Proroga: tutto quello che ancora non ho capito

La scena è questa: è il 31 Luglio e alla Camera passa un decreto che contiene la proroga delle elezioni degli Ordini.

La mia pacata reazione è nello screenshot qui sotto:

Il decreto poi passa anche in Senato, diventa definitivo e il resto è storia: proroga degli Ordini.  

A quanto pare tutti sono sorpresi, o almeno così si dichiarano.

E io non ho ancora capito a quale scenario devo credere.

 

SCENARIO A: Nessuno è stato interpellato e nessuno sapeva niente.

Che sembra la linea tenuta dalla maggioranza in CNOP. 

Prendiamola per vera.

E’ come se io una sera rientrando a casa mi trovassi un tizio sdraiato comodo sul divano che mangia patatine.
Come minimo gli chiederei: come sei entrato?
Così mi aspetterei facesse il CNOP: ti mettono in casa una proroga che non hai chiesto e di cui non sai niente, come minimo scrivi alla Meloni e al Ministero per segnalare diplomaticamente per carità – che magari prima di decidere in casa tua una telefonatina…
Magari si sarebbe potuto spiegare che per togliere il voto postale e il fax bastava scrivere una riga di emendamento, non rinviare le elezioni di un anno.

Invece la reazione che sta tenendo la maggioranza in CNOP è più simile a “vabbè scialla amico, prenditela pure comoda mentre lasci le briciole sul mio divano”.

Da iscritta mi preoccupo: come veniamo considerati dall’attuale governo se ci passano sopra la testa così?

Da cittadina pure mi preoccupo: niente di meno queste sono le priorità del governo? Rimandarci le elezioni?

Limite mio sicuramente, ma mi pare surreale.

 

SCENARIO B: Qualcuno sapeva. 

Chi più, chi meno, chi in modo più diretto, chi in modo più indiretto.
E magari fra chi sapeva c’era chi la considerava una buona notizia da attendere e chi una cattiva da evitare.

Sapere di per sé non mi pare il problema centrale. 

La questione grave è ritenere accettabile che qualcuno si sia potuto muovere dietro le quinte per rimandare le elezioni, senza che questo desti il minimo sgomento. 

Perché se questo scenario fosse vero, si sarebbe di fatto esautorata l’istituzione democraticamente eletta dalla sua funzione, perché le decisioni (e le relative responsabilità) non vengono discusse e assunte in modo trasparente e democratico dove si dovrebbe (una riunione di consiglio) ma altrove, davanti ai caminetti, nelle chat whatsapp ristrette, in fantomatiche cene fra cerchie vip.

Si tratta di uno scenario complottista?

Forse ho visto troppe puntate di x-files durante l’adolescenza e fatti che già nei mesi scorsi mi avevano impressionato (tanto da farmi chiedere ripetutamente, in momenti diversi, “ma arriva la proroga?”) sono in realtà tutti scollegati e la mia salute mentale sta semplicemente peggiorando.
E allora concedetemi solo la pietas umana e datemi qualche pacca consolatoria sul povero capo appesantito dai pensieri.

Può essere in effetti un caso che si sia arrivati con estremo ritardo a deliberare il vademecum per le procedure elettorali, con una melina durata mesi, arrivata a stringersi solo perché le elezioni in Puglia andavano indette per questioni di tempo inderogabili (ma tanto sono saltata pure quelle, e che nessuno si scandalizzi di un commissariamento di 18 mesi in una regione devastata da un consiglio illegittimo abbattuto a forza di sentenze per me è una vera assurdità).

Sono un caso certamente la serie di ‘no’ ricevuti nella chat di AP, dove ci sono i consiglieri di tutti gli Ordini, quando ho chiesto: “ma avete parlato delle elezioni prima della chiusura estiva?” e non se ne era parlato quasi da nessuna parte (tranne negli Ordini a guida AP e pochi altri).

E’ un caso pure che già da almeno aprile avessi sentito allusioni a questa fantomatica proroga, salvo poi non riuscire mai ad avere una risposta definita quando chiedevo riferimenti concreti.

 

Che sia vero lo scenario A o lo scenario B, quello che resta incomprensibile è la reazione delle nostre istituzioni e/o di alcuni nostri rappresentanti.

Perché in un caso siamo stati scavalcati dal governo senza nemmeno una telefonata di avvertimento.

Nell’altro, ci troviamo di fronte al completo aggiramento della funzione delle nostre istituzioni.

E che tutto questo invece passi con serenità e indifferenza, io – francamente – non ho ancora capito come sia possibile.