi due anni di opposizione che vigila costantemente si notano.

Alcune “novità” che in realtà sarebbero dovute essere la NORMALITA’

Alla voce “Acquisto libri, riviste, giornali” oggi troviamo ZERO! Ricordate la prassi di acquistare giornali che riportavano notizie riguardanti l’Ordine che poi a ben vedere erano riconducibili a ricevute intestate all’attuale Presidente? Adesso non c’è più… evidentemente di questa prassi si sarebbe potuto fare a meno da tempo.

La famosa voce dei rimborsi per i Consiglieri passa dai circa 35.000 euro del vecchio consuntivo a poco più di 18.000 euro. Un ridimensionamento siamo d’accordo, ma comunque un bel gruzzoletto considerando che in questa voce rientrano principalmente i rimborsi benzina in un contesto fatto di COVID, lock down, zone rosse e riunioni on-line.

I crediti verso gli iscritti che nel consuntivo 2019 ammontavano a più di 210.000 euro, adesso passano a 183.000. Si è (finalmente e dopo che per anni nessuno aveva mosso un dito) iniziato a mettere mano alle situazioni di morosità inerenti le quote di iscrizione all’Ordine che in diversi casi arrivavano anche a 10 anni di insoluti.

Il solito rendiconto “al buio”

Peccato però che ancora una volta, nonostante le reiterate richieste, non ci venga consentito di visionare alcuna documentazione inerente i rimborsi, le uscite di rappresentanza, le spese per commissioni e gruppi di lavoro, la partecipazione a convegni e congressi;  alcuna documentazione attestante  le procedure di recupero crediti; alcun report su quanto incassato dai crediti maturati in anni precedenti al 2020; nessun riepilogo per fornitore.

Ci viene chiesto di approvare un bilancio nella totale assenza di consapevolezza su chi siano i creditori e debitori del nostro ente, su quale sia il criterio di esigibilità dei nostri debiti, su quale sia il criterio di riscossione dei nostri crediti e delle procedure applicate agli stessi.

Tutto così… sulla fiducia. Con il solito giochetto retorico (e ormai patetico) che se chiedi in realtà stai dando del ladro a qualcuno, mica stai cercando di fare il tuo lavoro!

E badate bene, le richieste di approfondimento non sono state avanzate in Consiglio, ma settimane prima, chiedendo più volte un appuntamento presso la sede dell’Ordine e ricevendo più volte il solito immotivato rifiuto. Così Consiglieri dell’Ordine eletti dagli iscritti non hanno nemmeno l’opportunità di visionare una documentazione dettagliata in merito a ciò su cui sono chiamati ad esprimersi, si devono accontentare di una mera “fotografia” consuntiva… e attenzione, il criterio vale solo per i Consiglieri del gruppo di opposizione perchè, non molto tempo fa, qualcuno (il Consigliere Segretario per la precisione) ha avuto modo di visionare una documentazione contenente, tra le altre cose, contratti e ricevute di spesa.

Sorpresi? Noi non più di tanto. E’ una chiusura che conosciamo e che fa il paio con le fantasiose delibere che spostano  le funzioni del Consiglio nelle mani delle cariche ordinistiche. Quindi, mentre come ben sapete, attendiamo giustizia in tribunale, non possiamo che votare contrari all’approvazione del bilancio consuntivo 2020.

Un consulente “tuttofare”

Così tra l’approvazione (in netto ritardo) del Piano Triennale sulla Trasparenza (leggi qui per approfondire) e l’ennesima delibera di affidamento economico senza la benchemminima traccia di un Responsabile Unico del Procedimento (qui un altro approfondimento), passiamo a parlarvi dell’altro “piatto forte” dell’ultimo Consiglio dell’Ordine. Tutto ha inizio martedì 20 aprile quando riceviamo l’ordine del giorno della riunione e al punto 11 leggiamo “Consulente Rapporti con la Pubblica Amministrazione – Ufficio Staff di Presidenza”. A qualche giorno dalla data del Consiglio riceviamo documentazione sul punto. Una bozza di delibera e un Curriculum. La bozza di delibera prevede la nomina di un consulente per le seguenti materie: rapporti con la Pubblica Amministrazione, normativa contrattuale nazionale, materia normativa e legislativa, stato giuridico del personale e politiche inerenti la “comunicazione” dell’Ente. Il Curriculum è quello di Mario Sellini, già presidente del nostro Ordine regionale (1993-1999) e anche Segretario Generale AUPI, la più alta carica del sindacato di categoria. Nulla da eccepire sulle competenze del consulente designato, ci limitiamo piuttosto a fare alcune notazioni di natura politica.

Comunicazione dell’ente

Esiste già un gruppo di lavoro all’interno dell’Ordine per la cui composizione abbiamo presentato le nostre proposte tra le risorse interne al Consiglio, democraticamente elette dagli iscritti e che il gruppo di maggioranza in Consiglio ha ritenuto di non vagliare. Appare quantomeno singolare che, in merito alla comunicazione dell’ente, oggi si proponga la nomina di un consulente esterno, quando in precedenza si è attuata, nei fatti, una deliberata chiusura alle risorse interne al Consiglio.

