Chi ha espresso parere favorevole al riconoscimento di un’associazione di formatori di counselor esistenziali?
A che titolo ci si è espressi su una richiesta ministeriale senza passare dal Consiglio?
Attraverso quale istruttoria si è giunti a quel parere? E l’istruttoria chi l’ha svolta?
Dove stanno, insomma, le carte?
Tutte domande scottanti, gravi, su cui gli iscritti non sembrano avere diritto di ricevere una risposta.
E’ la propaganda a-live del CNOP, quella a cui devi sopravvivere, se ci riesci, fra censure e cancellazioni dei commenti sui social e mancanza di risposte a richieste inviate ufficialmente a protocollo da un componente del Consiglio Nazionale.
Prendiamo l’ultima newsletter che il CNOP ha inviato ai propri iscritti, con tanto di rimprovero paternalistico che sembra dire “smettetela di dire che non siamo chiari, dateci ragione!”.
Come si può leggere, sono dipinte le favolose e progressive sorti per la tutela degli psicologi, che ora finalmente vedranno chiudere il tanto discusso Tavolo UNI sul counselor.
Viene però accuratamente evitato come la peste l’ultima imbarazzante questione emersa in queste ore dal carteggio tra Ordine Lazio, Ministero della Salute e Consiglio Nazionale:
I COUNSELOR ESISTENZIALI,
cui si è dato SEMAFORO VERDE.
DOVE SONO FINITI I COUNSELOR ESISTENZIALI? Prima di soffermarsi su cosa c’è scritto in questa newsletter inviata dal CNOP, urge fermarsi su cosa NON C’E’ SCRITTO.
Nemmeno una parola che chiarisca agli psicologi italiani come mai il CNOP abbia dato PARERE FAVOREVOLE AI MINISTERI SU UN’ASSOCIAZIONE CHE FORMA COUNSELOR ESISTENZIALI.
In sintesi: secondo la legge 4/2013 le associazioni che raccolgono le cosiddette “professioni non regolamentante” possono chiedere al Ministero dell’Economia di essere inserite in uno specifico elenco. Questa Asso-Isue, che forma counselor esistenziali, chiede l’inserimento in questo elenco.
Il Ministero sospetta che qualcosa possa non andare, interpella il CNOP, il quale dà semaforo verde perché “non si ravvisano attività che possano sovrapporsi o interferire con gli ambiti di competenza riservati alle professioni sanitarie”.
Cioè: niente ha avuto da ridire il CNOP su un’associazione che sulla homepage del suo sito si presentava così:
Riporto le frasi principali scritte nei riquadri evidenziati, con alcuni miei commenti tra parentesi:
La professione di cui l’associazione intende essere garante è quella del Counseling Esistenziale (e già qui: ma il cnop non aveva detto che il counselor o il counseling non esiste come professione a sé stante?), metodologia di relazione di aiuto secondo il modello Neo-esistenziale di F. Brancaleone e G. Buffardi, già applicato alla psicoterapia (che è un po’ come dire: qui usiamo il bisturi, come già applicato agli interventi chirurgici….). […] diffonde un nuovo approccio antropologico che nasce dalle filosofie esistenziali e che informa metodologie d’aiuto acclarate, quali quella medica e quella psicologica-psicoterapeutica, nonché caratterizza ed esalta le possibilità d’aiuto della metodologia del Counseling.” (il solito salto carpiato triplo avvitato per dire tutto e il contrario di tutto).
Interrogato al riguardo dal Ministero, il CNOP ha risposto no problem, è tutto a posto, potete procedere, questi non invadono il nostro campo di intervento.
Ah no? Eppure direi che un sospetto sarebbe venuto pure al più ingenuo leggendo il programma del corso di formazione in counseling esistenziale che l’istituto a cui fa capo l’associazione propone.
Tra le materie del primo anno:
Terapia e cura.
Il Counseling ed il Counseling esistenziale.
Fondamenti di psicologia e di psicodinamica.
Empatia, sintonia, emozioni.
La malattia psichica: riconoscerla e comprenderla.
La famiglia: analisi dei ruoli e principi di sistemica relazionale.
Psicopatologia.