Si pensa forse che internamente al Consiglio non siano individuabili risorse atte a sviluppare una comunicazione efficace? Il GdL “Comunicazione” non sta conducendo bene il suo lavoro? A dire il vero su quest’ultimo punto qualche criticità la riscontriamo e ci piacerebbe (o meglio ci sarebbe piaciuto) poter dare il nostro contributo di miglioramento come Consiglieri eletti.

Necessità, nel presente periodo storico (Covid-19), di assumere adeguate decisioni e risposte in tempi brevi, su questioni informative e su iniziative regolamentari, legislative e normative legislativa

Ci permettiamo di ricordare che il Presidente del nostro Ordine, oltre a ricoprire la suddetta carica, è attualmente anche Segretario Generale Aggiunto di un sindacato nazionale di categoria (AUPI) posizione che dovrebbe già assicurare le risorse e le competenze che si vogliono implementare con la nomina del consulente che tra l’altro ricopre il ruolo di Segretario Generale dello stesso sindacato.

Forse si pensa che il Presidente abbia bisogno di essere accompagnato per ciò che concerne le esigenze del nostro territorio, da chi, già in ambito sindacale, ricopre la funzione immediatamente superiore alla sua?

Inoltre il consulente designato riveste già un incarico all’interno dell’ampio staff di presidenza del CNOP per ciò che concerne l’area: Rapporti con la Pubblica Amministrazione e normativa contrattuale nazionale. Il nostro Presidente, in qualità di nostro rappresentante in CNOP, potrebbe quindi già avvalersi delle competenze richieste e poi tradurle sul territorio di competenza.

Per quanto attiene poi agli aspetti strettamente normativi, sottolineiamo come il nostro ente si avvalga già dei servizi di consulenza del nostro legale. Servizi ampiamente utilizzati (la presenza del legale dell’Ordine durante i Consigli è pressoché costante – ormai un “sedicesimo Consigliere”) e che recentemente sono stati estesi anche alla consulenza amministrativa.

Una resa?

Alla luce di quanto osservato ed in considerazione dell’ampiezza di mansioni che verrebbero assegnate al Consulente (svolte per altro in forma completamente gratuita), la proposta di nomina del dott. Sellini ci restituisce l’impressione che il Presidente e il suo esecutivo dichiarino una sorta di resa rispetto alle proprie competenze che finiscono quasi per essere commissariate.

A questo punto se il Presidente intende delegare mansioni chiave, tramite una consulenza, sarebbe più opportuno valutare le proprie dimissioni. Siamo consapevoli delle diverse criticità che gravano sul nostro ente, ma riteniamo più producente un maggiore coinvolgimento delle risorse interne al Consiglio ad oggi tendenzialmente escluse in termini decisionali, di partecipazione e di informazione piuttosto che l’introduzione di consulenze esterne.

“Scrivanie sovrapposte”

Queste le considerazioni che accompagnano il nostro voto contrario all’introduzione di questa consulenza o meglio di questo staff di Presidenza regionale composto da una sola persona(!). In Consiglio registriamo la reazione del Presidente (che definire scomposta è un eufemismo); le nostre notazioni a suo avviso sono da bollare come “barzellette” e dimostrano che “non abbiamo capito nulla”. Più sobriamente, nella lettera sui lavori del Consiglio pubblicata sul sito dell’Ordine, si parla di “potenziamento dell’azione del nostro Ordine sui tavoli istituzionali”. Ci domandiamo però cosa impedisca questo potenziamento senza l’introduzione di super consulenze, senza confondere l’Ordine con uno specifico sindacato di categoria.

L’abitudine di AUPI a queste sovrapposizioni ce la racconta la storia. Basta guardare ai “cartelli elettorali” sponsorizzati nelle elezioni ordinistiche di tutta Italia in questi anni e la conseguente “militarizzazione” della rappresentanza, i famosi 15 Consiglieri su 15 dello stesso colore politico (ormai, almeno in Calabria, un vecchio ricordo) o le Presidenze ordinistiche che ricalcano le segreterie regionali del sindacato.

Una sovrapposizione che nel tempo non sembra aver portato grandi risultati. Qualche esempio? I concorsi per noi psicologi nella dirigenza sanitaria si contano ancora sulle dita di una mano (soprattutto in Calabria); nonostante i recenti piccoli passi avanti per implementare la presenza dello psicologo a scuola (frutto di un impegno collegiale in CNOP) l’Italia rimane ancora l’unico paese d’Europa a non avere una legge sullo psicologo scolastico. Forse più che inseguire roboanti proclami, bisognerebbe guardare agli aspetti concreti semplicemente facendo ognuno il proprio lavoro istituzionale, magari partendo proprio dalle scrivanie che già si occupano da anni e recuperando il tempo perduto fino ad oggi.