Al secondo anno:
Psicologia speciale
Le basi della psicodinamica
Lineamenti di sessuologia clinica
Principi di metacomunicazione
Al terzo anno:
La pragmatica della comunicazione umana
Logoanalisi coscienziale e logodinamica analitico-esistenziale
I “nuovi sviluppi” dell’approccio esistenziale in psicoterapia e nel counseling
Come vedete, non c’è niente di cui sospettare, proprio niente di cui dare merito né al Consiglio dell’Ordine, ai Presidenti che lo compongono rappresentando i rispettivi iscritti sul territorio, né agli psicologi, che sono buoni solo quando li si deve chiamare in massa per dire “PARTECIPIAMO”, per mettere le toppe alle mancanze ai tavoli istituzionali.
L’INCOERENZA AL TAVOLO UNI. Veniamo ora al favoloso storytelling che vede il CNOP sugli scudi per la tutela della professione attraverso una strenua opposizione al Tavolo UNI.
Iniziamo col dire che questo ormai famigerato Tavolo UNI è stato in piedi per mesi, il Presidente Giardina vi è stato presente fino a quando non ha mandato un suo delegato, il Presidente dell’Ordine della Lombardia Riccardo Bettiga.
Quest’ultimo, come già raccontato, si è ASTENUTO nella quasi totalità delle votazioni, e mai ha portato avanti una posizione di chiusura del tavolo, così come niente ha fatto per evitare che si giungesse all’inchiesta pubblica dell’UNI.
Quando segnalata al Presidente Giardina l’opportunità di intervenire più incisivamente, si è trattata la vicenda con sufficienza, salvo poi lasciare agli iscritti psicologi la necessità di lanciarsi in mezzo alla caciara di una votazione svolta, tra l’altro, su un sistema informatico fatiscente e bacato.
Dopo tutto questo, il CNOP strombazza che chiederà la chiusura del tavolo UNI sui counselor.
Evita di spiegarci come mai non sia stata chiesta la chiusura al momento dell’inchiesta pubblica, come mai il delegato CNOP non si sia mai concretamente opposto e anzi abbia mantenuto posizioni di sostanziale astensione durante i lavori, come mai se il tavolo si poteva chiudere, il 12 Ottobre si diceva agli psicologi “PARTECIPIAMO!”
Ho provato a chiederlo al CNOP, attraverso il suo canale diretto di comunicazione con gli iscritti, la sua pagina Facebook.
Risultato? Commenti oscurati e zero risposte.
Per poter riavere i miei commenti in chiaro, ho dovuto invitare i miei personali contatti a copiarlo coi loro profili.
Grazie ad AltraPsicologia per il servizio puntuale e documentato di inFormazione nell’interesse della professione di psicologi. Per quanto impegnativo, mi auguro lo continui.
Le situazioni che viviamo sono, prioritariamente, kafkiane. Difficile, ma necessario,difendersi a tutela della ns categoria e dei cittadini. Facciamoci valere professionalmente e non solo come soggetti fiscali sottoposti alle più svariate vessazioni; dall’ENPAP il cui scandalo non è stato chiarito (l’immobile comprato e venduto in un giorno e di cui anche Report ha parlato), gli ECM, i POS, la trasmissione dati alle ASL, gli studi di settore,le pensioni da fame. Altri “professionisti”svolgono la ns attività senza tutti questi oneri e la legge 56/89 è stata, purtroppo, inutile. Grazie ad Altrapsicologia e a tutti i colleghi che sostengono questa ns battaglia, Patrizia Fondelli. P.S. Se ci sono strafalcioni, vi prego di scusarmi; solo poche ore fa sono stata operata di cataratta e non vedo benissimo…
Salve Patrizia, solo una precisazione: sullo scandalo dell’ENPAP, risalente alla gestione precedente a quella di AltraPsicologia, c’è una verità giuridica.
L’ex presidente ArciCasa è stato condannato a 3 anni e 10 mesi.
Ne avevamo parlato qui https://www.altrapsicologia.it/editoriali/arcicasa-condannato-truffa-enpap/
ps: buona guarigione! 🙂
Sono esterrefatta!! l’Ordine così crea solo confusione!! Altri Ordini ‘seri’ non inseriscono discipline similari!!